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Il punto di vista delle donne per un futuro di qualità della vita. Iniziativa mercoledì a Modena

Occupazione, welfare. Il punto di vista delle donne per un futuro di qualità della vita” è l’iniziativa promossa dai Coordinamenti femminili di Cgil Cisl Uil per l’8 marzo, giornata internazionale della donna.

L’iniziativa è prevista per mercoledì 9 marzo dalle ore 9.30 alle 12 in modalità mista, on line e in presenza nel rispetto delle norme a contrasto della pandemia. Sarà possibile partecipare in presenza presso il Salone Corassori della Cgil di Modena (piazza Cittadella, 36), oppure on line sulla piattaforma meetER. Occorre prenotarsi scrivendo a cgilmodena@er.cgil.it entro il 7 marzo indicando se si intende partecipare in presenza o da remoto. Si riceverà conferma dell’avvenuta registrazione e verrà inviato il link per il collegamento. L’iniziativa sarà disponibile dal giorno successivo sui canali You Tube di Cgil Cisl Uil.

Coordina i lavori Rosamaria Papaleo segretaria Cisl Emilia Centrale. L’introduzione è di Aurora Ferrari della segreteria Cgil Modena. A seguire interventi di Linda Laura Sabbadini direttrice centrale Istat e di delegate e attiviste di Cgil Cisl Uil.

Le conclusioni sono di Francesca Salvatore della segretaria nazionale Uil Pensionati.

L’8 marzo non è una festa qualsiasi, ma la  riaffermazione  di un impegno che assume un ruolo particolarmente significativo in un anno in cui le donne sono alle prese con impegni importanti sul fronte sanitario, nella scuola con  tutte le sue difficoltà, nel lavoro che non sempre c’è, con la crisi economica e sociale e i riflessi sulla vita famigliare.

I dati Istat e Cnel ci illustrano che la crescita del Pil in Italia è stata accompagnata dall’aumento dell’impoverimento lavorativo che colpisce soprattutto i giovani e le donne. Queste due categorie   sociali maggiormente vittime della  disuguaglianza lavorativa, hanno sofferto più di tutti la pandemia e le sue conseguenze.

In tempo di pandemia la conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro risulta particolarmente penalizzante per le donne che spesso hanno dovuto seguire i figli a casa in Dad (didattica a distanza) e far fronte al lavoro di cura e ai familiari disabili. Ciò ha portato all’aumento di part-time involontari e in alcuni casi alla perdita del posto di lavoro.

Delegate e attiviste sindacali testimonieranno la loro esperienze di donne lavoratrici.

 

















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