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Premio Dossetti 2019 al medico di Lampedusa Pietro Bartolo e a Luigi Bettazzi, già presidente di Pax Christi

Sono il medico di Lampedusa Pietro Bartolo e l’ex presidente di Pax Christi italiana e internazionale mons. Luigi Bettazzi i vincitori, ex aequo, del Premio per la pace “Giuseppe Dossetti” 2018/2019, l’importante riconoscimento che viene conferito ogni anno a chi si rende protagonista di meritevoli azioni di pace. Dal 1992 Pietro Bartolo è in prima linea nell’accoglienza dei migranti giunti a Lampedusa svolgendo il difficile compito di assistenza e cura delle persone sbarcate e di ispezione dei cadaveri restituiti dal mare. E’ un sostenitore dell’accoglienza di richiedenti asilo e migranti e della necessità di corridoi umanitari contro la tratta degli esseri umani. Monsignor Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea e già presidente di Pax Christi nazionale e internazionale, ha dedicato la sua vita a opere di sensibilizzazione al tema della pace, ad azioni di mediazione per il conseguimento della stessa e per il riconoscimento dei diritti umani, anche attraverso numerosissime missioni nei cinque continenti.

I due vincitori sono stati premiati oggi in Sala del Tricolore del Municipio di Reggio Emilia dal sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, dal sindaco di Cavriago – città natale di Dossetti – Paolo Burani, dal presidente della Provincia di Reggio Emilia Giorgio Zanni, dal vicepresidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna Ottavia Soncini, dal presidente della Fondazione Manodori Gianni Borghi e dal presidente della giuria del Premio, onorevole Pierluigi Castagnetti.

“E’ questo un momento di grandissimo valore culturale per la nostra città, una giornata memorabile per questa sala – ha detto il sindaco Vecchi conferendo il primo Tricolore a Pietro Bartolo e Luigi Bettazzi – L’alta qualità dei progetti presentati negli anni ha portato grande prestigio al premio Dossetti, un premio dedicato alla pace, un valore fondamentale nella complessità del nostro tempo. Sono due gli elementi che oggi voglio richiamare rispetto al concetto di pace. Innanzitutto l’Europa, che non è mai stata un tutt’uno nella sua storia, ma è arrivata alla contemporaneità misurandosi con il valore della diversità e facendone un elemento fondamentale della sua unione. E poi la nostra città, che ha saputo creare una cornice di convivenza civile e di pace e che oggi ha bisogno di restare se stessa e mantenere il suo animo solidale nei confronti di chi resta indietro. A fronte di un vento che oggi rischia di voler portare una diversa gerarchia di valori rispetto a quelli del dopoguerra, questa autonomia di pensiero deve essere il contributo che la nostra città può dare per costruire un futuro di pace”.

“Sono più di 500 i progetti arrivati in questi anni, decine di persone si sono candidate nella sezione singoli cittadini, oltre a tantissime scuole della nostra provincia – ha aggiunto Paolo Burani, sindaco di Cavriago – Tutto questo ci ha sempre rincuorato: esiste un’Italia ricca di valori, che non si vuole arrendere al vento della violenza, dell’egoismo, del razzismo. Un’Italia che si sente parte del mondo, che sa che il destino di tutti gli altri popoli è anche il nostro destino”.

Toccanti le testimonianze dei premiati, in particolare quella di Pietro Bartolo, medico di Lampedusa che ha parlato delle migrazioni come di “un fenomeno normale, che qualcuno vuol far diventare un problema, quando si tratta appunto di un fenomeno che è sempre esistito perché dettato dalla voglia e dalla necessità di costruirsi un futuro migliore”. Ripercorrendo i suoi anni di attività di medico a Lampedusa, delle visite a oltre 350mila persone, delle ispezioni cadaveriche a chi è perito in mare “e a cui non ci si abitua mai”, ha ribadito che tutti noi “abbiamo la responsabilità di aiutare queste persone e questo premio forse andrebbe dato a chi ha rischiato la vita per soccorrerle, perché hanno fatto un onore all’umanità. Pensare che aiutare qualcuno sia diventato un atto eroico mi fa star male perché vuol dire che abbiamo perso la nostra umanità”.

SCUOLE E ASSOCIAZIONI PREMIATE – Per la sezione del premio riservata alle scuole, sono stati premiati Valentina Piro della classe V^ N del liceo Moro di Reggio Emilia con il testo “Cara Italia” (1 posto); Filippo, Riccardo, Fabio e Tommaso del liceo Corso di Correggio con il testo “Caro signor Einstein, Lei a che razza appartiene?” (2 posto); Chiara Rota della classe V^ L dell’istituto Scaruffi – Levi – Tricolore” di Reggio Emilia con il testo “Il bene e il male” (3 posto). Menzione speciale per Niccolò Vernia della classe V^ E del liceo Moro di Reggio per il testo “Se non lotterò per la pace, non sarò niente” e per Chiara Govi della classe I^ B del liceo Corso di Correggio per il testo “Il mio orizzonte”.

