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Entra in funzione il supercomputer Leonardo, inaugurato al Tecnopolo di Bologna alla presenza del presidente della Repubblica, Mattarella

Il presidente Mattarella accolto da Bonaccini e Lepore al Tecnopolo

Si alza il sipario su Leonardo. Alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato ufficialmente inaugurato questa mattina il supercomputer europeo che ha sede al Tecnopolo di Bologna. L’infrastruttura, che sarà gestita da Cineca, garantirà l’80% della potenza di calcolo italiana e oltre il 20% di quella europea. Una capacità senza precedenti nel nostro Paese e che sarà al servizio non solo del territorio e dell’Italia, ma dell’Unione Europea: Leonardo, infatti, è stato recentemente classificato come il quarto supercomputer più potente al mondo e sarà destinato a progetti di ricerca, uso scientifico e accademico e applicazioni industriali.

Con l’arrivo della nuova ‘macchina’ da 240 milioni di euro (120 dal Governo e 120 dalla Ue), il Tecnopolo – cuore della Data Valley dell’Emilia-Romagna insieme alle Reti regionali Tecnopoli, Alta Tecnologia, Alta Formazione – si conferma sempre di più come una vera e propria cittadella della scienza, grazie agli investimenti della Regione per il recupero urbanistico e l’infrastrutturazione dell’area ex Manifattura Tabacchi, progettata da Pier Luigi Nervi, via via restituita alla città. Qui è già attivo il Data Center del Centro Meteo Europeo per le previsioni a medio termine e presto vi si trasferiranno anche l’Agenzia Italia Meteo, la Fondazione internazionale Big Data e intelligenza artificiale per lo sviluppo umano (iFab), voluta dalla Regione, laboratori, Centri di ricerca come Infn, Cineca e Cnr. Con l’arrivo previsto a Bologna di circa 1.500 ricercatori scientifici da tutto il mondo.

Insieme al Capo dello Stato, alla cerimonia al Tecnopolo hanno partecipato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, il sindaco della Città Metropolitana di Bologna, Matteo Lepore, la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, il presidente del Cineca, Francesco Ubertini, il direttore Generale Reti di comunicazione, contenuti e tecnologia della Commissione Europea, Roberto Viola.

“Oggi è una data storica per l’Emilia-Romagna e il nostro Paese – afferma il presidente Bonaccini – e a nome di tutta la comunità regionale ringrazio il presidente Mattarella per aver accettato ancora una volta di essere qui con noi. Ospitiamo con orgoglio sul nostro territorio questa infrastruttura che sarà al servizio dell’Italia e dell’Europa per competere con i colossi internazionali sul campo del supercalcolo e dei big data: il terreno su cui oggi bisogna essere per vincere le sfide del presente e del futuro. Leonardo sarà una piattaforma al servizio della crescita sostenibile, dell’innovazione e dello sviluppo umano. Vogliamo attirare qui conoscenze, professionalità e talenti, in un ecosistema regionale che vede insieme università, centri di ricerca e sistema produttivo, impegnati su obiettivi condivisi nel Patto per il Lavoro e per il Clima con tutte le parti sociali. Primi fra tutti nuova e buona occupazione, transizione ecologica e digitale, riduzione delle distanze sociali e territoriali”.

“L’Emilia-Romagna è da più di cinquant’anni la patria del supercalcolo italiano, grazie alla presenza di Cineca e all’impegno delle università. Oggi rafforziamo la nostra Data Valley, ormai di livello internazionale. Vogliamo continuare ad essere protagonisti dell’innovazione robotica, tecnologica e digitale – conclude Bonaccini -, lo dobbiamo alle nuove generazioni: la possibilità di costruire una società migliore, più inclusiva, sostenibile e solidale e a misura di cittadino passa da scelte strategiche come quella di oggi”.

Con Leonardo, l’Italia e l’Emilia-Romagna da oggi ospitano uno dei tre precursori europei dei sistemi di classe exascale, finanziati dalla EuroHPC Joint Undertaking e dal ministero dell’Università e della Ricerca, grazie a una performance di 174,7 petaflop. Il progetto fa parte delle azioni che l’Unione Europea sta mettendo in atto per sostenere la diffusione dell’High Performance Computing come forza trainante per la crescita e l’innovazione. Il 50 per cento della potenza di calcolo generata da Leonardo sarà infatti a disposizione degli istituti di ricerca e delle università italiane; il resto sarà utilizzato dai ricercatori europei.

Proprio in quest’ottica, oggi stesso, al termine della cerimonia di inaugurazione, è stato firmato il primo accordo di trasferimento tecnologico basato sul supercomputer Leonardo con un’azienda privata, la Dompé farmaceutici.  La collaborazione prevede 1 milione di ore di calcolo che saranno destinate ad accelerare la ricerca contro le pandemie e lo sviluppo di nuovi farmaci per malattie ad alto fabbisogno di cura attraverso la piattaforma Exscalate di Dompé farmaceutici.

