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Lapam a Roma per l’assemblea Confartigianato con la presidente Meloni

Luppi: “Attendiamo i fatti”

“Nei prossimi anni vorremmo considerarci come artigiani dell’Italia, occupandocene con la stessa meticolosità, dedizione, pazienza e amore con cui un artigiano si occupa dei suoi prodotti. Sappiate che il Governo rema nella stessa vostra direzione, non contro di voi”. Con queste parole la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha risposto alle richieste di Marco Granelli, presidente nazionale di Confartigianato, all’assemblea di Confartigianato riunita a Roma che ha visto la partecipazione di una cinquantina di imprenditori modenesi. Gilberto Luppi, presidente di Lapam Confartigianato, commenta così la giornata: “La presidente del Consiglio ha fatto diverse proposte per il rilancio dell’economia, anche se i fondi sono limitati e l’intervento più importante sarà quello sull’energia sulla scorta di quanto giù previsto dal premier Draghi: a nostro avviso non poteva andare diversamente. Quello che chiediamo è un nuovo patto di fiducia tra lo Stato e le imprese per uno sviluppo economico, sociale e nell’ottica della sostenibilità del nostro Paese. L’auspicio è che alle promesse seguano i fatti”.

Luppi affronta diversi temi fra cui il caro energetico, bonus edilizi, il lavoro: “Lapam Confartigianato chiede di smetterla con gli approcci ideologici, rimettendolo al centro dell’azione politica, puntando sull’apprendistato, sull’alternanza scuola lavoro, nell’istruzione professionalizzante e su politiche attive moderne ed efficaci che partano dai reali fabbisogni delle imprese”.

L’assemblea si è aperta con la lettura del messaggio inviato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Rinnovare, rafforzare la competitività delle piccole imprese e dell’artigianato significa promuovere eccellenze del nostro Paese e, per quanto riguarda l’artigianato di produzione, integrare filiere, rilanciare economie delle aree interne anche con effetti perequativi di lungo termine. E’ un’opportunità di incoraggiamento dell’imprenditorialità giovanile e un catalizzatore di flussi di capitale umano”.

La Presidente Giorgia Meloni ha replicato: “In un mese abbiamo già incontrato parti sociali e imprese. Come voi credo nel valore centrale dei corpi intermedi. Vorrei un confronto stabile sulla strategia di questa nazione, perché il problema dell’Italia è che le è mancata una strategia e invece ha un disperato bisogno di scegliere dove vuole andare e cosa vuole essere e coinvolgere tutti gli attori della nazione dell’economia per puntare a un obiettivo”.

Meloni ha poi affrontato il tema della difesa del made in Italy, segnalando che “nei prossimi giorni vogliamo accompagnare la manovra finanziaria con allegato ad hoc dedicato alla valorizzazione e la tutela del Made in Italy, della proprietà intellettuale, della lotta alla contraffazione. Questo sarà oggetto del nostro confronto”.

Sulla riduzione del costo del lavoro, Meloni ha sottolineato che “l’orizzonte della legislatura è un taglio del 5% almeno” del cuneo fiscale “due terzi al lavoratore, un terzo all’azienda. Anche l’azienda deve avere un beneficio dal taglio del cuneo fiscale”. E sempre in tema di lavoro, ha aggiunto: “Dalla legislatura precedente usciamo con la concezione che la povertà la potevi abolire con un decreto, che la crescita si possa fare con una norma dello Stato ma lo Stato non crea crescita, lo fanno le aziende. Allo Stato compete di mettere nelle condizioni di lavorare, non mettere i bastoni tra le ruote“. E ancora sul reddito di cittadinanza, ha spiegato: “Se avessimo avuto più tempo avremmo potuto fare la riforma organica che faremo. Ma siamo rimasti fedeli al nostro principio: uno Stato giusto non mette sullo stesso piano dell’assistenza chi può lavorare e chi non può lavorare”.

E sui bonus edilizia, Meloni ha detto: “Oggi abbiano dovuto correggere la norma, quello che ci preme è il pregresso perché ora ci ritroviamo con i cassetti fiscali delle banche pieni e le cessioni di nuovi crediti vuote”. Ha quindi ammonito: “Lo Stato ce la metterà tutta, ma le banche qualcosa di più possono fare”, assicurando che, rispetto ai cosiddetti ‘esodati del 110’ “noi faremo quello che possiamo per dare una mano, purché anche altri ci diano una mano”.

 
















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