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In leggero calo le imprese femminili in Emilia-Romagna

Al 31 marzo scorso in Emilia-Romagna, le imprese attive femminili erano 84.376, pari al 21,1 per cento del totale delle imprese regionali, con una leggera diminuzione (-100 unità, pari a un -0,1 per cento) rispetto alla stessa data del 2018. È quanto risulta dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio analizzati da Unioncamere Emilia-Romagna. Dallo studio emerge che in regione le imprese rosa “tengono” di più perché peggio va per le imprese non femminili che accusano ancora una flessione più ampia (-0,7 per cento, -2.359 unità). A livello nazionale, peraltro, le imprese femminili sono aumentate in otto delle regioni italiane e in Italia sono rimaste sostanzialmente invariate. L’incremento è stato più rapido nel Lazio (+1,0 per cento). L’Emilia-Romagna è risultata decima per “variazione”.

Nelle regioni con cui l’Emilia-Romagna più spesso si confronta, le imprese femminili risultano in aumento dello 0,4 per cento in Lombardia e dello 0,2 per cento in Veneto, mentre si riducono in Toscana (-0,5 per cento) e in Piemonte (-0,7 per cento).

I settori di attività economica

La lieve diminuzione della consistenza delle imprese femminili deriva dalla composizione di tendenze ampiamente divergenti. Da un alto, quella positiva dell’insieme degli altri servizi (+761 unità, +2,0 per cento), e marginalmente delle costruzioni, dall’altro, quella negativa derivante dalla riduzione della base imprenditoriale nel commercio (-470 unità, -2,1 per cento) e nell’agricoltura (-330 unità, -2,7 per cento), mentre la consistenza delle imprese flette leggermente nell’industria (-0,7 per cento).

La forma giuridica

Anche tra le imprese femminili le società di capitale continuano a aumentare notevolmente (+596 unità, pari a un +4,1 per cento) per effetto dell’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata. Questa ha contribuito alla sensibile riduzione delle società di persone (-279 unità, -2,2 per cento), alla quale si è affiancata una più lenta, ma più ampia flessione delle ditte individuali (-376 unità, -0,7 per cento). Le cooperative e i consorzi fanno registrare anch’esse una sensibile contrazione (-1,4 per cento).

















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