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Mirandola: Sindaco Greco e Assessore Canossa dopo la CTSS di venerdì scorso

“I cittadini di Mirandola ed anche dei comuni limitrofi, cioè della Bassa in generale, hanno maturato una capacità di ragionare in modo lucido e di prefigurarsi scenari futuri andando ben oltre le dichiarazioni cui assistono: sono tutti pienamente consapevoli che la capacità del nostro sistema sanitario di essere sostenibile economicamente, continuando ad assicurare qualità delle cure, è una sfida continua e ogni anno costringe alla ricerca di un nuovo equilibrio. La spesa per farmaci innovativi, nuove tecnologie è crescente e non si può e non si deve rinunciare alla qualità ed all’eccellenza: le risorse devono essere allocate in modo ottimale. Per questo siamo consapevoli che qualunque tema della sanità debba essere affrontato anche con l’obiettivo di raggiungere la massima efficienza” dichiarano il Sindaco Alberto Greco e l’Assessore Politiche sociali, salute, diritti e mobilità Antonella Canossa.

“Guardando al futuro, la soluzione ottimale, cioè migliore sotto l’aspetto dell’efficienza, sarebbe l’ospedale baricentrico dell’Area Nord, ottenibile da una piena fusione di Carpi e Mirandola.

La CTSS nel luglio del 2015 (prot.29/2015 del 16/07/2015) chiese alla Regione di verificare la possibilità di realizzare uno studio di fattibilità di un ospedale unico tra Mirandola e Carpi. Questo non è mai stato fatto ed anzi, poche settimane prima delle elezioni comunali del 26 maggio 2019, si è annunciato che Carpi avrà un nuovo ospedale, bypassando così ogni percorso logico e rigoroso di analisi di tutte le soluzioni alternative. L’orientamento emerso nella CTSS di venerdì 28/06/2019 è di chiusura totale ed, oltre ai riferimenti citati nel Bilancio Preventivo AUSL 2019, anche il nuovo Direttore Generale di AUSL dott. Brambilla, nella illustrazione degli obiettivi strategici del suo mandato, ha esposto che è previsto il via alla fase di progettazione del nuovo ospedale di Carpi, di fatto già avvenuta con la costituzione di un gruppo di lavoro che ha già iniziato le attività per identificazione della sede e tempificazione preliminare del progetto. I sindaci (o loro delegati) di Mirandola, Finale Emilia e San Felice sul Panaro hanno espresso parere contrario al Bilancio Preventivo, come era logico di fronte ad una tale impostazione.

Le scelte fatte sino ad ora vedono gli ospedali di Mirandola e Carpi, integrati sotto l’aspetto gestionale ma classificati in maniera diversa, cioè Mirandola come ospedale di prossimità e Carpi come ospedale di area, intendendo come area l’intera area Nord; il nuovo ospedale di Carpi, che si vuole costruire, sarebbe dunque il nuovo ospedale di area e come tale di riferimento per tutto il bacino dell’area nord e Mirandola rimarrebbe ospedale di prossimità. Quindi nella migliore delle ipotesi l’ospedale di Mirandola resterebbe l’ospedale di prossimità che è oggi, cioè con attività a medio-bassa complessità. Ma il punto è che certe decisioni possono essere riviste profondamente a distanza di poco tempo: come è stato per l’ospedale di Castelfranco Emilia, che nel Piano Attuativo Locale della Provincia di Modena 2011-2013 era classificato come ospedale di prossimità parimenti a Mirandola, Pavullo e Vignola, e poi con l’ulteriore taglio dei posti letto del 2015, è stato trasformato in Casa della Salute ed OsCo.

Per l’area Nord si dovrebbe invece pensare ad un vero ospedale di area, baricentrico rispetto al bacino demografico da servire: la localizzazione di un ospedale è una operazione da condurre con il massimo rigore anche facendo ricorso a modelli matematici, senza deviazioni o cedimenti a motivazioni estranee. L’obiettivo deve essere la ricerca della soluzione ottimale cioè della soluzione più efficiente che non può prescindere dagli aspetti di equità.

La questione verrà portata avanti facendo leva proprio sui profili di equità che hanno la finalità di fare emergere le iniquità tra gruppi di popolazione assumendo come variabile la posizione geografica di residenza e le criticità della rete viaria del territorio. L’area nord ha valori di mobilità sanitaria passiva superiori agli altri distretti e non si può ignorare questo fatto. Ciò che è evidente è che – concludo Sindaco ed Assessore – si prendono decisioni a livello regionale e provinciale negando percorsi rigorosi, perchè analisi e studi ben condotti possono portare a risultati non graditi”.

















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