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Autotrasporto, Cna-Fita: folle pensare di abolire le agevolazioni per la categoria

La questione è arcinota: a penalizzare i consumi di carburante italiani sono soprattutto le accise, il cui peso sul costo di un litro di gasolio ha superato il 60% a metà settembre, una percentuale di incidenza che colloca il nostro Paese al secondo posto di questa poca lusinghiera classifica, alle spalle della sola Inghilterra.

Volendo circoscrivere l’analisi delle imposte sul carburante all’ambito dell’Europa continentale, si stigmatizza che, rispetto al nostro Paese, la Germania ha quasi 9 punti percentuali in meno di incidenza (53,7%) e la Spagna addirittura quasi 12 in meno (48,7%).

Considerato che il carburante incide per oltre il 30% sui costi di gestione delle imprese di autotrasporto, CNA Fita, torna a richiedere con forza che l’Italia porti le imposte sul gasolio sotto il 50% del costo complessivo alla pompa. Più che una richiesta, una necessità, se si vuole restituire competitività al sistema Paese!

È anche in considerazione dio queste valutazioni che Fita, l’Associazione degli autotrasportatori aderenti a Cna, è del tutto contraria alla eventuale abolizione delle misure di sostegno a favore dell’autotrasporto. La bozza del decreto sul clima, infatti, prevederebbe la progressiva cancellazione dei sussidi fiscali considerati dannosi per l’ambiente, tra cui quelli per l’autotrasporto merci. Un provvedimento negativo per l’intero settore. In particolare, il rimborso delle accise sul gasolio per autotrazione che consente agli autotrasportatori italiani di contenere il divario rispetto al prezzo pagato in altri Paesi. Qualunque riduzione delle agevolazioni non può avvenire se non dopo l’eliminazione di tutte le componenti accessorie che gravano sulle accise. Un lungo elenco in cui compaiono ancora imposte anacronistiche come quelle finalizzate al finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935 e a fronteggiare la crisi di Suez del 1956.

 
















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