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Ieri le premiazioni del Concorso di poesia dialettale “La Giareda” 42^ Edizione

Ieri, martedì 7 settembre, in sala del Tricolore si sono svolte le premiazioni del concorso, giunto quest’anno alla 42esima edizione. È stata la poesia “Al Lêgh dal Vintas” di Maria Codeluppi ad aggiudicarsi il trofeo “la Giareda”, primo premio del concorso di poesia dialettale legato alle celebrazioni della Madonna della Ghiara.

La cerimonia è stata aperta dall’assessora alla Valorizzazione del Centro storico e alle Attività produttive Mariafrancesca Sidoli. Presenti alla premiazione anche i membri della commissione giudicatrice, composta da Giuliano Bagnoli, Maria Cristina Bulgarelli, Antonio Casoli, Rosa Dalla Salda, Lorenzo Ferrari, Aurelia Fresta, Lucia Gramoli, Francesco Giuseppe Sassi e presieduta da Giuseppe Adriano Rossi.

La poesia “Al Lêgh dal Vintas” si è classificata prima in quanto – queste le motivazioni della giuria – “Quartine a rima alternata descrivono il percorso verso il lago del Ventasso e il lago stesso; il paesaggio naturale e quello dell’anima con le sue emozioni si avvicendano nei versi, creando un’atmosfera quasi fiabesca in cui solo la natura ha voce. Nella conca circondata dai boschi brilla la superficie increspata del lago, in un quadro di gratificante, composta bellezza, da cui l’autrice non vorrebbe staccarsi. La poesia coglie efficacemente gli elementi che compongono la scena: nei particolari, nelle sfumature di suoni e colori, nel senso di quiete che ne deriva”.

Il secondo premio, medaglia d’oro del concorso, è stato assegnato alla poesia “Al ré” di Annalisa Bertolotti. “scorrono ben ritmati i versi della poesia – si legge nelle motivazioni – , così come scorreva l’acqua chiara del torrente nel suo viaggio a valle. Fresche immagini di lavandaie, pastori, giochi di bimbi, accompagnavano il suo corso, tra un rigoglio spontaneo di natura. Di quel limpido fluire nel verde, oggi restano pozze di fango maleodoranti e schiuma affiorante tra rifiuti abbandonati. L’inquinamento ambientale mortifica l’occhio, le narici e anche il cuore, dice giustamente l’autrice.

Terza classificata, insignita della medaglia d’argento, la poesia “I dû d novèmber” di Denis Ferretti, nei cui versi “spira un vento autunnale che scuote gli alberi e le certezze dell’autore, in un risveglio sospeso tra gli strascichi sfuggenti dei sogni e la realtà, tra inafferrabili presenze, con le loro voci famigliari e il concreto groppo di commozione che egli prova, per quel confuso mescersi di sogni e ricordi che il Due di Novembre gli ha risvegliato”.

Il premio messo a disposizione dalla Fabbriceria del Tempio della Ghiara per le più significative poesie che sottolineino gli aspetti religiosi della ricorrenza è stato assegnato al componimento di Savino Rabotti “Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura…”. Nel componimento, “ispirato dalle parole di Dante, l’autore di questa poesia medita sull’umiltà di Maria, ma anche sulla sua grandezza di mediatrice fra gli uomini e Dio. Solo affidandoci alla Madonna troveremo aiuto e consolazione. Lei ci incoraggia, ci solleva dalle pene, ci dà speranza… proprio come la più grande delle Madri”.

Il Premio per la miglior poesia che tratti e valorizzi il cappelletto tradizionale reggiano, messo a disposizione dall’Associazione del Cappelletto Reggiano, è stato infine assegnato alla poesia “Un mônd perfètt” di Annalisa Bertolotti, con la seguente motivazione: “La poesia si dipana in rapidi versi di rime alternate, quasi una simpatica filastrocca pubblicitaria del tradizionale cappelletto reggiano in brodo di cappone, gustoso antidoto nostrano alle debolezze del corpo e apportatore di comune allegria nelle tavolate”. Alla vincitrice, Fulvia Salvarani e Daniela Spallanzani dell’Associazione hanno donato come trofeo un chilogrammo di invitanti cappelletti, confezionati nel pieno rispetto della tradizione reggiana.

I componimenti premiati sono stati letti da Franco Ferrari, lettore ufficiale del Centro Studi sul Dialetto Reggiano di Albinea.

 

















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