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Sanità, i vent’anni del Comitato Etico dell’Emilia-Romagna

Dalla Regione una proposta condivisa per ridurre il ricorso agli animali nella ricerca scientifica

Favorire la diffusione di metodi alternativi all’utilizzo degli animali nella sperimentazione scientifica. Continuando a muoversi lungo la direzione che l’Emilia-Romagna ha già intrapreso da vent’anni a questa parte e rafforzando le strategie per il futuro.

È la proposta condivisa nel ‘Documento di Bologna 2023”, presentato oggi durante il convegno organizzato dalla Regione in occasione del ventennale del Comitato Etico dell’Emilia-Romagna. L’obiettivo è stimolare una riflessione nazionale con la prospettiva di attivare nuove azioni finalizzate al raggiungimento degli obiettivi legislativi sulla protezione degli animali, con una priorità ben chiara: dare il via ad una transizione verso quei metodi sperimentali in grado di fare a meno degli animali (come il bioprinting, che consente di stampare in tre dimensioni cellule e materiali riproducendo e rispettando la corretta architettura dell’organo, o la coltivazione in vitro di tessuti epiteliali.)

Tra gli indirizzi principali individuati nel documento: la sensibilizzazione del mondo politico nazionale, la diffusione a tutti gli attori coinvolti dei principi etici e dei nuovi indirizzi formativi, l’approfondimento e la diffusione di approcci sperimentali innovativi, l’aggiornamento dei criteri di finanziamento delle ricerche e la modifica del sistema di rendicontazione dei progetti sperimentali, con la previsione di premialità per quelli più rispettosi degli animali. A livello autorizzativo si punta all’implementazione – nell’ambito della procedura di valutazione tecnico-scientifica delle sperimentazioni prevista dal decreto legislativo 26/14 – del principio delle 3R (Reduction, Refinement e Replacement), ovvero la riduzione del numero degli animali, il perfezionamento di metodi che ne alleviano o riducono al minimo la sofferenza e lo stress, infine la sostituzione dei metodi di sperimentazione animale con metodi che non coinvolgono gli animali.

Proposte che sono state condivise da tutti i partecipanti al convegno: rappresentanti dell’assessorato regionale alle Politiche per la salute, ministero della Salute, Farmindustria, Istituto Superiore di Sanità, Centro 3R, Piattaforma italiana per i metodi alternativi, Centro di Referenza Nazionale per i metodi alternativi, Gruppo di lavoro sui metodi alternativi in seno al Comitato Nazionale per la Protezione degli Animali usati per scopi scientifici e Lega Anti Vivisezione.

“La Regione Emilia-Romagna- commenta l’assessore alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini- è stata tra le prime in Italia a dotarsi di una legge per la tutela della vita e del benessere degli animali nell’ambito della ricerca scientifica, e i vent’anni del Comitato Etico Regionale testimoniano come da molto tempo sia alta la sensibilità verso questo tema. La proposta che lanciamo oggi ci auguriamo possa rappresentare, anche a livello nazionale, un ulteriore passo avanti per la tutela degli animali e il progressivo abbandono delle tecniche che ne prevedono ancora l’utilizzo”.

L’impegno della Regione Emilia-Romagna

Dal 2012 al 2019 la Regione Emilia-Romagna ha destinato 400mila euro al finanziamento di 12 progetti finalizzati allo studio di metodi di ricerca alternativi alla sperimentazione animale, inizialmente individuati direttamente dal Comitato Etico poi selezionati attraverso un bando.

Nel 2022 sono stati stanziati 100mila euro per finanziare 6 borse di ricerca da 15mila euro per lo studio di metodologie in campo medico che escludano il ricorso alla sperimentazione su animali di laboratorio e per premiare con 1.000 euro l’una le 10 migliori tesi di laurea magistrale sulle metodologie che mirano a non utilizzare gli animali nella ricerca o, in alternativa, a ridurre o sostituire il loro uso.

I 20 anni del Comitato Etico Regionale

Istituito dalla legge regionale n.20 del 2002 il Comitato Etico Regionale ha il compito di promuovere la tutela degli animali nell’utilizzo ai fini sperimentali e negli altri fini scientifici e didattici, mediante la diffusione di metodologie sperimentali innovative che non facciano ricorso ad animali vivi. In particolare, ha compiti di proposta e di monitoraggio e valutazione dell’attività svolta dagli OPBA (Organismi Preposti al Benessere Animale, presenti per legge in ogni Istituto scientifico/Ateneo nel quale si pratica la ricerca). A partire dal 2019 il Comitato Etico è composto da rappresentanti degli OPBA delle Università della Regione, della Lega Anti Vivisezione e da un esperto dell’Istituto Superiore di Sanità. Il Comitato sovvenziona i progetti di ricerca e le altre attività sui metodi alternativi, utilizzando le risorse appositamente stanziate nel bilancio regionale.

















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