“Sono 98 i minori stranieri non accompagnati attualmente accolti in comunità e complessivamente 164 quelli che sono stati in carico ai Servizi sociali nel corso 2020; meno dei 213 dello scorso anno e dei 211 del 2018. Dei 164 seguiti quest’anno, fino al 15 settembre, solo 41 sono arrivati nel 2020; mentre l’anno scorso ne erano arrivati 111; 99 nel 2018. Quindi non si registra un aumento del fenomeno. Inoltre, è importante per questa amministrazione verificare l’effettivo stato di abbandono del minore, per ristabilire il principio di legalità, garantire il ricongiungimento con i familiari dove possibile, tutelando d’altra parte chi è nelle condizioni di essere preso in carico. A tale scopo l’assessorato, insieme a Polizia locale e Procura dei minori ha già avviato e messo a punto un progetto dedicato, Minori stranieri non accompagnati e Legalità, che sta dando buoni risultati”.
Lo ha spiegato l’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli rispondendo a un’interrogazione di Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia) nel Consiglio comunale di giovedì 1 ottobre. L’istanza, partendo dalla premessa che “nel Comune di Modena è in costante aumento il fenomeno dei Minori stranieri non accompagnati”, chiedeva quanti sono quelli in carico ai Servizi Sociali del Comune; le modalità con cui si verifica la minore età e l’effettivo stato di abbandono sul territorio nazionale; quali i costi per la gestione e le misure messe in atto durante il periodo di lockdown; quanti minori, infine, nell’ultimo biennio siano stati denunciati per truffa ai danni dello Stato non avendo i requisiti per lo status di Msna.
Entrando nel merito dei singoli quesiti, l’assessora Pinelli ha ricordato che i minori stranieri non accompagnati vengono solitamente rintracciati dalle Forze dell’ordine e affidati al Servizio Sociale; può anche capitare che si presentino agli uffici di Polizia Locale, Questura, Centro Stranieri o nei centri di prima accoglienza. È l’Autorità giudiziaria, con la ratifica delle condizioni di accoglienza, a dare atto che il minore si trova sul territorio nazionale privo di assistenza.
All’ente locale spetta per legge il compito di garantire l’accoglienza nelle strutture autorizzate (strutture residenziali convenzionate selezionate con procedura pubblica) l’assistenza con equipe specializzata e i percorsi individuali. Nel 2019 la spesa sostenuta dal Comune per la gestione dei minori stranieri non accompagnati è stata pari a 3 milioni di euro, per quasi la metà coperti dal contributo ministeriale. Nel 2020 il Comune ha liquidato alle strutture 1,8 milioni di euro, è ancora non è stato contabilizzato il contributo statale per l’intero periodo.
Non spetta invece all’ente locale accertare i requisiti, “tuttavia – ha sottolineato l’assessora – questa amministrazione presta da sempre particolare attenzione all’evoluzione delle condizioni del minore, sia con riferimento alla presenza di parenti che in relazione a segnali che fanno presumere la maggiore età”.
Sul tema dell’età, il Comune richiede l’esame auxologico ogni volta ci sia il sospetto della maggiore età, “ma l’esame ha delle criticità – ha precisato l’assessora – e nella prassi si assiste a esiti incerti, con un margine di dubbio che va dai 17 ai 21 anni. Nell’ultimo anno sono stati richiesti sette esami auxologici di cui tre hanno avuto esito negativo e quattro sono in fase di definizione. In ogni caso, se il dubbio appare particolarmente fondato, viene denunciato il fatto all’autorità giudiziaria. Sul tema degli auxologici, a fine agosto la dirigente delle Politiche sociali ha incontrato il primario della medicina legale, per far presente la problematica e avviare una più stretta collaborazione sul tema”.
Infine, per quanto riguarda la tutela della salute durante il lockdown, Pinelli ha parlato di assistenza sociale e psicologica che non è mai venuta a meno anche grazie a colloqui da remoto e osservanza scrupolosa delle disposizioni in atto oltre che delle norme di prevenzione per la riduzione del contagio. Anche ora prima dei nuovi ingressi in comunità, è previsto un tampone a scopo precauzionale e l’isolamento in attesa dell’esito, che finora è sempre stato negativo.
Il consigliere interrogante Giacobazzi in sede di replica ha rilevato discrepanze tra i numeri forniti dall’assessora in Aula e quelli secondo lui diffusi dall’amministrazione in precedenti occasioni.
32 RAGAZZI “RIAFFIDATI” AI FAMILIARI
Si chiama “Minori stranieri non accompagnati e Legalità” il progetto del settore Politiche sociali che si pone l’obiettivo di incidere nella sfera protettiva del minore con una duplice finalità: educativa, per quanto riguarda il rispetto del principio di legalità, e protettiva dei legami affettivi del ragazzo nella misura in cui garantisce il ricongiungimento familiare.
Il progetto nasce da una prassi in cui si è riscontrata la presenza sul territorio nazionale di parenti di minori che, invece, erano stati qualificati come stranieri non accompagnati.
Il progetto, partito in via sperimentale circa due anni fa, è stato infine messo a punto e approvato da una delibera di giunta. Nel corso del biennio sono stati denunciati per il reato di truffa ai danni dello stato 32 minori stranieri non accompagnati. Nel 2019 sono stati 12 i procedimenti penali per i quali è stata delegata attività di indagine per il reato di truffa, quest’anno gli analoghi procedimenti sono già 20.
L’attività inizia con una segnalazione del Servizio Sociale alla Polizia locale per tutti i minori per i quali si presume ci sia sul territorio un parente o una persona con la quale il minore intrattiene una relazione di fiducia.
In questa fase, è fondamentale il rapporto quotidiano tra il minore e gli operatori della comunità di accoglienza, che consente di acquisire informazioni circa la presenza sul territorio di persone con cui il ragazzo ha un rapporto di fiducia, informazioni che possono portare ad individuare parenti o persone delegate dai genitori ad accudire il minore all’estero.
Acquisiti elementi di dubbio sull’effettiva condizione di abbandono, viene tempestivamente inviata segnalazione alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni. La segnalazione ha due obiettivi: la valutazione da parte dell’Autorità Giudiziaria minorile circa l’adozione di provvedimenti (come il collocamento presso il parente e il conseguente trasferimento della tutela legale al parente) e la delega di indagine alla Polizia locale per valutare se sussiste l’ipotesi di truffa ai danni dello Stato a carico dei minorenni.
Dall’indagine possono anche emergere reati a carico di adulti, per esempio nei casi di abbandono di minore da parte dei genitori, di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina da parte dell’accompagnatore del minore in Italia o di concorso in truffa ai danni dello Stato. L’attività della Polizia si concentra quindi principalmente su queste ipotesi di reato, mantenendo sempre il fine ultimo del ricongiungimento familiare del minore.
Il progetto promuove infatti la piena attuazione della Convenzione Onu che riconosce il diritto del minore di rintracciare i genitori o altri membri della famiglia e stabilisce l’obbligo dello Stato di cooperare con le organizzazioni competenti per ottenere le informazioni necessarie per il ricongiungimento familiare. Si tratta di un diritto per il minore e di un obbligo per le Autorità, ribadito anche nella normativa comunitaria.