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Modena, saldi: ad un mese dall’avvio vendite in aumento sul 2019 per il 25%, stabili per il 51%

saldi invernaVendite in aumento sul 2019 per il 25% degli operatori, stabili per il 51%, in diminuzione per il 24% e chi ha rilevato aumenti di vendita segnala incrementi intorno al 10%. Lo scontrino medio nell’abbigliamento si attesta intorno ai 110 euro a persona (circa 290 euro a famiglia) e circa la metà degli operatori (45%) stimano che i saldi di fine stagione avranno una incidenza fino al 20% del fatturato annuale. Sono questi i dati principali che emergono dall’indagine condotta ad un mese dall’avvio dei saldi su un campione di imprese modenesi, composto da punti vendita di beni per la persona, in particolare abbigliamento e calzature.

«Nei primi due weekend – sottolinea Andrea Abbruzzese, presidente provinciale di Federazione Moda-Confcommercio – c’è stato, come di consueto, il picco delle vendite, mentre nelle settimane successive l’andamento è stato abbastanza piatto, condizionato negativamente da temperature decisamente miti, che non hanno certo stimolato gli acquisti dei tipici capi invernali».

Stando all’elaborazione condotta, il budget di spesa si è concentrato, in particolare, su capi di abbigliamento (per l’80%), calzature (per il 70%), sciarpe e guanti (per il 35%) e biancheria intima (per il 25%). Per quanto riguarda i prodotti più venduti, la clientela si è orientata a cercare i capi, anche di marca, che non sono stati acquistati in stagione: quelli più venduti sono stati la maglieria e i capispalla – piumini, cappotti, giubbotti – per l’abbigliamento, mentre per le calzature ai primi posti dei prodotti venduti ci sono sneakers di marca, stivaletti e tronchetti.

«In un contesto sempre più difficile, competitivo e contrassegnato da asimmetrie nel trattamento normativo e fiscale – puntualizza Abbruzzese – rimane di fondamentale importanza ripristinare parità di regole per competere sullo stesso mercato: da tempo chiediamo, a tutela del consumatore, una regolamentazione regionale che disciplini l’attività dei grandi Outlet così come – a livello nazionale piuttosto che europeo – l’introduzione di una seria web tax che ristabilisca, almeno in parte, l’enorme squilibrio di oneri fiscali oggi esistente fra i colossi dell’on-line ed i negozi di vicinato».

«Allo stesso tempo», conclude Abbruzzese, «è indispensabile che, anche grazie al supporto delle Associazioni di categoria, il commercio tradizionale aumenti gli investimenti in formazione e in innovazione perché sia capace di adattarsi ai veloci cambiamenti in atto e possa cogliere le nuove opportunità che il mercato offre e saprà offrire».
















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