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Lavoro, alloggio, indebitamento: il territorio di Carpi nell’analisi dell’associazione Dedalo

È un disagio socio-economico in crescita, quello registrato da Dedalo onlus, associazione di volontariato nata a Carpi nel 2015, su iniziativa delle associazioni aderenti al Tavolo delle Povertà, per assistere le persone che si trovano in condizioni di difficoltà economica tramite la  creazione di percorsi di inclusione sociale e finanziaria, anche grazie al sostegno della Fondazione CR Carpi.

Dei 423 contatti registrati dall’associazione, animata da 25 volontari, 300 riguardano casi di indebitamento e contenziosi, mentre 143 sono relativi all’attivazione di microcredito, tramite il progetto ‘Avere Credito’ o ‘Microcredito per l’Italia’).

Se dai dati emerge come il numero dei cittadini italiani che si rivolgono a Dedalo sia maggiore degli stranieri, l’attuale situazione economica, aggravata dall’emergenza COVID-19, ha segnato pesantemente la società: la povertà cresce.

Nel suo monitoraggio nazionale, la Caritas italiana delinea un bilancio allarmante, con una media tra gli 800 e i 900 nuovi poveri per diocesi. Gli impoverimenti degli italiani sono dovuti soprattutto a disoccupazione,  mancanza di alloggio e problemi di credito.

Se l’età media di chi si rivolge a Dedalo per un primo colloquio è di 50 anni, non mancano i giovanissimi, il più giovane dei quali ha 20 anni, così come gli anziani, con il picco di un utente di 79 anni. L’utenza è in leggera maggioranza maschi (154 rispetto a 139 femmine), mentre le famiglie hanno una media di 3 componenti, mentre i single sono 47, e si sono verificati 19 casi di famiglie con 6 o più componenti.

Più della metà degli utenti presenta problemi inerenti all’alloggio, mentre sono 63 i casi seguiti con problemi di salute/invalidità, cioè 1 su 5 degli assistiti o vive condizioni di fragilità proprie di familiari, oppure non ha un reddito sufficiente per pagare prestazioni mediche o dentistiche. Sono invece una decina i casi con problemi di dipendenza patologica, nella maggior parte dei casi da gioco d’azzardo, ma anche da sostanze.

Oltre la metà dei casi presenta richieste di consulenze con interventi di breve durata o richieste di  piccoli finanziamenti attraverso il microcredito, mentre in altri la situazione di indebitamento impegna a svolgere  pratiche più lunghe per eventuali trattative con banche, finanziarie o altri creditori; rottamazione cartelle Agenzia delle Entrate; consulenze legali, in buona parte  in casi  di sfratto esecutivo; formazione sulla compilazione del bilancio familiare; piano di rientro dei debiti.

Si registrano anche 57 casi seguiti per più di un anno, in collaborazione costante con Servizi Sociali, altre associazioni di volontariato, e se alcuni di essi vengono incontrati con continuità, altri invece sono ritornati a distanza di tempo per l’insorgere di nuove difficoltà o chiedere consiglio per intraprendere una nuova attività o ancora, usciti dalla situazione di indebitamento, per chiedere finanziamenti con il microcredito, a testimonia il rapporto di fiducia instaurato con i volontari e dell’efficacia del lavoro di Dedalo.

Tra gli obiettivi che Dedalo intende sviluppare nel prossimo futuro c’è il reperimento di nuovi volontari e nuove professionalità che possano consentirle una promozione più efficace dei  percorsi di inclusione sociale e finanziaria; sviluppare ulteriormente il progetto di rete ‘Tessere l’autonomia’; progettare, redigere e diffondere  moduli di educazione finanziaria, per gli adulti e per le scuole; promuovere “L’educazione finanziaria come emergenza” veicolando un messaggio culturale di contrasto alla tendenza al consumo e all’indebitamento sfrenato.

“Le difficoltà economiche – commentano i volontari di Dedalo – sono anche, molto spesso, difficoltà sociali. Storie di isolamento, solitudine, incidenti nel percorso di vita, sia esso professionale o relazionale, dipendenze. Soltanto agendo in una logica di rete è possibile fornire un sopporto e un sostegno adeguati, e sin dalla sua nascita l’associazione si è posta in dialogo costante e spirito di totale collaborazione con gli altri soggetti che, sul territorio, si occupano di povertà. Ciò detto, riteniamo che un punto che richieda un deciso sviluppo sia quello dell’educazione finanziaria, soprattutto, anche se non solo, tra le giovani generazioni: viviamo, piaccia o meno, in una società in cui la spinta al consumo, anche a debito, è estremamente forte, e ancor più potente rispetto a giovani personalità che rischiano di identificare, nel consumo, una strada per essere accettati e riconosciuti. Ma siccome siamo cittadini, prima e meglio che consumatori, far comprendere sin dall’adolescenza l’importanza del risparmio e dell’attenzione al bilancio personale e familiare per delineare un sano progetto di vita diventa, nella nostra epoca, strategico. Così come la sanità opera sempre più marcatamente sulla prevenzione per evitare patologie invalidanti tra la popolazione, così occorre insistere sull’educazione a una corretta gestione delle proprie sostanze per prevenire quanto più possibile i casi di disagio economico e sociale negli adulti di domani”.

 

















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