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Indagine Lapam su commercio, turismo e pubblici esercizi, fatturato a picco nei primi sei mesi del 2020

“I numeri di questa indagine sono molto preoccupanti e mi sento di fare un appello è alla responsabilità e al mantenere comportamenti corretti. Solo così potremo convivere con il virus e non privarci della qualità della vita. Non possiamo permetterci un nuovo lockdown, né economicamente e nemmeno psicologicamente: le persone hanno bisogno anche di uscire, ma per farlo dobbiamo essere tutti molto attenti e seguire scrupolosamente le regole come fanno esercizi commerciali, ristoranti e pubblici esercizi. Non dimentichiamo che tutto il settore ha sostenuto grandi sacrifici, anche economici, per mettersi in regola”. Il monito è di Cinzia Ligabue, presidente Licom (i commercianti aderenti a Lapam) a margine di una approfondita indagine realizzata dall’Ufficio studi Lapam sul fatturato nei primi sei mesi del 2020 nei settori del commercio al dettaglio, all’ingrosso, su turismo, ristorazione e pubblici esercizi.

I NUMERI. I numeri, come diceva Ligabue, sono effettivamente molto preoccupanti e dicono di una crisi severa. Partiamo dal commercio: per quello all’ingrosso (il dato emerge da una rilevazione su 316 aziende del settore) il calo nel semestre gennaio-giugno è del 27,2%, la situazione è migliore nel commercio al dettaglio (su 519 imprese) con un -10,6%. Ma sono i comparti alloggio e ristorazione a far segnare i cali più profondi. Nell’alloggio, comprendente alberghi e altre strutture ricettive per un totale di 36 realtà, i primi sei mesi del 2020 (comprendenti i due mesi circa di lockdown) fanno registrare un crollo di oltre metà del fatturato (-53%), mentre nella ristorazione, con 370 tra ristoranti, bar, pizzerie e altri locali, c’è da registrare un -40,4%.

La presidente Licom Ligabue riprende: “E’ evidente che, al di là della ripresa che c’è stata soprattutto tra luglio e settembre, stiamo parlando di una situazione molto seria. Ma non dobbiamo perdere la speranza ed è importante far sì che gli aiuti arrivino dove serve. Non è il momento di bonus a pioggia, ma di far rimanere in vita le aziende sane, che evidentemente non possono reggere a un altro periodo difficile. Evitare chiusure generalizzate e proseguire sulla strada della responsabilità è decisivo”.

 

















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