Viene illustrata stasera in Commissione consiliare la proposta di delibera – prevista per il Consiglio comunale del 21 dicembre prossimo – che prende atto del Piano economico finanziario del Servizio Rifiuti (Pef 2020), deliberato dal Consiglio d’Ambito di Atersir lo scorso 11 dicembre.
Il Pef approvato da Atersir prevede per il Comune di Reggio Emilia un totale dei costi ammessi pari a 38.518.812,57 euro, contro un totale dell’anno 2019 pari a 37.090.682,47 euro, con una differenza di 1.428.130,11 euro pari ad un incremento dei costi del 3,85%.
Nel caso del Comune di Reggio Emilia però l’incremento non si traduce in un aumento tariffario a conguaglio, grazie alle politiche poste in essere negli ultimi anni dal Comune: questa differenza infatti sarà coperta con le risorse riscosse nell’attività di recupero evasione e, in misura minore, da altre entrate finalizzate alla riduzione tariffa come i contributi del Miur per la Tari delle scuole statali.
“Siamo contenti di essere arrivati a questo risultato, grazie soprattutto all’importante attività di recupero evasione svolta dall’Ufficio Tributi del Comune, reso possibile anche dall’introduzione del sistema Porta a porta con tariffa puntuale, che ha fatto emergere molte situazioni non regolari – sottolinea l’assessore ai Tributi Lanfranco De Franco – Questo importante lavoro ci ha permesso di non aumentare le tariffe per 2 anni consecutivi ed è per noi fondamentale continuare in questa direzione anche nei prossimi anni, per raggiungere l’obiettivo di recuperare evasione per far pagare meno a tutti. Questi risultati vanno ad aggiungersi alle risorse, messe a disposizione quest’anno, per introdurre misure di agevolazione destinate a coloro che ha subito le chiusure obbligate causa Covid”.
“Sono molto positivi i risultati del sistema di raccolta a tariffa puntuale, in questo primo anno e mezzo di sperimentazione, avviato nel luglio 2019 – afferma l’assessora all’Ambiente, Carlotta Bonvicini – In termini di riduzione dei rifiuti indifferenziati pro capite, questo sistema colloca Reggio Emilia tra i comuni più virtuosi dell’Emilia-Romagna, che producono volumi di rifiuti indifferenziati inferiori al 70% della media regionale. Dai primi dati che abbiamo a disposizione sul 2020, emerge che circa il 72% della famiglie reggiane non abbia ecceduto il numero di vuotature minime previste dalla tariffa”.
Nel 2020 sono state adottate importanti misure agevolative per le attività danneggiate, in conseguenza della pandemia, con una stima complessiva di sconti per 2.346.000 euro, di cui:
– 1.646.000 euro per agevolazioni Tari per utenze non domestiche, relativi alle chiusure da marzo a maggio, pari alla riduzione del 25% della quota variabile annua a seguito dell’aggiornamento effettivo (rispetto ai 2 milioni di euro originariamente stimati) delle riduzioni dei codici Ateco per gli aventi diritto;
– 700.000 euro quali importo stimato per ulteriori agevolazioni e ristori Tari, per l’aggravarsi dell’emergenza epidemiologica verificatesi in questi ultimi mesi, a favore delle utenze non domestiche, con modalità ancora da definirsi.