“È una grande soddisfazione per me inaugurare il supercomputer europeo Leonardo, uno tra i più potenti supercalcolatori al mondo, frutto di un grande investimento dell’Europa, con l’impresa comune EuroHPC, e del Ministero dell’Università e della Ricerca – osserva il presidente del Cineca, Ubertini -. Un progetto complesso, a partire dal design del sistema, configurato per sostenere una grande capacità produttiva orientata alla sostenibilità, fino alla costruzione del datacenter che lo ospita, una casa su misura sotto la volta di Pier Luigi Nervi al Tecnopolo di Bologna. Leonardo – continua – non è un fatto episodico o fortuito, ma si inscrive nella storia di Cineca, cominciata più di 50 anni fa. Se Cineca oggi è uno dei più riconosciuti centri di supercalcolo a livello mondiale è grazie al sostengo del sistema nazionale delle Istituzioni di ricerca, dall’azione d’indirizzo del governo nazionale, e dalla capacità di sviluppare competenze specialistiche di alto livello per affiancare scienziati e tecnologi, Istituzioni di ricerca e imprese. Leonardo, infatti, non è un sistema isolato ma il centro di un ecosistema che moltiplica le opportunità e innesca nuove traiettorie, alcune già concrete, altre che oggi solo intravediamo o immaginiamo e che potrebbero divenire presto realtà”.

“Leonardo non è un fine ma un mezzo, non ha valore per sé ma per ciò che permette di fare – prosegue Ubertini -. Alla comunità scientifica, ma anche al mondo economico-produttivo e alla Pubblica Amministrazione: dall’osservazione del cosmo alla scienza dei materiali, dalla space economy ai cambiamenti climatici, dalla genomica ai gemelli digitali di città e della Terra, dalla previsione di eventi naturali estremi alla medicina personalizzata, dalle energie rinnovabili alla cybersecurity, dall’agrifood al patrimonio culturale, al contrasto alle frodi. Starà a tutte e tutti noi impegnarci affinché Leonardo generi le opportunità attese- conclude- e sviluppi tutto il suo potenziale innalzando la frontiera della conoscenza per dare un forte impulso all’innovazione digitale del Paese e dell’Europa”.

“Oggi siamo qui per celebrare un momento importante per la nostra città.
L’inaugurazione del Supercomputer Leonardo ci lancia verso la rivoluzione digitale, grazie ad una forte capacità di lavoro comune, tra istituzioni, mondo accademico e realtà economiche – ha dichiarato il sindaco Matteo Lepore in occasione dell’inaugurazione –
Una rivoluzione che ci consentirà di esplorare le frontiere della ricerca e dello sviluppo tecnologico, di migliorare la nostra capacità di compiere le scelte giuste per le nostre comunità. Penso ai cambiamenti climatici e alle conseguenze di eventi naturali sempre più estremi; alla pandemia e agli effetti che questi fenomeni hanno avuto o stanno avendo sulla crescita delle disuguaglianze o sulla nostra salute.

Bologna, insieme ad altre nove città italiane, è entrata a far parte della Missione della Commissione Europea delle città intelligenti a impatto climatico zero entro il 2030. Cento città in tutta l’Europa, che dovranno sperimentare politiche urbane avanzate per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica, con una missione di servizio verso tutte le altre, condividendo modelli ed esperienze. Un obiettivo che potremo raggiungere solo costruendo alleanze: con la scienza, tra istituzioni e – cosa in cui credo fortemente – tra città.

Anche per questo, il Comune di Bologna ha iniziato a lavorare con Barcellona e il suo centro di calcolo per la realizzazione di un gemello digitale delle due città, firmando un accordo inedito.

Abbiamo deciso insieme di rafforzare l’alleanza sul tema del calcolo e del gemello digitale, perché vediamo in questa dimensione la chiave di volta per affrontare questioni come la transizione ecologica, l’inclusione sociale dei nostri cittadini e la democrazia.

Sarà l’occasione per sviluppare un pensiero ed una strategia attorno al tema del governo democratico delle piattaforme e degli algoritmi, il governo dello sviluppo digitale, l’uso etico e responsabile dell’intelligenza artificiale, il rispetto dei diritti digitali e la promozione dell’uso pubblico e cittadino degli open e big data.

La potenza di calcolo che inauguriamo oggi – la quarta in ordine di capacità nel mondo – ci consentirà di realizzare tutto questo: individuare soluzioni operative tramite le simulazioni, ma ci sfiderà altrettanto nel campo del pensiero applicato filosofico e politico.

