Era stata danneggiata dopo il sisma 2012 e oggi, rimarginate le ferite provocate dalle scosse, ha riaperto al pubblico dopo diversi interventi di consolidamento e di ammodernamento tecnologico. Si tratta della ex-chiesa di San Francesco in piazza Carducci a San Giovanni in Persiceto (Bo).
La cerimonia si svolge oggi alla presenza del sindaco di Persiceto Lorenzo Pellegatti, l’assessore comunale alla Cultura Maura Pagnoni e quello ai Lavori pubblici, Alessandra Aiello. La riapertura dell’edificio a chiesa viene preceduta, nel Chiostro di San Francesco, da una conferenza introduttiva dal titolo “Storia e lavori di riqualificazione della chiesa di San Francesco”. A seguire taglio del nastro e avvio della quarta edizione del “Festival delle religioni”, dal 4 all’11 ottobre, con inaugurazione della mostra “Popoli in cammino”.
La ex chiesa di San Francesco, fabbricato tutelato dai Beni culturali, è stata inserita nel Piano opere pubbliche e beni culturali della ricostruzione post sisma 2012 per la realizzazione di un intervento di riparazione con rafforzamento locale. I lavori di ristrutturazione, iniziati nel gennaio 2019, hanno avuto un costo di oltre 575 mila euro di cui 507 mila finanziati dalla Regionecon le risorse del Commissario delegato alla ricostruzione, Stefano Bonaccini, 51 mila provenienti da fondi assicurativi e quasi 16 mila del Comune di San Giovanni in Persiceto.
L’intervento
Grazie ai fondi regionali si è provveduto ai lavori di riparazione dei danni da sisma e di incremento della capacità di resistenza dell’edificio. L’intervento di rinforzo locale ha interessato il consolidamento delle volte danneggiate, degli archi principali di sostegno delle volte, con inserimento di catene di acciaio; è stato inserito un cordolo metallico in sommità a livello degli appoggi delle capriate, in modo da collegare copertura lignea capriate e murature e scongiurare il meccanismo di ribaltamento della facciata. Oltre agli interventi strutturali sono stati effettuati il restauro delle superfici delle volte, attraverso la rimozione della pellicola più recente a tempera e la tinteggiatura a calce, sono stati eseguiti interventi riguardanti la conservazione e il restauro della pavimentazione all’interno della Chiesa.
Tramite le risorse comunali è stato invece possibile proseguire gli scavi archeologici ed eseguire interventi impiantistici, come la riattivazione del sistema di deumidificazione e la realizzazione di un impianto di illuminazione. Sono state inoltre restaurate le colonne del portico esterno affacciate su piazza Carducci ed è stato restaurato completamente il cortile posteriore della Chiesa con accesso da vicolo Frati.
Cenni storici
L’ordine dei francescani s’insediò a San Giovanni in Persiceto nel XIII secolo; nella seconda metà del secolo edificarono una chiesa con annesso convento. Con l’avvento della dominazione napoleonica in Italia, il convento fu adibito a caserma e in parte ad abitazione. Nel 1822, con il ritorno del Governo pontificio, la chiesa, restaurata ed abbellita, tornò ai frati. Con il Regno d’Italia il convento fu ancora una volta soppresso e, insieme alla chiesa sconsacrata, divenne definitivamente di proprietà del Comune. Se l’antica chiesa di San Francesco, edificata nel XIII secolo, era contraddistinta dallo stile gotico, la nuova costruzione settecentesca fu caratterizzata da forme doriche, progettata dall’architetto bolognese Alfonso Torreggiani (1682-1764). L’interno presenta un’unica navata con sei altari laterali. La zona presbiteriale è coperta da una cupola con pennacchi abbelliti da decorazioni in stucco. Al centro della facciata monocuspidata, un’ampia finestra rettangolare sormonta il portale.
I lavori di restauro della chiesa di San Francesco sono iniziati nel 2009. Con un primo stralcio sono stati restaurati la porzione di chiesa adiacente all’ingresso principale sul lato sud e gli ex alloggi dei pompieri al primo piano, creando una nuova scala di collegamento tra i due spazi. Il Museo Archeologico Ambientale di Persiceto ha condotto una serie di sondaggi archeologici all’interno della chiesa sotto la direzione scientifica delle Soprintendenze per i Beni Archeologici e Architettonici dell’Emilia-Romagna. I dati emersi durante hanno permesso di recuperare preziose informazioni sulle fasi di vita dell’edificio, utili al restauro conservativo ma anche sulla storia persicetana tra il XIII e il XVIII secolo.