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Modena, Muzzarelli: per la ripartenza servono risposte anche per i Comuni

relli 20Dal decreto Rilancio o dai successivi provvedimenti del governo i Comuni si aspettano risposte ai problemi relativi ai cali di entrate e alle maggiori spese dovute all’emergenza sanitaria. Lo ha affermato il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli intervenendo in Consiglio comunale oggi, mercoledì 13 maggio, con un’informazione sulla gestione della cosiddetta Fase 2 nella quale ha richiamato le critiche dell’Anci per le ipotesi circolate, ma ha anche espresso l’apprezzamento per gli interventi che favoriscono investimenti per la rigenerazione urbana e la sostenibilità edilizia: “Sarebbe una misura importantissima che calzerebbe perfettamente con la nostra strategia di dare priorità agli investimenti sul territorio in un’ottica economica anti ciclica e anti recessione”.

Facendo il punto sulla Fase 2, iniziata il 4 maggio, Muzzarelli ha sottolineato come “l’evoluzione positiva della situazione per Modena che avevo auspicato nell’ultimo Consiglio comunale sembra essere diventata realtà. Il tempo della responsabilità individuale però rimane, per tutti, a maggior ragione dopo che sono diventate operative le maggiori aperture in ambito economico, sociale e di vita privata. Tutti noi lo dobbiamo all’intero sistema sanitario che rimane in prima linea assieme alla Protezione civile, alle Forze dell’ordine e tutte le istituzioni pubbliche”.
Per il sindaco i dati sanitari dei prossimi 15 giorni saranno fondamentali per capire se vi è un consolidamento del trend positivo su contagi e guarigioni. “In questi giorni – ha detto Muzzarelli – Modena ha dimostrato grande senso di responsabilità e ce lo dicono anche i dati della Polizia locale: 157 persone controllate di cui una denunciata e 20 sanzioni elevate relative al Covid. Credo ci siano le condizioni per entrare definitivamente nella fase di Ripartenza”.

Rispetto al prossimo step della Fase due fissato per il 18 maggio (dovrebbe riguardare il commercio al dettaglio, l’artigianato di servizio e tante altre attività chiuse da tanto tempo, comprese estetiste e parrucchieri), il sindaco ha richiamato l’esigenza di avere linee di indirizzo e indicazioni chiare per le diverse categorie economiche e per tutti i cittadini, eventualmente anche “con differenziazioni territoriali nelle decisioni, ma con comunicazioni semplici, chiare e trasparenti per evitare di generare confusione”.

NELLE CRA PRIMI 41 GUARITI DA COVID 19

Dopo la fase dell’emergenza che ha rivoluzionato l’intera organizzazione sanitaria e della rete ospedaliera per far fronte al Coronavirus, l’ingresso nella Fase 2 segna uno step diverso anche per l’attività assistenziale e sanitaria. Tutto il Piano di Azione per l’emergenza Covid è stato illustrato e discusso in sede di Conferenza territoriale socio sanitaria, come ha spiegato il sindaco Gian Carlo Muzzarelli mercoledì 13 maggio durante l’informazione al Consiglio comunale.

Sul fronte dell’assistenza, continua ad essere massima l’attenzione sulle Cra colpite dal virus, dove si sono però anche registrate le prime guarigioni.

Nelle 52 strutture accreditate sul territorio provinciale, sono 14 le Cra dove si è verificata la presenza del virus, a cui se ne aggiunge una non accreditata. Invece, delle 16 strutture presenti sul territorio comunale, tre sono quelle interessate dal contagio; attualmente ci sono in tutto 25 ospiti positivi al virus isolati in struttura, mentre sono complessivamente 34 i decessi e d’altra parte si registra anche un segnale positivo: sono 41 gli ospiti guariti dal virus.

In tutte le Cra della provincia, come nelle strutture per disabili, si stanno svolgendo in maniera massiccia i test sierologici agli operatori e il sostegno alle Cra è continuato sul fronte del personale, della telemedicina e della fornitura di dispositivi di protezione personale (oltre 83mila le mascherine fornite).

Con la riduzione dei contagi ci sia avvia con cautela anche a rivedere le procedure per l’accesso ai posti residenziali per la non autosufficienza sospesi durante la prima fase gli inserimenti dal domicilio. Ora l’esigenza di procedere a nuovi inserimenti deve coniugare la maggior garanzia possibile che avvengano nel rispetto delle strategie di contenimento e gestione della pandemia, la capacità di dare risposta ai bisogni socio-assistenziali e sanitari degli ospiti e la capacità di tenuta della rete famigliare che in questi mesi ha dovuto assumersi compiti di cura molto gravosi. In sede di Comitato di Distretto, che vede riuniti Ausl, Comune e Quartieri, è stato quindi approvato un documento che disciplina l’accesso delle persone non autosufficienti nelle case residenze per anziani e nei centri socio-riabilitativi residenziali per disabili.

L’attività sanitaria per far fronte all’emergenza Covid-19 ha visto la riorganizzazione della rete dei servizi e di Sanità pubblica, ma anche esperienze come le Usca, Unità speciali di continuità assistenziale, in collaborazione con la medicina del territorio, che ha fatto scuola a livello nazionale e la Residenzialità territoriale a supporto degli ospedali per i pazienti complessi o dimissibili ma ancora in fase di stabilizzazione. In vista della fase 2 sono stati messi in campo i primi provvedimenti per il riavvio in sicurezza dell’attività sanitaria programmata, sia per quanto riguarda i ricoveri in degenza ordinaria, limitati alle condizioni di emergenza o urgenza, sia per quelle di ambito chirurgico con la pianificazione del graduale recupero delle attività.

Anche per quanto riguarda i servizi ambulatoriali, ci sarà una graduale riapertura della specialistica con modalità innovative: accesso alle prestazioni anche a distanza; modalità strutturate di consulto tra specialisti e medici di base; riorganizzazione per garantire distanziamento e rispetto dei parametri igienico-sanitari, con tempi di apertura degli ambulatori più ampi, attività distribuite su tutta la settimana e dilazionamento del numero di prestazioni.
















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