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Memoria, nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 25 gennaio l’intervento del sindaco Muzzarelli

Di fronte alla guerra in Medioriente non si può nascondere “il conflitto interiore” del richiamo alla coscienza che invita “a superare la guerra e ritrovare la pacificazione”, così come ad “assicurare il ricordo delle vittime della Shoah”. In occasione di un momento di riflessione in Consiglio comunale dedicato al Giorno della Memoria, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli è intervenuto giovedì 25 gennaio, insieme al presidente del Consiglio comunale Fabio Poggi, con una riflessione tra storia e attualità. La commemorazione è stata aperta dalla proiezione di un video dedicato alla cultura del popolo ebraico e si è conclusa con un minuto di silenzio in aula.

Parlando dell’Olocausto come “forma estrema di deumanizzazione”, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha voluto sottolineare come Modena sia città “profondamente” impegnata nel ricordo delle vittime, specificando che “proprio la memoria del passato, in un momento internazionale con tanti fanatismi, può impedire all’orrore di ritornare”. Muzzarelli ha perciò evidenziato l’importanza della partecipazione collettiva “per fare crescere conoscenza e consapevolezza civile e contrastare quindi il riemergere del nazionalismo e della tentazione di alzare muri”, aggiungendo che “occorre valorizzare i caratteri della nostra democrazia, nata dal sangue partigiano e dalle truppe alleate, per costruire, con una Costituzione ancora attualissima, le fondamenta di un’Italia di pace, libera e democratica, come la nostra città”. Il sindaco, ricordando infine anche l’impegno “instancabile” per la memoria della concittadina onoraria Liliana Segre, ha concluso con uno sguardo al futuro, citando alcune parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella inviate a papa Francesco, nelle quali si specifica che “le nuove generazioni devono essere esortate a coltivare speranza e fiducia nel futuro, e non meritano un mondo dove sopraffazione ed esclusione prevalgano”.

Fabio Poggi ha definito la cultura come “memoria condivisa, di cui il popolo ebraico è storicamente tra i primi promotori”. In particolare, il presidente del Consiglio ha parlato della cultura come “humus nel quale la memoria si consolida e al tempo stesso si rinnova, contro ogni abuso, negazione, strumentalizzazione, relativizzazione, diventando per tutti, e quindi coscienza di fratellanza”. Poggi ha quindi concluso affermando che solo una “pedagogia della Memoria può dare come esito la pace, la cui epifania si sviluppa nella ricerca comune del bene, nella consapevolezza che il proprio bene e il proprio benessere non possono essere disgiunti e tanto meno contrapposti dal bene e dal benessere dell’altro e degli altri tutti”.

Il momento del ricordo è stato aperto dalla proiezione di “Et Shalom. Un tempo per la pace”, sintesi dello spettacolo della compagnia Terra di Danza di Reggio Emilia, basato su culto, parole e danze del popolo ebraico.

















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