Per la sezione riservata alle associazioni il premio Dossetti è stato invece attribuito a Cisv – Comunità, impegno, servizio e volontariato di Torino per l’azione di pace “Tessendo cammini di pace”. Il premio è stato ritirato dal presidente dell’associazione Federico Perotti. Menzione speciale per l’associazione Naga di Milano, per l’azione di pace “Cura e accoglienza come azioni di pace”. Il premio è stato ritirato da Fausto Fenaroli, membro del consiglio direttivo di Naga onlus.

Le associazioni reggiane vincitrici del premio sostenuto dalla Fondazione Manodori sono invece Granello di senapa per l’iniziativa “In fuga dalla Siria” (premio ritirato da Elisa Cavandoli e Chiara Burani) e Azione cattolica italiana della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla per l’azione di pace “Tent of nations. People building bridges”.

IL PREMIO – Il premio – promosso da Comune di Reggio Emilia, Comune di Cavriago, Provincia di Reggio Emilia e Regione Emilia-Romagna – è infatti attribuito sia ad associazioni con sede sul territorio nazionale sia a singoli cittadini che abbiano compiuto azioni di pace coerentemente con i principi affermati da Giuseppe Dossetti nella sua vita: un irriducibile antifascismo, l’affermazione di una democrazia reale, sostanziale, non nominalista alla quale si ispira il testo della Costituzione italiana, l’aspirazione universale alla pace e alla cooperazione fraterna fra gli individui e i popoli, il riconoscimento dei diritti della persona, il dialogo interreligioso e il rifiuto della guerra.

Come in passato, anche quest’anno una sezione è dedicata agli studenti delle scuole superiori reggiane ai quali viene chiesto di elaborare un testo (saggio breve, lettera, articolo di giornale o testo di canzone) sul tema della pace, in particolare sull’articolo 11 della Costituzione.

La Giuria del Premio è presieduta da Pierluigi Castagnetti ed è composta da Paolo Burani, sindaco del Comune di Cavriago; Chiara Piacentini del Gabinetto del Sindaco di Reggio Emilia; Luca Cattani per la Provincia di Reggio Emilia; Clementina Santi per la Regione Emilia-Romagna e Riccardo Faietti per Fondazione Manodori di Reggio Emilia.

Giuseppe Dossetti, a cui il premio è dedicato, fu docente universitario, giurista, uomo politico protagonista nella stesura della Costituzione repubblicana, poi sacerdote e monaco che partecipò alla elaborazione dei principali documenti del Concilio Vaticano II. Un uomo di pace che visse la Resistenza al nazi-fascismo e si adoperò per la diffusione dei valori della solidarietà, della fratellanza, del rispetto della dignità di tutti gli uomini. Dossetti ha mantenuto un profondo legame con la sua terra d’origine, Reggio Emilia e Cavriago, dove ha vissuto durante l’infanzia e l’adolescenza e alla quale è rimasto sempre legato, tanto da definire Cavriago come la sua “università della vita”.

Nel 2016, nel 20° anniversario della scomparsa di Dossetti, il premio è stato insignito della Medaglia del Presidente della Repubblica. Negli anni, ha visto la partecipazione di oltre 500 associazioni e singoli cittadini e oltre un centinaio di classi di scuola secondaria di secondo grado della provincia di Reggio Emilia.

PIETRO BARTOLO

Nasce a Lampedusa nel 1956 da una famiglia di pescatori. Dopo aver trascorso l’infanzia su quest’isola, consegue a Catania la laurea in Medicina nel 1983 e, successivamente si specializza in Ostetricia e ginecologia.

Dopo alcune esperienze lavorative a Catania e Siracusa, nel 1988 ritorna a Lampedusa dove affianca alla sua attività di medico esperienze nell’amministrazione pubblica in qualità di vicesindaco e assessore alla sanità. Nei primi anni del suo ritorno sull’isola riceve, inoltre, vari incarichi quali: medico convenzionato con l’aeronautica miliare e medico della Croce Rossa presso l’aeroporto di Lampedusa. Dal 1991, dopo aver vinto un concorso pubblico, ricopre il ruolo di dirigente medico dell’unico presidio sanitario dell’isola. Da quella data, inoltre, gli viene affidata la carica di ufficiale sanitario.

Dai primi arrivi di migranti a Lampedusa (1991) si occupa della gestione del fenomeno migratorio sull’isola dal punto di vista sanitario fornendo assistenza medica durante gli sbarchi. Dal 18 marzo 2011 è individuato come coordinatore della gestione di tutte le attività sanitarie inerenti l’emergenza immigrazione dall’assessorato regionale della Salute.

