Sabato 5 dicembre, dalle 16 alle 18.30, nuovo appuntamento presso l’Informagiovani del Comune, in piazza Grande, per effettuare il test sierologico del Covid-19 in abbinamento a quello per l’Hiv. L’iniziativa viene replicata, infatti, dopo il positivo riscontro di sabato scorso con oltre 200 test effettuati. Lo ha fatto sapere il sindaco Gian Carlo Muzzarelli rispondendo nel Consiglio comunale in modalità “question time”, martedì 1 dicembre, all’interrogazione su “tempistiche della refertazione dei tamponi e del contact tracing” presentata da Sinistra per Modena. L’istanza illustrata da Federico Trianni chiedeva i motivi dei ritardi negli esiti dei tamponi; le iniziative per porvi rimedio; i piani dell’Ausl in caso di aumento di richiesta dei tamponi e del carico di lavoro per il tracciamento e le strategie facilitatrici che il Comune può mettere in campo.
“Anche se abbiamo competenze diverse – ha spiegato il sindaco – la collaborazione tra istituzioni è fondamentale e come Comune abbiamo lavorato per fare fino in fondo la nostra parte raccogliendo le segnalazioni e riportandole tempestivamente nelle sedi giuste; lavorando sulla comunicazione ai cittadini e mettendoci a disposizione su questioni logistiche, il drive trough su area pubblica per esempio”.
Per rispondere alle questioni di carattere sanitario, Muzzarelli ha fatto ricorso ai contributi delle Aziende Usl e Policlinico spiegando che la diagnostica di laboratorio si basa sull’esecuzione di un tampone oro-nasofaringeo dove si rileva il virus con un esame che identifica la presenza di sequenze di Rna e richiede laboratori specialistici, tecnologie e competenze professionali. A Modena e provincia, dall’inizio della pandemia al 21 novembre sono stati testati 248.801 tamponi, di cui 30.000 positivi e di questi 21.094 nuovi positivi. Dal 22 al 30 novembre, i positivi sono stati 3.299 su 20.019 tamponi, pari al 16,4%. Tra fine ottobre e inizio novembre si è registrato un forte aumento nella richiesta di tamponi: in pochi giorni si è passati da 1.500 a oltre 3.000 esami al giorno.
I ritardi dei giorni scorsi sono stati recuperati grazie a nuove strumentazioni interfacciate con il sistema informatico di laboratorio, all’estensione del lavoro h24 nel laboratorio di Virologia del Policlinico e all’attivazione di una nuova area di diagnostica molecolare nell’Ospedale di Baggiovara, garantendo esami per oltre 3.000 pazienti al giorno. Di norma ora il referto viene inviato sul fascicolo sanitario entro le 24 massimo 48 ore. Inoltre, sono in fase d’introduzione i test antigenici che identificano il virus tramite la determinazione delle proteine virali consentendo rapide risposte agli esami eseguiti per scuole e Cra, dipendenti sanitari.
Per quanto invece riguarda il tracciamento, le difficoltà del Dipartimento di Sanità Pubblica delle ultime settimane nell’attivare con tempestività il primo contatto telefonico sono dovute a più fattori: l’incremento dei test positivi (tra i 300 e i 600 al giorno) e un’attività di prevenzione più complessa e articolata. Sono state adottate pertanto diverse misure, come gli automatismi informatici che avvisano della positività e della necessità di isolamento, chiedendo di compilare il form on line e di comunicare i contatti stretti. Potenziata anche l’attività del call center (dalle 8 alle 20 da lunedì a sabato) e arruolati 40 nuovi operatori (per lo più medici) a supporto del Dipartimento di Sanità Pubblica. E si sta potenziando la Sorveglianza Sanitaria Attiva con nuove risorse e nuclei in contatto diretto con medici di famiglia e pediatri.
Difficile invece analizzare l’incidenza del Covid19 a Modena rispetto alle altre provincie perché non sono ancora disponibili tutti i dati necessari. Un forte incremento si è avuto dal 19 al 25 ottobre, quando si è raggiunto il picco massimo dei tamponi giornalieri (oltre 4.000 il 27 ottobre), la maggior intensità di ricerca ha provocato l’emersione di Covid nei contatti stretti e il fenomeno è stato amplificato dall’iniziale ritardo nella refertazione. Ma oltre la ricerca attiva, le aziende sanitarie ipotizzano altri fattori: innanzitutto la generale riduzione della percezione del rischio che a ottobre ha influito, complice il clima mite, sulla tendenza all’aggregazione e ha facilitato movimenti e contatti tra persone provenienti da città e paesi diversi, ma anche il tessuto produttivo manifatturiero modenese dove l’alto rischio intrinseco di alcuni settori (come la lavorazione carni), si associa alla difficoltà del ricorso massiccio allo smart working più facile in altri settori.