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Agricoltura, a disposizione 913 milioni di euro per l’Emilia-Romagna nella programmazione dei Fondi europei

Oltre 913 milioni di euro per l’Emilia-Romagna, 132 in più confrontando le risorse 2014-20 con quelle del periodo 2021-27.

È uno dei risultati dell’accordo tra le Regioni per il riparto del Fondo europeo per l’agricoltura.
L’intesa è stata approvata dalla Conferenza Stato-Regioni e vede l’Emilia-Romagna al primo posto per valore delle risorse assegnate fra le regioni del centro nord.

In sostanza nell’accordo raggiunto sul Fondo europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale (Feasr), la Regione per il periodo 2023-2027 potrà contare su 913,2 milioni di euro, così suddivisi: quasi 372 milioni di risorse comunitarie, 379 milioni di finanziamento statale e 162,5 milioni a carico del bilancio regionale.

“Un traguardo che ci soddisfa molto- commenta l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi -, frutto di un’intensa attività di confronto fra le Regioni e con il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli. Un successo politico importante sia per la disponibilità del Governo di mettere maggiori risorse sia per l’impegno delle Regioni a favore di tutti i territori. In questo modo sarà possibile proseguire, senza rallentamenti, il lavoro per la nuova Politica agricola comunitaria  e dare le risposte necessarie a chiudere il negoziato con la Commissione europea, dando avvio alla fase attuativa della nuova programmazione”.

“Un ringraziamento particolare- chiude Mammi – va al senso di responsabilità di tutte le Regioni in una fase  negoziale complessa e all’intervento del ministro Patuanelli che ha portato alla ridefinizione dei criteri di riparto e ad aumentare in modo significativo il  cofinanziamento delle politiche di sviluppo rurale. Adesso occorre accelerare e semplificare: le imprese aspettano i bandi e vanno accelerate le procedure per gli interventi del Psr nel periodo 2023/2027”.

Le risorse

Confrontando le risorse per la programmazione 2014-20 con quelle del periodo 2021-2027 (che comprende i due anni di transizione 2021 e 2022 più la nuova programmazione 2023-2027), la differenza è di oltre 132 milioni di euro di risorse in più.

Un risultato reso possibile, oltre che dal superamento del criterio dei parametri storici di riparto, dalla maggiore quantità di risorse comunitarie ottenute nel periodo di transizione 21-22 e dal maggiore cofinanziamento nazionale (sia statale sia regionale), per il periodo 2023-2027.

In estrema sintesi, gli elementi alla base del riparto delle risorse per lo sviluppo rurale 2023-2027 sono l’utilizzo di nuovi parametri che hanno consentito di migliorare la posizione regionale, in particolare nei confronti delle aree del centro nord e il superamento del criterio storico, l’Introduzione di strumenti di perequazione per attenuare la riduzione di risorse a disposizione delle Regioni del centro sud, la variazione della percentuale di cofinanziamento comunitario con conseguente maggiore impegno a carico delle risorse statali, ma anche regionali.

















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