Il rapporto tra giovani e salute, e cosa pensano le nuove generazioni della prevenzione. Si è parlato di loro al convegno svoltosi in Cappella Farnese a margine della Bologna Health Week, la settimana della prevenzione della salute organizzata da Cosmofarma e Federfarma.
I giovani sono per natura “forti e sani” e spesso spensierati quindi lontani dal considerare la cultura sanitaria e gli stili di vita un buon investimento per il futuro e per una vita longeva e di buona qualità.
Farmacie, istituzioni e anche la Uisp di Bologna che come ente di promozione da anni si occupa di prevenzione attraverso l’attività fisica, si sono confrontate su un tema fondamentale per garantire salute e benessere alla comunità del futuro.
La relazione di apertura del Prof. Antonio Maturo, Docente di Sociologia della salute, Università di Bologna ha dato uno spaccato non troppo edificante della nostra società. Una popolazione sempre più anziana, ma con grandi problemi di sovrappeso e obesità anche tra i più giovani con tutti i problemi che questo comporterà nel futuro. Basti pensare che 1 maschio su 6 di 18-19 anni è sovrappeso, percentuale che si alza a quasi 1 su 4 tra i 20 e i 24 anni, fino ad esplodere al 40% del campione tra i 25 e i 34 anni. Va un po’ meglio per le donne ma rimane il dato preoccupante che 1 donna su 5 tra i 25 e i 34 anni sia sovrappeso.
Uno degli antidoti potrebbe essere l’attività fisica, ma dai dati emerge che già in giovanissima età 1 persona su 3 può definirsi sedentaria.
“E’ molto importante – ha spiegato l’assessore alla Sanità del Comune di Bologna Giuliano Barigazzi – arrivare ai giovani. In un’epoca digitale come questa comunicare salute efficacemente non è semplice. Le campagna che ricordano e che ammoniscono i giovani su cosa non devono fare non funzionano. Servono nuove modalità di comunicazione magari con testimonianze anche di giovani che parlano ad altri giovani di quanto sia importante prendersi cura di se perchè ricordiamoci che la salute è un fatto sociale, non solo personale”.
“Bisogna entrare e penetrare quella che possiamo definire la “bolla” in cui vivono i giovani – il commento di Paolo Pandolfi, Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica Azienda USL Bologna – usando il loro linguaggio, stando insieme a loro e costruendo percorsi che li vedano attori principali. Sicuramente uno dei luoghi per un giovane dove si fa prevenzione è quello in cui si fa attività fisica. Il contatto con altri giovani è fondamentale. Ma ci sono luoghi dove si può fare di più, penso alle Case della Salute ma anche alle Piazze in cui i giovani vanno e si confrontano. Questi sono i luoghi dove si formano le competenze”
“Il mondo è cambiato, c’ è una crisi di modello degli sport tradizionali e l’abbandono sportivo in età precoce è li a dimostrarlo – ha detto Gino Santi Presidente di Uisp Bologna – l’abbandono si ha già a 11-12 anni, fino ad arrivare ai 20/25 anni in cui si ha un piccolo recupero.
Noi come Uisp stiamo cercando di reagire occupandoci di cambiare i modelli dello sport, ma soprattutto pensando a quel 70% della popolazione che è sedentaria con progetti tipo Pillole di Movimento o MuoviBo che cercano di dare impulso a quelli che sono i dettami dell’OMS sulla prevenzione attraverso il movimento. Per quanto riguarda la giornata di oggi possiamo dire che se Pillole di Movimento ha registrato un grosso successo tra gli under 30 questo dimostra come i giovani si stiano avvicinando a luoghi una volta per loro poco frequentati come le farmacie. Questa collaborazione con le farmacie che sono su tutto il territorio, gli enti locali e le società sportive può essere un ottimo viatico per il futuro”.