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Donne Impresa Lapam, Cavalieri “La pandemia ha colpito duramente le autonome, occorrono risorse per sostenere conciliazione e ridurre il gap”

Copyright: Meridiana Immagini – Autore: Riccardo Gallini

“Le imprenditrici hanno pagato il prezzo più alto della crisi pandemica, ma hanno anche saputo affrontare le difficoltà con eccezionali capacità di resilienza, problem solving, abilità multitasking. Su queste doti tipicamente femminili dobbiamo continuare a far leva per essere artefici del nostro futuro”.

Con queste parole, la presidente di Donne Impresa Lapam Confartigianato, Rita Cavalieri, ha sintetizzato l’impegno del movimento che racchiude le imprese a guida femminile, oltre 2.000 in Lapam. “Noi siamo le imprenditrici della resilienza – ha sottolineato la presidente Cavalieri – e Donne Impresa Lapam si impegna a moltiplicare gli sforzi per accompagnare le aziende in un futuro di sviluppo e in un’economia della sostenibilità caratterizzati da sei parole d’ordine: pianeta, persone, profitto, parità, progresso, pace. La storia di un’impresa la fanno le persone e la nostra sostenibilità consiste nel fare bene per i nostri figli e per le nostre comunità. Ricordo inoltre – prosegue la presidente Donna Impresa Lapam – la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, avvenuta proprio in questi giorni, del Fondo per l’imprenditoria femminile. Dovremo coglierne tutte le opportunità per rilanciare le attività d’impresa guidate dalle donne ed uscire da una situazione che ha gravemente penalizzato le imprenditrici”.

A Modena, peraltro, le imprese femminili sono 15.307 il 21,2% del totale, 1.380 delle quali sono guidate da giovani under 35 e 2172 da straniere. Ma di quanto la crisi abbia picchiato duro sul lavoro delle donne lo dicono i dati: nel periodo della pandemia nel Paese si è registrato un calo del 7,8% dell’occupazione femminile indipendente, a fronte del -6,1% registrato dalla componente maschile.

Reggio Emilia, le imprese femminili sono 9.998 il 18,5% del totale, 1.081 guidate da giovani under 35 e 1.697 da straniere. Nel periodo della pandemia nel Paese si è registrato un calo del 7,8% dell’occupazione femminile indipendente, a fronte del -6,1% registrato dalla componente maschile.

Trend negativo anche sul fronte del fatturato delle imprese guidate da donne con una diminuzione di 4,4 punti rispetto alla media. Non va meglio per quanto riguarda gli impegni familiari dove le donne, nel ruolo di genitore, a causa della chiusura delle scuole durante la pandemia hanno sopportato un carico di lavoro doppio rispetto agli uomini.

Conclude Cavalieri: “Nel Pnrr il Governo dedica risorse importanti agli aspetti che possono colmare i gap riguardanti la conciliazione lavoro-famiglia e più in generale in tema di welfare che penalizzano in particolare le donne che svolgono attività indipendente. Si tratta di risorse che vanno utilizzate in fretta per venire incontro a un mondo, quello delle imprese femminili, che va sostenuto anche nell’ottica di rendere duraturo e stabile lo sviluppo”.

















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