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Modena: accoglienza invernale per 131 senza fissa dimora

Sono 131 (di cui sette donne) i senza fissa dimora che in queste notti fredde hanno trovato ospitalità in strutture attraverso il Piano accoglienza invernale messo a punto da Comune, Ausl e volontariato, che riserva particolare attenzione alle misure di prevenzione del contagio da Covid-19.

Dall’attivazione del piano, 73 persone hanno trovato un posto dove dormire nell’ambito dell’accoglienza temporanea, dove sono disponibili 65 posti differenziati in due tipologie di interventi. Altri 20 senza fissa dimora, per lo più radicati sul territorio, sono accolti in strutture che offrono interventi di diverso tipo anche nella logica del reinserimento sociale.
A questo tipo di accoglienza se ne aggiunge un’ulteriore, in altra struttura, pensata appositamente per persone con problemi di dipendenze bisognose quindi anche di assistenza sanitaria, che dall’1 dicembre a oggi ha accolto 49 persone, di cui 1 sola donna. Qui, oltre a educatori e operatori, viene anche garantita la presenza di personale sanitario e dal 18 gennaio i posti sono passati da 30 a 38.
Particolare attenzione è sempre posta alla prevenzione del Covid, prevedendo anche attività di screening dell’utenza, distribuzione e formazione all’uso dei dispositivi di protezione individuale, informazione su come prevenire l’infezione.
Accanto a chi dorme in struttura, resta poi anche un esiguo numero di senza fissa dimora che nonostante le temperature rigide continua a restare all’aperto in ricoveri di fortuna anche di notte. Ogni sera i volontari delle Unità di strada che operano coordinandosi con il Comune e con l’Unità di strada professionale, portano a queste persone generi di conforto, coperte e tè caldo; li ascoltano e li indirizzano ai servizi se necessario, svolgendo soprattutto un’importante azione di monitoraggio.
Venerdì scorso, l’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli si è unita ai volontari del gruppo comunale di Protezione civile (le altre associazioni impegnate quest’anno nell’attività sono Agesci, AVS, Croce Blu, Croce Rossa, Porta aperta) e li ha accompagnati nel giro tra i senza fissa dimora della strada.

“È stata l’occasione – spiega Pinelli – per conoscere di persona questa realtà disagiata eppure silenziosa e per verificare le condizioni in cui vivono nei lunghi mesi invernali alcuni senza fissa dimora. Il fatto che non accettino il ricovero nelle strutture che abbiamo reso disponibili non ci esonera dal dovere morale della solidarietà né da quello civico dell’assistenza e nemmeno dal continuare a pensare, come amministrazione, a nuove strategie d’intervento per l’inclusione di chi vive ai margini della società. Ma è stata anche l’occasione – continua l’assessora – per toccare con mano ancora una volta il prezioso lavoro svolto dai volontari che non mi stancherò mai di ringraziare e ai quali vanno riconosciuti anche il rispetto e la delicatezza, direi quasi la dolcezza, con cui si accostano alle persone e la conoscenza che mostrano delle problematiche di ciascuno”.
Dall’inizio dell’attività i volontari delle diverse associazioni hanno svolto 69 uscite serali, distribuito 100 litri di tè caldo, oltre 1.000 merendine e snack, quasi 700 prodotti di pasticceria e forno, succhi di frutta, acqua, coperte, berretti, calzini e sciarpe. Le uscite si svolgono ogni sera dalle 22 circa a mezzanotte o l’una di notte, toccando in genere luoghi dove è solita o è stata segnalata la presenza di senza fissa dimora; ogni sera vengono mediamente contattate 6 o 7 persone, il numero più alto è stato di 16 persone.

















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