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Castelnovo Monti, Enrico Bini e Carlo Boni sulla situazione sanitaria in Appennino

“Lavoriamo quotidianamente sui temi dell’Ospedale e del Punto Nascite: le risorse in termini di personale e finanziamenti tengano conto dell’asse con tre ospedali principali in provincia”

In relazione al dibattito che si è sviluppato nell’ultima seduta del Consiglio comunale sull’Ospedale Sant’Anna e il Punto nascite, intervengono il Sindaco di Castelnovo, Enrico Bini, e il Consigliere delegato alla sanità e capogruppo di maggioranza, Carlo Boni.

“Voglio ringraziare i gruppi di minoranza per il loro contributo” afferma Bini. “Anche quando i documenti presentati hanno toni fortemente critici – prosegue – come nel caso dell’interpellanza del gruppo Castelnovo ne’ Cuori, pongono comunque all’attenzione temi che sono importanti. Quando si riescono a mantenere toni costruttivi, pur evidenziando argomenti che presentano oggettivamente dei problemi con i quali ci confrontiamo quotidianamente, è più facile trovare una linea comune che ci consenta di lavorare uniti, come è avvenuto con la mozione presentata dal consigliere del Gruppo misto Giorgio Caselli e approvata all’unanimità. Questa Amministrazione è in contatto quotidiano sia con l’Ausl, per discutere le difficoltà dell’Ospedale Sant’Anna, che con la Regione, per chiedere l’attuazione degli impegni presi in più occasioni sul Punto nascite”.

Aggiunge Carlo Boni, consigliere comunale ed anche medico pediatra: “Il presupposto per discutere del punto nascite è che il servizio a Castelnovo non andava chiuso. Come ho detto anche in Consiglio, abbiamo ripetuto in più occasioni che la chiusura era un errore, che il limite dei 500 parti andava valutato in base alle reali condizioni organizzative dei punti nascite. Tali condizioni a Castelnovo Monti, grazie alla passata direzione generale del Dottor Fausto Nicolini erano state portate a livello ottimale, con la presenza del rianimatore sulle 24 ore, il pediatra sempre presente ai parti, la reperibilità del neonatologo dal Santa Maria Nuova di Reggio, l’invio delle gravidanze a rischio allo stesso Santa Maria Nuova.
Ora che il servizio è stato chiuso, riaprirlo sarà estremamente complicato. La grave carenza di specialisti in tutta la regione e in tutto il Paese rende difficilissimo ricostruire l’organizzazione a suo tempo approntata. Anche perché appare molto complicata la situazione in molti reparti degli ospedali di tutta la regione, con carenze a tutti i livelli: anche la medicina generale del nostro ospedale e le attività specialistiche ambulatoriali sono in grave difficoltà a causa di una carenza di organico, alla quale dobbiamo sommare gli arretrati seguiti alla pandemia, che vengono smaltiti con grande fatica”.
Conclude Boni: “Tutto questo non può certo inibire i nostri sforzi a favore della riapertura del punto nascite e del potenziamento del nostro ospedale nell’ottica del mantenimento di tre soli poli ospedalieri  completamente strutturati in provincia: Castelnovo Monti, Reggio e Guastalla.
Questo è punto fondamentale per razionalizzare le risorse e utilizzarle finalmente là dove serve. La grave difficoltà in cui versa la sanità provinciale, regionale e nazionale non può che preoccuparci Chiediamo ancora una volta la più attenta considerazione per la nostra sanità, pilastro fondamentale per ogni comunità ma ancor più per le zone montane, dove rappresenta un argine di tenuta socio economica irrinunciabile. Sono necessari, anzi fondamentali finanziamenti e incentivazioni per porre mano alle carenze di organico. Così come è necessario dare seguito senza incertezze al piano per la riorganizzazione dei servizi sanitari territoriali licenziato dal Ministero della Salute di concerto con il MEF a febbraio di quest’anno nel contesto del PNRR. Occorre ribadire con forza la priorità degli investimenti in sanità ed il suo potenziamento proprio in quelle aree che altrimenti rischiano lo spopolamento, condizione questa che, come più volte ribadito, andrebbe a discapito di tutti, non solo delle aree montane. Un quadro ormai chiaro e sottolineato da più voci, ma alle parole occorre far seguire scelte conseguenti”.
Conclude Bini: “Il nostro lavoro per sostenere azioni che portino al raggiungimento di questi obiettivi è quotidiano come ho avuto occasione di accennare: non c’è alcun immobilismo o tentennamento da parte nostra quando si parla dell’ospedale Sant’Anna e dei suoi servizi, ma dobbiamo forzatamente tenere conto del contesto provinciale, regionale e nazionale in cui ci muoviamo, e che vede la sanità pubblica dover affrontare palesi difficoltà legate anche a un momento storico che l’ha messa duramente alla prova”.

















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