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Cantieri del tram, incontro tra il Presidente Cna Bologna Gramuglia e il Sindaco Lepore

Un osservatorio che tenga sotto controllo lo stato di avanzamento dei cantieri del tram e i problemi delle aziende che si trovano nell’area. Un fondo di sostegno per le imprese in difficoltà causa cantieri che non preveda interventi a pioggia ma mirati per le aziende che hanno maggiormente bisogno. Un piano di comunicazione ad hoc con numero verde, sito, corner informativi.

Sono stati questi alcuni dei punti condivisi tra il Sindaco Matteo Lepore e il Presidente di Cna Bologna Antonio Gramuglia al termine dell’incontro che si è svolto ieri sera nella sede di Cna. Un incontro al quale sono intervenuti l’Assessora Luisa Guidone, il Direttore di Cna Bologna Claudio Pazzaglia e una trentina di dirigenti e funzionari Cna.

Cna ha calcolato che sono circa 600 le sue imprese associate coinvolte dalla Linea Rossa del tram, 200 direttamente sul fronte cantiere, le altre 400 nelle aree circostanti entro un raggio di cento metri. Cna ha anche realizzato un sondaggio per capire il “sentiment” delle imprese bolognesi coinvolte: molta preoccupazione, timore che i lavori durino più del previsto, paura per un calo di clienti e di fatturato.

“Siamo soddisfatti – ha detto il Presidente Antonio Gramuglia al termine dell’incontro – il Sindaco ha accettato la nostra proposta di un osservatorio di monitoraggio, rilevante la promessa di Sindaco e Assessore di incontrare le nostre aziende una ad una, comprese quelle che non sono direttamente sul fronte cantiere. È stato apprezzato il nostro lavoro preparatorio, con uno strumento che geolocalizza tutte le imprese coinvolte, strumento che verrà utilizzato anche dai tecnici del Comune. Condividiamo ‘l’approccio sartoriale’ come l’hanno definito Sindaco e Assessora nell’analizzare i problemi che dovranno affrontare le imprese”.

Cna aveva chiesto anche una fiscalità di vantaggio per le imprese che duri un tempo superiore alla durata del cantiere, insieme a contributi a fondo perduto e a servizi gratuiti per sostenere le spese correnti generate dal cantiere.

“Vogliamo fare un bel lavoro, rispettando i tempi per non perdere i finanziamenti, ovvero cantieri chiusi entro il 2026 – ha spiegato il Sindaco Matteo Lepore -. L’osservatorio certamente sarà molto utile. Abbiamo creato un fondo di sostegno che le aziende potranno utilizzare per sviluppare progetti di formazione, ristrutturazione, anticipi su spese programmate. Il lavoro delle associazioni come Cna sarà fondamentale per farci dialogare correttamente con le aziende”.

“Stiamo già incontrando le associazioni una volta la settimana – ha proseguito Luisa Guidone – il nostro è un ‘metodo sartoriale’ nei confronti delle aziende interessate dal cantiere, ascoltarle una per una, entro la fine di aprile-inizi maggio coinvolgeremo quelle interessate dai primi cantieri anche alla presenza del direttore dei lavori. Dunque, massima trasparenza e massima comunicazione”.

 

Le aziende Cna interessate dal cantiere sono seicento

Cna ha “mappato” la zona interessata dai cantieri della linea rossa del tram ed ha verificato che sono duecento le imprese socie Cna che si trovano di fronte al cantiere. Ma se la zona si estende anche al cosiddetto “cono d’ombra” del cantiere, ovvero nell’area entro i cento metri dal cantiere, le imprese coinvolte salgono a seicento.

Le imprese “fronte cantiere” sono prevalentemente pubblici esercizi, commercio e turismo (il 24%) e aziende che svolgono servizi professionali e consulenziali (25%). Importante anche la presenza di servizi alla persona (acconciatori, autoriparatori ecc.) al 15%, aziende del settore trasporti (13%), aziende edili ed impianti (13%), studi medici ed odontotecnici (8%).

Allontanandosi ed entrando nel “cono d’ombra” del cantiere aumentano le imprese della produzione (4%), dei servizi alla persona (17%), gli edili e gli impiantisti (16%). Restano comunque prevalenti i pubblici esercizi (22%) e i servizi professionali (24%).

Molto preoccupata di perdere clienti, esigente nel rispetto dei tempi e in una efficace mobilità alternativa, bisognosa di ristori: l’identikit dell’impresa sul cantiere

È a conoscenza del fatto che la zona dove ha sede la sua impresa sarà interessata dai cantieri ma senza sapere con precisione quando questi inizieranno e come funzionerà la circolazione.

È molto preoccupato per l’impatto che avranno i cantieri, in particolare col timore che i lavori proseguano oltre i tempi previsti e che i suoi clienti non riescano a raggiungere la sua impresa.

A Cna chiede che ottenga dal Comune una mobilità efficace alternativa per le zone interessate dal cantiere, il rispetto dei tempi dei cantieri e la possibilità di ottenere ristori compensativi per questo pesante disagio.

È questa la fotografia dell’imprenditore bolognese che ha la sua sede nei quartieri cittadini interessati dai lavori del tram, come emerge da un sondaggio realizzato da Cna tra un campione di un migliaio di sue imprese associate.

Il 40% delle imprese, dunque, è sicuro che avrà a che fare coi cantieri e il 15% lo ritiene molto probabile. Ma di questi solo uno su quattro conosce tempi precisi di inizio-fine dei cantieri e quali siano i percorsi alternativi alla circolazione durante i lavori.

La preoccupazione delle imprese è elevata: il 34% si dice molto preoccupato, il 27% abbastanza. Esiste però anche una parte più “tranquilla”: il 26% è poco preoccupato e il 10% per nulla. Quali i motivi della preoccupazione lo dicono nella risposta successiva: il 51% teme un prolungamento eccessivo dei lavori, il 46% la difficoltà dei clienti a raggiungere la sua impresa, il 29% un calo del fatturato.

Cosa dovrebbe chiedere dunque Cna al Comune per ridurre l’impatto dei cantieri sulle imprese? Il 31% chiede una mobilità alternativa efficace per le zone interessate, il 24% il rispetto dei tempi previsti del cantiere, il 12% la possibilità di ottenere ristori per le aziende interessate dai lavori.

E una volta col tram in funzione, cosa si aspettano le imprese sulla mobilità? Il 41%, ha una visione pessimistica ovvero che la mobilità bolognese peggiorerà, mentre un 32% crede al contrario in un miglioramento. Per un 12% resterà invariata: né peggioramenti né miglioramenti.

















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