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Lapam, viaggio tra le aliquote Imu in provincia di Modena

Parlare di Imu, l’imposta municipale unica sugli immobili, è sempre delicato perché riguarda la grande maggioranza di cittadini e imprese. Lapam Confartigianato, già da alcuni anni, sta portando avanti attraverso il proprio Ufficio studi una ricerca completa e ricca di dati sui comuni della provincia di Modena.

In particolare, Lapam ha messo sotto la lente sette categorie catastali d’interesse per immobili posseduti e direttamente utilizzati dalle imprese.

Ecco una rapida carrellata dei risultati

Uffici e studi privati. Il Comune con l’aliquota più bassa è Finale Emilia, con l’8,6 per mille, mentre sono 15 i comuni che applicano l’aliquota massima, il 10,6 per mille: Bomporto, Camposanto, Castelnuovo Rangone, Castelvetro, Frassinoro, Serramazzoni, Nonantola, Palagano, Prignano sulla Secchia, Ravarino, San Prospero, Sassuolo, Sestola, Spilamberto e Vignola. Per fare un confronto uno studio con valore imponibile Imu di 122.368 euro paga 1.052 euro l’anno a Finale e 1.297 euro a Spilamberto.

Negozi e botteghe; laboratori per arti e mestieri. Qui le aliquote sono le medesime. Si va dal 5,7‰ di Fiorano e dai 7,6‰ di Castelfranco, Formigine, Maranello e Riolunato, fino al massimo del 10,6 per mille di 12 comuni: Camposanto, Castelnuovo Rangone, Castelvetro, Frassinoro, Serramazzoni, Nonantola, Prignano, Ravarino, San Prospero, Sassuolo, Sestola e Spilamberto. A parità di condizioni un negozio con valore imponibile Imu pari a 81.717€ paga 466€ a Fiorano e 866€ a Nonantola; mentre un laboratorio con valore imponibile Imu pari a 61.387€ paga 349,90€ a Fiorano e 650,70€ a Castelnuovo Rangone.

Opifici. Si va dal 7,6 per mille di Riolunato all’aliquota massima presente in 9 comuni: Camposanto, Castelvetro, Frassinoro, Guiglia, Serramazzoni, Prignano, Ravarino, San Prospero e Sassuolo. In questo caso, opificio con valore imponibile Imu pari a 279.465€ paga 2.123,93€ a Riolunato e 2.962,33€ a Frassinoro.

Alberghi e pensioni. Sugli alberghi è l’Appennino a chiedere meno: il 7,6‰ si registra a Frassinoro, Montefiorino, Palagano e Riolunato, mentre il massimo, sempre il 10,6‰, a Camposanto, Castelvetro, Guiglia, Serramazzoni, Prignano, Ravarino, San Prospero e Sassuolo. Un albergo con imponibile pari a 762.373€ paga 5.794€ a Montefiorino e 8.081€ a Prignano.

Capannoni industriali. Qui il minimo del 7,6‰ è applicato a Castelfranco e a Riolunato, aliquota al top in nove comuni: Camposanto, Castelvetro, Frassinoro, Guiglia, Serramazzoni, Prignano, Ravarino, San Prospero e Sassuolo. A parità di condizioni un’impresa manifatturiera con valore imponibile Imu di 657.721€ paga 4.999€ a Castelfranco e 6.972€ a Sassuolo.

Grandi negozi e supermercati. Come sempre minimo a Riolunato, mentre l’aliquota massima si applica a Camposanto, Castelvetro, Frassinoro, Guiglia, Serramazzoni, Prignano, Ravarino, San Prospero e Sassuolo). Un supermercato con valore imponibile Imu di 580.794€ paga 4.414€ a Riolunato e 6.156€ a Camposanto.

Alcune evidenze. Al netto dei regolamenti diversificati, vi sono alcune evidenze da segnalare. Riolunato prevede l’aliquota più bassa rilevata (7,6‰) per 6 categorie su 7 considerate mentre 7 comuni prevedono l’aliquota massima (10,6‰) per ogni categoria presa in esame: Camposanto, Castelvetro, Serramazzoni, Prignano, Ravarino, San Prospero e Sassuolo. Le principali variazioni nel 2021 rispetto all’anno precedente riguardano Fiorano che cala da 7,6‰ a 5,7‰ l’aliquota per negozi e botteghe e laboratori per arti e mestieri; Medolla che ha incrementato l’aliquota ordinaria applicata a tutte le categorie da 10,1‰ a 10,2‰ e Ravarino da 10‰ a 10,6‰; Fiumalbo ritorna all’aliquota del 9,5‰ per negozi e botteghe e alberghi e pensioni dopo averla ridotta al 7,2‰ nel 2020.

La richiesta. “Lo abbiamo già fatto e torniamo a chiederlo: siamo consapevoli delle difficoltà delle amministrazioni comunali, con cui manteniamo una interlocuzione costante attraverso i dirigenti elettivi delle sedi sparse su tutto il territorio della provincia di Modena – sottolinea Lapam Confartigianato – ma ci sentiamo di reiterare la proposta che abbiamo già fatto in altre circostanze. L’Imu per gli immobili strumentali, cioè per quegli immobili di proprietà dell’azienda che vengono utilizzati per gli scopi dell’azienda stessa, dovrebbe essere tenuta al minimo per le categorie di immobili in cui è fissata per legge e parificata a quella sulla prima casa e quindi tolta nei casi in cui sia possibile farlo. Chiediamo in ogni caso ai comuni della provincia di applicare l’aliquota minima per questi immobili, perché non è giusto chiedere alle imprese di capitalizzare anche attraverso la proprietà degli immobili e poi non prevedere una tassazione migliorativa”.

















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