Il Tecnopolo sorge sulle ceneri della Manifattura Tabacchi e i suoi capannoni realizzati negli anni ’50. Qui lavoravano nel periodo di massima espansione più di mille persone. Un luogo di emancipazione e di lotte per i diritti.

L’idea stessa del Tecnopolo nasce da una vertenza sindacale, una lunga trattativa con la multinazionale, che aveva acquisito la Manifattura e poi chiuso lo stabilimento. L’idea cioè di salvare una parte dell’occupazione esistente investendo in una ‘fabbrica’ di tipo diverso, che non trattasse più tabacco, ma conoscenza e futuro. Vorrei oggi ricordare quelle lavoratrici e quei lavoratori e la Regione Emilia-Romagna che si è adoperata nel tempo con pervicacia e competenza per questa soluzione. Al loro impegno e ai loro sogni dobbiamo la scintilla che ha acceso tutto questo.
Ecco, la memoria è per noi una giusta consapevolezza da cui partire, per fare le cose.

Bologna ha deciso ad esempio di promuovere un progetto denominato “Città della Conoscenza” finanziato dai fondi PNRR. Un progetto che muove nel quadrante nord-ovest della città, tra la Stazione 2 Agosto e il luogo dove siamo ora; un’area di 500 ettari con una concentrazione importante di poli di ricerca e di innovazione, a partire dal Cineca e dal Centro Meteo.
Poli che vogliamo connettere in un Rete metropolitana della Conoscenza, recuperando altre aree dismesse dall’Appennino alla pianura imolese. Un progetto fortemente orientato all’innovazione e allo stesso tempo ancorato alla storia. Farà perno infatti sul Polo della Memoria Democratica, un centro di ricerca e studio del pensiero critico, che ospiterà il più importante archivio di storia contemporanea del Paese, con una dotazione di 8 mila metri quadrati all’interno della Stazione Alta Velocità.

La strada che siamo chiamati a costruire insieme – ha proseguito il Sindaco – non riguarda solo il tipo di sviluppo tecnologico ed economico del quale saremo capaci, ma quale governo democratico dei dati vogliamo promuovere. Come possiamo rendere questo patrimonio un bene pubblico e accessibile a tutti i cittadini e le cittadine, senza lasciare indietro nessuno.

Bologna è per eccellenza una terra scelta ogni anno da migliaia di giovani. Ogni dieci anni infatti la nostra popolazione cambia di un quarto e 2 immigrati su 3 sono di nazionalità italiana. Vengono qui per motivi di studio e di lavoro, per realizzare i loro progetti di vita. E noi vogliamo sempre più essere all’altezza dei loro sogni e delle loro aspettative.

Da Bologna, capitale dei dati, mi auguro che la Repubblica Italiana e l’Europa investano di più sulla scienza e la ricerca affinché siano gli uomini e le donne a guidare le tecnologie e non viceversa. Sulla disponibilità di alloggi pubblici e dignitosi per studenti, ricercatori e lavoratori. Accanto a una grande capacità di calcolo, infatti, servirà una grande quantità di democrazia e uguaglianza, la frontiera delle opportunità. Questo sogno da Sindaco, per la nostra città e per la mia patria, seguendo fedelmente il dettato costituzionale, già alle origini così lungimirante. In conclusione – ha aggiunto – prendo a prestito una semplice e amorevole espressione di Renzo Imbeni: lavoreremo insieme e lo faremo bene. Ebbene sì, solo così potremo consegnare alle nuove generazioni un mondo migliore”.

Supercomputer Leonardo

Dalle energie rinnovabili alla medicina personalizzata, le applicazioni

Leonardo e i supercomputer EuroHPC JU sono resi accessibili ai ricercatori europei del mondo accademico, degli istituti di ricerca, delle autorità pubbliche e dell’industria con sede negli Stati membri della UE o in un Paese associato a Horizon, per sviluppare nuove applicazioni in aree come intelligenza artificiale e medicina personalizzata, fonti di energia rinnovabile, progettazione di farmaci e materiali, bioingegneria, previsioni meteorologiche e lotta al cambiamento climatico.

La fase di pre-produzione del supercomputer è già iniziata. Il bando LEAP (Leonardo early access program) è rivolto a progetti con un elevato impatto scientifico, in grado di sfruttare una disponibilità estremamente ampia di risorse computazionali. I ricercatori di tutti i settori della scienza, dell’industria e del settore pubblico possono presentare le loro proposte, indipendentemente dalla loro nazionalità. I progetti selezionati avranno accesso al sistema da gennaio 2023. Leonardo diventerà pienamente operativo per gli utenti a fine marzo 2023.

















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