giovedì, 12 Dicembre 2024
16.1 C
Comune di Sassuolo
HomeBolognaMagneti Marelli, l’azienda annuncia la chiusura dello stabilimento di Crevalcore





Magneti Marelli, l’azienda annuncia la chiusura dello stabilimento di Crevalcore

Regione e Città metropolitana di Bologna: “Assurdo e inaccettabile. Siamo al fianco dei lavoratori e c’è una sola soluzione: la proprietà riveda la decisione”

“Una decisione assurda e inaccettabile. Non possiamo perdere una eccellenza del territorio, per storia e competenze, un pezzo importante della filiera della Motor Valley dell’Emilia-Romagna. Né permettere che vengano messi a rischio i posti di lavoro e la realtà produttiva. C’è una sola soluzione: il Fondo americano KKR riveda la decisione di chiudere lo stabilimento di Crevalcore”.

Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, il sindaco della Città Metropolitana di Bologna, Matteo Lepore e l’assessore regionale allo Sviluppo economico e lavoro, Vincenzo Colla, dopo l’incontro di questa mattina a Roma dove la direzione aziendale della Magneti Marelli ha annunciato la decisione di chiudere la fabbrica di Crevalcore, oggi impegnata nella produzione di collettori di aspirazione aria e di pressofusi di alluminio, entrambi componenti essenziali per motori.

“Siamo a fianco dei lavoratori in questo momento critico – proseguono–. Come Istituzioni chiederemo la convocazione urgente del tavolo regionale e ci uniamo alle richieste dei Sindacati affinché il Governo convochi immediatamente un tavolo di confronto. In questo nuovo scenario di transizione del sistema dell’automotive, non affatto semplice, occorre tenere il tradizionale ma al contempo investire puntando sulle prospettive future dell’elettrico e dell’ibrido, non fare facili scelte che colpiscono solamente e duramente i lavoratori, impoverendo il territorio. Il passaggio da Stellantis alla giapponese Calsonic Kansei, controllata dal fondo americano Kkr, avvenuto nel 2018, doveva garantire la continuità della Marelli- sottolineano Bonaccini, Lepore e Colla-, un marchio storico conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Non possiamo permettere che venga depauperata in questo modo la filiera italiana dell’automotive, a tutto vantaggio di altri Paesi europei, lasciando a casa centinaia di lavoratori. A maggior ragione alla luce dell’accordo fra Mef e Kkr su NetCo, la nuova società che comprenderà la rete di telecomunicazioni di Tim, non è accettabile un disimpegno del fondo americano sullo stabilimento di Crevalcore”.

Nello stabilimento di Bologna, non interessato dalla chiusura, i dipendenti sono 560, mentre in quello di Crevalcore lavorano oltre 230 persone.

RSA Marelli Europe spa Crevalcore, Fiom Cgil Bologna, Fim Cisl AMB e Uilm Uil Bologna:

Con un annuncio shock Marelli Europe spa (di proprietà del Fondo americano KKR, noto per la trattativa in corso con il Governo per l’acquisizione di TIM), nel corso di una riunione con le delegazioni sindacali a Roma, ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Crevalcore.
Abbiamo chiesto immediatamente all’azienda di ritirare questa decisione che riteniamo inaccettabile. L’azienda si è resa disponibile ad una discussione per un piano sociale che possa accompagnare i lavoratori e le lavoratrici. Noi riteniamo che qualsiasi accordo debba necessariamente passare da un piano di salvaguardia occupazionale attraverso una riconversione del sito. Riteniamo che le opportunità offerte dal fondi governativi e istituzionali possano rilanciare lo stabilimento.
I lavoratori dello stabilimento di Crevalcore appresa la notizia hanno immediatamente sospeso l’attività lavorativa e sono scesi in sciopero. Domani si svolgeranno le assemblee con i lavoratori e si delineeranno le iniziative da intraprendere. A livello nazionale è stato proclamato uno sciopero per la giornata di venerdì in tutti gli stabilimenti del gruppo. La decisione dell’azienda è un inquietante messaggio per tutti gli stabilimenti e apre un precedente pericoloso. La transizione ecologica non può diventare un alibi per le aziende per fare macelleria sociale. Marelli e il Fondo KKR, se confermassero questa decisione, si assumerebbero una grave responsabilità nei confronti delle lavoratrici, dei lavoratori e della collettività.

















Ultime notizie