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Cybersecurity: boom di reati informatici a Reggio Emilia. Nel 2020 +23,3%

Il 2020 è stato un anno di emergenza anche sul fronte della cybersecurity, con un fortissimo incremento a Reggio Emilia dei reati informatici (+23,3%). Lo evidenzia l’Ufficio studi Lapam Confartigianato che ha realizzato una analisi approfondita su questi reati che, con il diffondersi di strumenti digitali connessi al web, nella nostra vita privata così come sul posto di lavoro, sono in rapido aumento.

In un anno in cui i delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria calano complessivamente in provincia del -21,7%, complice anche la pandemia, le truffe e frodi informatiche – come il phishing e il furto di soldi durante pagamenti online – aumentano del 25% a Reggio Emilia, raggiungendo le 1.728 denunce all’anno. Analogamente i delitti informatici, che comprendono i furti di dati per ricatto o da vendere nel dark web e l’interruzione di servizi e siti web, crescono complessivamente dell’8,9%. Nell’ultimo decennio questi reati informatici sono cresciuti nel reggiano al ritmo dell’11,7% all’anno, più velocemente rispetto al 9,3% medio in regione.

Sempre più imprese percepiscono la sicurezza informatica come un fattore cruciale. Secondo l’ultima indagine Istat sulla situazione e prospettive delle imprese dopo l’emergenza sanitaria oltre due imprese emiliano-romagnole su cinque (il 43,7%) a fine 2021 la ritengono un fattore importante o cruciale, in linea con il dato medio nazionale (43,1%). Anche le micro e piccole imprese (MPI) mostrano una crescente consapevolezza sui rischi della digitalizzazione e dedicano molta attenzione alla sicurezza, in termini di prevenzione di attacchi ed eventuali azioni di recupero dei dati. Come riporta l’indagine Excelsior di Unioncamere-ANPAL, nell’ultimo anno il 40% delle micro e piccole imprese reggiane che vi investe lo ritiene fondamentale per lo svolgimento della propria attività, con una crescita di 7,7 punti percentuali rispetto al periodo 2016-2020.

L’attuale guerra in Ucraina ha messo in evidenza come uno dei caratteri dei nuovi conflitti ibridi sia quello degli attacchi informatici. Le operazioni di guerra cibernetica comprendono l’attacco a siti istituzionali e non, mettendo in primo piano il tema della sicurezza informatica di enti e imprese. Già nel 2019 (ultimi dati a disposizione) il 9,3% delle piccole imprese italiane – con 10-49 addetti – avevano subito almeno un incidente di sicurezza ICT, come l’indisponibilità di servizi ICT, la distruzione o corruzione di dati, o la divulgazione di dati riservati.

 

















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