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Reggio Emilia: ai domiciliari, non può comunicare con terzi, nasconde il cellulare sotto il materasso

Con la complicità del fratello e di una terza persona, loro prestanome, avevano simulato un maxi furto nella loro azienda di autoricambi con sede in Val d’Enza, per frodare l’assicurazione e incassare circa 30mila euro. Con questa accusa il 20 luglio scorso i carabinieri del nucleo investigativo del Comando Provinciale di Reggio Emilia avevano arrestato i fratelli N.A., 36 anni residente a Bibbiano e G.A., 32 anni residente a Reggio.

Per questi fatti il gip Luca Ramponi a seguito dell’interrogatorio aveva concesso ai due fratelli gli arresti domiciliari con il divieto di comunicare con terze persone estranee al nucleo familiare. Proprio partendo dagli elementi che avevano portato all’arresto dei due fratelli i carabinieri del nucleo investigativo del comando Provinciale di Reggio Emilia hanno iniziato, congiuntamente con la guardia di finanza di Reggio Emilia, a scandagliare tutte le attività a loro riconducibili.

Ne è uscito un quadro indiziario molto pesante dal punto di vista dell’evasione fiscale, realizzata con la ormai nota pratica delle fatture false ottenute attraverso aziende cosiddette “cartiere” e costruite ad hoc per aggirare il fisco e ottenere quindi agevolazioni non dovute. In tale quadro, agli inizi del corrente mese, Carabinieri e Finanza di Reggio Emilia hanno dato corso a una serie di perquisizioni disposte dalla Procura reggiana. Nel caso del 32enne i carabinieri del nucleo investigativo hanno accertato che l’uomo teneva occultato, in un apposito vano ricavato nel materasso, un telefono cellulare che ha ammesso di fronte ai carabinieri di utilizzare per comunicare con terzi anche per ragioni lavorative. La violazione della prescrizione (aveva peraltro rivolto specifica istanza per richiedere la disponibilità di un cellulare che gli era stata negata) è stata quindi segnalata dai carabinieri del nucleo investigativo alla Procura reggiana che, concordando con le richieste, ha ottenuto dal GIP di Reggio Emilia l’aggravamento della misura cautelare in carcere in sostituzione dei domiciliari. Provvedimento afflittivo che è stato eseguito ieeri con il 32enne che è stato condotto in carcere.

















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