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Serrati controlli da parte dell’Ufficio di Polizia di frontiera aerea di Bologna

Si è concluso domenica 27 settembre il ciclo programmatico dell’Unione Europea denominato “EU POLICE CYCLE 2018-2021 EMPACT”, attraverso il quale si realizza l’azione di contrasto alle reti criminali che operano a livello transnazionale; operazione che ha visto impegnate, in quattro giornate consecutive, le Polizie di frontiera dei Paesi dell’U.E, non UE ( Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Moldavia, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia, Svizzera, Regno Unito, Ucraina, Stati Uniti) Agenzie Europee (Europol, Eurojust,Frontex).

Nell’ambito di questa azione, coordinata dall’Europol, finalizzata alla repressione dei reati in materia di immigrazione clandestina, traffico di sostanze stupefacenti e armi da fuoco, sono stati effettuati 166 arresti, sequestrate 51 armi di diverso tipo e sequestrato un ingente quantitativo di droga e documenti falsi.

L’Ufficio di Polizia di frontiera aerea di Bologna ha proceduto all’identificazione di 2907 persone, traendo in arresto due cittadini extracomunitari, un pakistano ed un gambiano, denunciando in stato di libertà 8 cittadini pakistani per possesso di documenti falsi e sequestrando i relativi passaporti.

In particolare, nella mattinata del 24 settembre, la polizia aeroportuale bolognese, a seguito di un controllo documentale effettuato all’interno della sala imbarchi, ha identificato 10 stranieri in attesa di imbarcarsi sul volo per Barcellona; i passeggeri però non hanno fornito informazioni utili a giustificare il proprio viaggio.

L’atteggiamento sospetto ha indotto gli operatori ad approfondire l’esame sui documenti esibiti, constatando successivamente come alcuni di essi fossero stati falsificati, altri invece, pur essendo genuini, riproducevano, nell’effige fotografica, individui con tratti somatici lievemente differenti dai possessori e solo l’occhio esperto di alcuni agenti ha consentito verificare l’effettiva sostituzione di persona.

Immediate le indagini al fine di individuare il favoreggiatore e da colloqui più approfonditi con gli stranieri, avvenuti con la collaborazione del mediatore culturale (traduttore in lingua Urdu), si è appreso che gli stessi avevano viaggiato in treno da Milano a Bologna insieme e che sarebbero stati accompagnati da uno di loro (B.M.) fino a Barcellona dove avrebbero dovuto risarcirlo della spesa sostenuta per l’acquisto dei biglietti aerei.

Nello specifico i primi tre pakistani, ascoltati separatamente, rendevano una versione sostanzialmente univoca del loro racconto, dichiarando che ciascuno di essi aveva incontrato un loro connazionale a Milano, in un parco situato davanti la stazione dei treni, e che l’uomo avrebbe acquistato i biglietti del treno e del volo Ryanair Bologna-Barcellona del 24 settembre con un’unica prenotazione.

Ipotizzando quindi che l’uomo fosse organizzatore e finanziatore di viaggi di clandestini verso la Spagna, si è proceduto alla perquisizione personale e quindi al sequestro del suo telefono cellulare. Venivano quindi avviate indagini al fine di raccogliere elementi utili alla contestazione del reato previsto e punito dall’art. 12 comma 3 D.Lgv. 286/98 e, conseguentemente, procedere all’arresto del pakistano.

Da accertamenti effettuati presso la compagnia aerea Ryanair, si evinceva come l’uomo, tramite il sito internet della compagnia aerea, avesse prenotato per tutti e quattro un viaggio dall’aeroporto di Orio Al Serio (BG) a Barcellona (ESP), datato 23 settembre, viaggio che però non era stato effettuato. L’uomo aveva quindi prenotato un ulteriore viaggio, datato 24 settembre, per i medesimi nominativi, per la tratta Bologna-Barcellona.

Le due prenotazioni erano state effettuate mediante l’utilizzo dello stesso indirizzo di posta elettronica (appartenente al B.M.) e all’interno della prenotazione erano stati memorizzati gli stessi numeri di serie dei passaporti dei passeggeri fermati in quella data.

A conferma dell’ipotesi che B.M. fosse l’organizzatore e finanziatore del viaggio dei predetti, si estrapolavano dal suo telefono cellulare le carte d’imbarco dei voli del 23 e del 24 settembre 2020, oltre allo stralcio di una mail di conferma di prenotazione aerea del volo della compagnia aerea Ryanair, con tratta Bergamo-Barcellona datata 13 settembre a nome di uno dei soggetti fermati il 24 in aeroporto a Bologna.

Da ulteriori accertamenti presso la biglietteria di questo scalo aereo, si evinceva che in data 14 settembre un passeggero con le stesse generalità aveva volato dall’aeroporto di Bergamo a Barcellona unitamente a B.M. e che quest’ultimo aveva effettuato la prenotazione per entrambi.

Tutto ciò induceva gli investigatori a ritenere che in quella data, così come nelle successive, l’uomo avesse organizzato e favorito il transito dal territorio nazionale verso la Spagna di passeggeri privi di documentazione idonea, usando sempre gli stessi passaporti, documenti che i clandestini avrebbero riconsegnato al reo una volta giunti a destinazione per poi essere riutilizzati per reiterare il medesimo disegno criminoso.

Sulla base degli elementi raccolti, dunque, B.M. veniva arrestato e tradotto nella locale casa circondariale.

A tutti gli stranieri fermati, a seconda delle responsabilità accertate, veniva contestato il reato di concorso nella produzione di passaporti falsi o del delitto di sostituzione di persona e venivano accompagnati presso l’Ufficio Immigrazione per l’avvio delle procedure di espulsione dal T.N.

 

Nella mattinata di domenica 27 settembre, invece, personale Polaria provvedeva al controllo di un cittadino gambiano che, in possesso di un permesso di soggiorno scaduto, tentava di imbarcarsi sul volo per Barcellona.

L’uomo, durante le procedure identificative, appreso di non poter partire con il titolo scaduto, si scagliava contro gli operanti spintonandoli violentemente e intimando loro di restituirgli i documenti. Gli agenti tentavano di contenere e calmare il soggetto, che invece insisteva nell’intento di colpirli con calci e pugni.

Lo straniero con difficoltà veniva immobilizzato ma nella circostanza riusciva a mordere l’avambraccio di uno degli operatori e a ferire l’altro tanto da costringerli a ricorrere alle cure mediche presso il pronto soccorso dell’Ospedale maggiore dove venivano refertate lesioni guaribili in 10 giorni.

Tenuto conto della condotta violenta e pericolosa e dei precedenti penali a suo carico lo straniero, T.A., veniva tratto in arresto per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

 

















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