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Salgono a 123 i luoghi culturali dell’Emilia-Romagna accreditati al Sistema Museale Nazionale

Riconoscimento a 7 nuovi musei

La Regione Emilia-Romagna accredita sette nuovi musei del proprio territorio al Sistema Museale Nazionale.

Tra le 18 candidature pervenute, nell’elenco approvato dalla Giunta regionale su valutazione della commissione interna del Settore Patrimonio culturale, i nuovi ingressi riconosciuti per la qualità degli standard sono: La Quadreria di Asp, a Bologna, il MAF-Mondo Agricolo Ferrarese a Ferrara, il Centro Culturale “Carlo Venturini” di Massalombarda (Ra), il Museo Civico Gonzaga a Novellara (Re), la Casa delle Farfalle di Cervia (Ra), il Museo della Regina di Cattolica (Rn), il Museo Paleontologico Comunale a Mondaino (Rn).

Un percorso che prevede per ogni struttura l’adeguamento a una serie di standard che misurano obiettivi di miglioramento in tre ambiti rilevanti: organizzazione, collezioni, comunicazione e rapporti con il territorio.

I sette musei si aggiungono ai 116 già riconosciuti in occasione del percorso avviato nel 2021 dalla Regione in coordinamento col ministero della Cultura.

“Siamo stati tra i primi in Italia ad avviare l’iter– commenta l’assessore regionale alla Cultura e Paesaggio, Mauro Felicori–, riconoscendo non solo i livelli di qualità delle proprie istituzioni museali, ma promuovendo il miglioramento complessivo dei servizi offerti ai visitatori, con particolare attenzione ad alcuni temi come l’accessibilità, l’innovazione digitale e la condivisione di servizi e competenze”.

I nuovi accreditati sono testimoni di un sistema regionale ricco e differenziato, sia per dimensioni che per tipologia e collocazione geografica: diversi sono i musei di proprietà comunale come il Museo Civico Gonzaga di Novellara, ospitato nelle sale cinquecentesche della Rocca dei Gonzaga, con testimonianze storico-artistiche legate alla storia della casata nobiliare; il Centro Culturale “Venturini”, a Massalombarda, esempio emblematico del collezionismo antiquario del secondo Ottocento; il Museo della Regina sulla storia del territorio di Cattolica, tra archeologia e marineria tradizionale; il Museo Paleontologico di Mondaino, allestito nella Rocca Malatestiana con reperti fossili locali risalenti all’era del Miocene.

La Casa delle Farfalle di Cervia è un parco tematico alla scoperta della biodiversità, mentre è invece dedicato alle tradizioni e ai costumi del passato rurale il museo del Mondo Agricolo Ferrarese, che raccoglie testimonianze sulla vita e il lavoro nelle campagne dalla fine dell’Ottocento a metà Novecento. Bologna aggiunge ai propri musei accreditati La Quadreria di ASP, nella cornice storica di Palazzo Rossi Poggi Marsili, che presenta dipinti di maestri prevalentemente bolognesi, dal Cinquecento al Settecento, appartenenti al patrimonio delle antiche Opere pie.

 

Il Sistema Museale Nazionale

Si propone di mettere in rete gli oltre 5 mila musei e luoghi della cultura italiani, per migliorarne la fruizione e l’accessibilità. Al Sistema possono accedere tutti i musei, indipendentemente dalla loro titolarità, pubblica o privata, su base volontaria e mediante un processo di accreditamento che, per i musei non statali, può essere coordinato dalle singole Regioni e comporta l’adeguamento a una serie di standard.

Il riconoscimento ha durata triennale e annualmente la Regione attiva una nuova finestra per l’adesione al percorso di accreditamento, così da consentire a un sempre maggior numero di musei di entrare a far parte del Sistema museale regionale. La prossima finestra sarà nell’autunno 2024.

Sempre più diversificate sono le tipologie dei luoghi della cultura che aderiscono al processo di accreditamento: non soltanto musei, ma osservatori astronomici, case-museo, complessi monumentali ed ex monasteri. Se questo da un lato va a favore dell’ampliamento delle politiche museali sul territorio, dall’altro segna i limiti di un set di standard scaturiti in anni passati e parzialmente superati dalla nuova concezione di museo. In particolare, si tratta spesso di luoghi della cultura che non rispondono a tutti gli standard richiesti in merito, ad esempio, all’apertura settimanale, o alle specifiche figure professionali formalmente previste nell’organigramma.

 

















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