Secondo Avviso Pubblico sono 18 milioni gli italiani che giocano d’azzardo almeno una volta l’anno: per un milione di essi è una dipendenza a tutti gli effetti, che andrebbe curata. Il 10% sono giovanissimi (14-17 anni) considerati ormai “problematici”. Nel 2018 la spesa per il gioco in Italia (cioè la raccolta meno le vincite) è stata di 18,6 miliardi di euro (7,2 miliardi solo dalle slot machine).
A Modena città (dati 2018) sono in carico 31 persone per fenomeni di dipendenza dal gioco d’azzardo, mentre in provincia sono complessivamente 158. Si tratta in prevalenza di maschi (121) di età superiore ai 40 anni.
Per l’Azienda Usl di Modena è il Sert che si occupa dell’assistenza ai giocatori patologici. L’accesso può avvenire sia in modo autonomo, sia tramite medico curante, servizio di salute mentale, assistente sociale, famigliari o amici della persona. Il servizio si rivolge non solo al giocatore, ma anche al suo nucleo familiare, inevitabilmente coinvolto nelle dinamiche relative al gioco d’azzardo.
Oltre all’Ausl, nel contrasto al gioco patologico sono attivi anche altri enti. Il 4 luglio scorso è stato aperto a Modena uno sportello di ascolto presso il Centro per le famiglie (piazza Redecocca 1). Nasce da un progetto di Comune, Ausl e Fondazione Ceis nell’ambito degli interventi distrettuali per la prevenzione e il contrasto al gioco d’azzardo patologico per il biennio 2019-2020.
Con lo sportello di ascolto esperti e operatori del Ceis escono dai centri preposti negli ambiti sanitari per entrare più facilmente in relazione con le famiglie toccate da un problema che può seriamente minare i rapporti all’interno del nucleo.
Aperto il giovedì dalle 15.30 alle 18.30, lo sportello offre accoglienza, ascolto e informazioni relative ai problemi del gioco d’azzardo, consulenza telefonica, informazioni e orientamento sulla rete dei servizi territoriali, incontri individuali e di gruppo. Il progetto prevede anche l’attivazione di gruppi di confronto e supporto di mutuo aiuto, oltre che iniziative di sensibilizzazione. Allo sportello si accede di persona presso il Centro per le Famiglie (tel. 059 2033343-3614 – 392 5837487 – centro.famiglie@comune.modena.it).
La Fondazione Ceis si occupa di gioco d’azzardo patologico da diversi anni, anche in collaborazione con il Sert. Attualmente sono attivi tre gruppi di auto mutuo aiuto con facilitatore: uno a Modena, uno a Mirandola e uno a Carpi. In totale nel corso del 2019 i pazienti in carico sono 54, di cui 16 nel gruppo di Modena, dove è presente da circa un anno anche un gruppo di sostegno per familiari.
Il Piano regionale di contrasto al gioco d’azzardo ha permesso il potenziamento e implementazione delle attività di accoglienza, cura e trattamento nei servizi dipendenze patologiche Ausl anche attraverso l’acquisizione di tre psicologi e un tecnico della riabilitazione psichiatrica che operano in modo trasversale a livello provinciale.
Il 25 e 26 settembre talk di Confcooperative Modena con Ceis e Mediando: uno spettacolo spiega perché perdere è matematico
Uno doppio spettacolo sulla divulgazione della matematica come strumento di prevenzione degli eccessi da gioco d’azzardo. L’iniziativa è organizzata da Confcooperative Modena al fine di rafforzare la conoscenza e la diffusione della cultura della prevenzione contro il gioco d’azzardo.
I due eventi, aperti al pubblico, si tengono mercoledì 25 e giovedì 26 settembre nell’ambito del festival Modena Smart Life. Il talk del 25 settembre si svolge alle 20.45 nel teatro S. Carlo ed è rivolto alla cittadinanza; quello del 26 comincia alle 9.30 nella chiesa S. Carlo ed è riservato agli studenti delle scuole superiori.
Gli spettacoli sono preceduti da un’introduzione al tema di Confcooperative Modena con il consorzio Ceis e la cooperativa sociale Mediando di Modena, che si occupano dei danni provocati dalla ludopatia. «È una malattia del nostro tempo. Nasce da qui l’esigenza di far conoscere le azioni di contrasto e prevenzione rivolte in particolare agli studenti, ma non solo», dichiara il direttore di Confcooperative Modena Cristian Golinelli.
Intitolato “Fate il nostro gioco”, il talk è un progetto contro il gioco d’azzardo nato dalla collaborazione tra due torinesi, il matematico Paolo Canova e il fisico Diego Rizzuto.
«L’idea originale era fare della divulgazione matematica, ovvero – spiegano Canova e Rizzuto – sfruttare l’appeal del gioco d’azzardo per convincere il pubblico a sentirsi parlare di matematica e, più specificatamente, di probabilità. Col tempo, però, ha preso sempre più spazio il contenuto educativo sulla prevenzione del gioco d’azzardo, con grande attenzione anche ai meccanismi psicologici (oltre a quelli matematici) che, nascosti nei vari giochi d’azzardo, attirano sempre più giocatori e fanno vincere sempre più il banco».