È stato membro del Comitato tecnico regionale multidisciplinare “Emergenza migranti”.

Nell’ambito della sensibilizzazione al fenomeno dell’immigrazione prende parte al docufilm “Fuocoammare” (2016) del regista Gianfranco Rosi, vincitore dell’Orso d’oro a Berlino. Scrive il libro dal titolo “Lacrime di sale” (2016, Mondadori) in cui racconta la sua storia e la sua esperienza nella gestione del fenomeno migratorio.

Le sua attività è stata riconosciuta con svariati premi e onorificenze tra cui si ricordano: “Paul Harris Fellow” (Rotary International, 2011), Onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (2014), Premio “Sergio Vieira De Mello” (Cracovia, 2015), Premio “Ripple of Hope” e inserimento tra i “Defenders of Human Rights” (Robert F. Kennedy Human Rights Italia), Premio “Don Beppe Diana” (2016), Premio “Living Stone” (Fondazione Inlia, Gröningen, 2016), Onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (2016), “Prix de la Tolerance  Marcel Rudloff” (Strasburgo, 2017), “Goodwill Ambassador” per Unicef (2017), Premio letterario “Leopold Staff” nella categoria personalità dell’anno (Varsavia, 2017), Onorificenza di Cavaliere Ufficiale dell’Ordine Equestre di Sant’Agata (Repubblica di San Marino, 2018).

LUIGI BETTAZZI

Nato a Treviso nel 1923, sacerdote a Bologna nel 1946, vescovo ausiliare del cardinal Lercaro dal 1963 al 1966, ha partecipato a tre sessioni del Concilio Vaticano II.

Vescovo di Ivrea dal 1966 al 1999, ha visitato molti Paesi del mondo come membro della Commissione missionaria nazionale e come presidente del Movimento cattolico per la pace Pax Christi (nazionale dal 1968, internazionale dal 1978 e fino al 1985). Attualmente è presidente del Centro studi economico-sociali per la pace, promosso da Pax Christi Italiana nell’ottobre 1991, con sede a Firenze.

Ha ideato, animato e partecipato alle Marce della pace di Capodanno (la prima il 31 dicembre 1968); ha scritto articoli e interventi sull’impegno dei cristiani per la pace. Ha avviato con l’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano, Facoltà di Economia, dei Seminari di studio su “Armi e disarmo: aspetti economici ed etici”.

Sul piano internazionale ha rappresentato Pax Christi alle due Assemblee straordinarie sul disarmo promosse dall’Onu nella sede di New York; ha guidato e presieduto gli incontri sul disarmo e i diritti dell’uomo con la Chiesa ortodossa russa, a scadenza biennale, in varie città dell’ex Unione Sovietica; ha partecipato ad Uppsala all’incontro internazionale delle Chiese su “Vita e pace” all’incontro delle università cattoliche a Salisburgo per un lavoro di ricerca e studio sulla pace.

Ha guidato una missione internazionale in Centro America (1981) per indagare sulla violazione dei diritti dell’uomo. Ha partecipato conferenze in Germania, Belgio e altri Paesi europei.

Per la pace a Sarajevo ha guidato, insieme all’amico monsignor Tonino Bello la “Marcia dei cinquecento” (7-13 dicembre 1992) e ha partecipato alla missione “Mir Sada” del 4-9 agosto 1993. Sempre nel 1993, per la pace nei Balcani, ha contatti con la Chiesa serbo-ortodossa (Belgrado – luglio) che sfociano nell’incontro ufficiale a Belgrado (agosto), cui seguirà l’incontro in Belgio (marzo 1994). Il 12-15 febbraio 1994 è in missione di pace in Kosovo.

Laureato in teologia alla Pontificia università Gregoriana di Roma e in Filosofia e storia della filosofia all’Università degli studi di Bologna.

Il 23 giugno 2000 riceve dall’Università di Torino la laurea honoris causa in Scienze politiche “per aver sempre coniugato e congiunto la riflessione religiosa e teologale all’impegno sociale e all’osservazione dell’uomo, sia nella storia, sia nella società contemporanea, sia nella sua dimensione sociale, sia soprattutto partecipando in prima persona alla lotta per la pace”.

Ha viaggiato ripetutamente per motivi pastorali in Europa, Asia (Assam, India, Corea, Vietnam e Cambogia, Giappone, Pakistan, Bangladesh); in Africa (Algeria, Sudan, Burundi, Tanzania); negli Usa e in Canada, ma soprattutto in America Latina: Venezuela, Argentina, Perù, Uruguay, Colombia, Panama, Messico e in tutta l’America Centrale.

Molto impegnato nel sociale, ha pubblicato 37 libri tra il 1963 e il 2018, in particolare per i giovani e ha rivolto Lettere aperte a politici e personalità pubbliche.

















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