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Ricettazione e riciclaggio di preziosi: la Polizia di Stato di Reggio Emilia esegue misure cautelari personali

Personale della Questura di Reggio Emilia, nell’ambito di articolati indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia, nella giornata di mercoledì 28 settembre, ha dato esecuzione a due misure cautelari personali, della custodia in carcere, e reali, del sequestro preventivo, emesse dal GIP a carico dei presunti autori dei reati di ricettazione e riciclaggio di preziosi.

In particolare le indagini sono partite nel 2019 monitorando un giovane ritenuto autore di plurimi furti in abitazione. L’uomo è stato nel frattempo condannato per la commissione dei furti.

La Squadra Mobile, coordinata dalla Procura della Repubblica, ha cercato, in particolare, di risalire la catena criminale al fine di individuare il canale di ricettazione e riciclaggio dei proventi dei furti. Dapprima si è approfondita la figura di un 41enne, residente in città, già gravato da precedenti specifici di ricettazione.

Gli approfondimenti investigativi, nella prospettazione accusatoria ancora in fase di indagini preliminari, hanno consentito di individuare in un compro oro, ubicato in provincia, il canale con cui i preziosi venivano “ripuliti” e reimmessi nel circuito, legale, di commercio dei preziosi.

Sulla scorta dell’attività di tecnica, gli investigatori della Squadra Mobile hanno documentato tre cessioni di significativi quantitativi di preziosi. Per alcuni di questi è stata ricostruita la provenienza furtiva e si è potuto procedere alla restituzione agli aventi diritto.

Approfondendo la gestione del compro oro, amministrato dal secondo destinatario della misura cautelare, è emerso come vi fosse un metodo ricorrente consistente nell’attribuire ad ignari soggetti il conferimento, in realtà mai avvenuto, di preziosi di varia natura; alla luce delle risultanze investigative, è apparso logico ritenere che tale metodo fosse adottato per consentire di conferire, anonimamente, all’esercizio del Compro Oro dei preziosi “scomodi” perché provento di furto o di altro delitto.

Complessivamente, analizzando i file della contabilità rinvenuti nel corso di perquisizione presso il Compro Oro, la Polizia di Stato ha identificato ed escusso 39 persone che, a vario titolo, hanno escluso di avere conferito, complessivamente, 1,602 chili di oro e 6,633 chili di argento nonché di avere ricevuto, quale controvalore per gli asseriti conferimenti, Euro 44.771,00. La difformità, palese, tra risultanze documentali e gli effettivi conferimenti di preziosi, avevano già consentito di sottoporre a sequestro preventivo, nel corso delle indagini, l’esercizio di Compro Oro.

Il GIP del Tribunale, su richiesta dalla Procura della Repubblica, oltre alle misure cautelari personali ha disposto, anche, la misura cautelare reale del sequestro preventivo, diretto, del prodotto del reato di riciclaggio (allo stato, nel corso delle indagini, sono stati sequestrati oltre cinque chili di preziosi di vario genere: orologi, pietre preziose, monili in oro) nonché il sequestro, anche per equivalente, di quei preziosi che non sono più stati rinvenuti, nel corso delle indagini, nella disponibilità degli indagati.

In esecuzione del sequestro per equivalente si è proceduto, a carico di uno dei destinatari alla misura custodiale, al sequestro di un’autovettura, di un orologio di pregio e di un anello in via di valutazione. Nel corso di ulteriori perquisizioni disposto dalla PM procedente a carico di altri indagati, pressoché privi di reddito, lecito, gli uomini della Squadra Mobile hanno rivenuto sei orologi di pregio per un valore di oltre 60.000 euro. I preziosi sono stati sottoposti a sequestro anche al fine di verificarne, con la casa madre, la eventuale provenienza delittuosa.

 

















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