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Il sostegno della Regione Emilia-Romagna alle farmacie rurali: stanziati 400mila euro per il 2019

Molto più che luoghi dove acquistare o ritirare farmaci, prenotare esami e visite, avere da professionisti qualificati consigli e indicazioni, ma veri e propri punti di riferimento sanitari per il territorio e di presidio concreto per le piccole comunità.
Sono le farmacie rurali, una realtà che la Regione Emilia-Romagna continua a sostenere, mettendo a disposizione anche per il 2019 400mila euro di contributi, con l’obiettivo di garantire un servizio essenziale come quello che esse svolgono nelle aree più disagiate e pertanto poco redditizie. Con un contributo minimo di 5.000 euro che può arrivare, nel caso delle farmacie con basso fatturato, fino a 12.500 euro.

Risorse e criteri di assegnazione sono stati illustrati questa mattina in Commissione assembleare dall’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, in vista dell’adozione della delibera da parte della Giunta la prossima settimana.

“Continuare ad assicurare nell’intera regione la capillarità dell’assistenza farmaceutica territoriale- ha affermato Venturi- è un impegno che manteniamo, consapevoli dell’enorme importanza che queste strutture rivestono per le comunità locali, soprattutto in aree lontane dai centri abitati come quelle rurali e montane, e nei comuni più svantaggiati in termini di offerta di servizi sanitari. Lo facciamo mettendo in campo contributi consistenti, che per tante strutture sono in grado di fare la differenza. E lo sviluppo della farmacia dei servizi, con l’incremento dell’offerta ai cittadini di nuove attività incentrate sulla crescita professionale dei farmacisti, consentirà anche di accedere a nuove risorse nazionali specificamente dedicate a questo ambito”.

Il sostegno alle farmacie rurali
Si tratta di un sostegno finanziario attivo dal 2017, in seguito all’approvazione di una specifica legge regionale (n. 2/2016) grazie alla quale le farmacie rurali a minor fatturato dell’Emilia-Romagna hanno potuto beneficiare di contributi economici (400mila euro complessivi l’anno) graduati in base al proprio volume d’affari: nel 2017 sono state 21 le farmacie sostenute, più che raddoppiate – 46 – nel 2018. Risorse che hanno permesso di garantire la permanenza di queste strutture sul territorio, come testimonia il fatto che dal 2015 ad oggi soltanto una farmacia è stata chiusa, con successiva apertura nella medesima località di un dispensario farmaceutico.

La Farmacia dei servizi
Ed è proprio sul modello della Farmacia dei servizi richiamato dall’assessore Venturi che la Regione Emilia-Romagna, tra le prime in Italia, ha deciso di puntare per il futuro, grazie all’Intesa recentemente raggiunta con le Associazioni di categoria delle farmacie pubbliche e private convenzionate. Un accordo – ha ricordato l’assessore – che prevede più prestazioni dirette per il cittadino, progetti mirati per i pazienti con patologie croniche, nuove modalità di erogazione dei farmaci, anche attraverso l’identificazione di farmacie di fiducia e la consegna a domicilio ai pazienti più fragili, nuovi servizi come la possibilità di aprire direttamente in farmacia il Fascicolo sanitario elettronico e di ritirare i referti di visite ed esami

Criteri e assegnazione delle risorse, tempi per presentare domanda
Queste le modalità e i criteri per la concessione dei contributi per il 2019: possono fare richiesta le farmacie rurali che nel 2018 abbiamo registrato volume d’affari massimo di 325 mila euro ai fini Iva; il contributo varierà da un minimo di 5.000 euro a un massimo di 12.500 euro.
In particolare, sono individuate 4 fasce di fatturato delle farmacie rurali, cui corrispondono contributi che aumentano al diminuire del volume d’affari: fino a 200mila euro il contributo sarà di 12.500 euro; da 200.000,01 fino a 250mila, contributo di 10mila euro; da 250.000,01 fino a 300.000 euro, contributo di 7.500 euro; infine, da 300.000,01 a 325.000 euro il contributo sarà di 5.000 euro.
Ai contributi possono accedere tutte le farmacie rurali se rientrano nei tetti di reddito stabiliti, comprese quelle di nuova apertura, purché avvenuta entro il 2017; quelle aperte nel 2018 potranno beneficiare dei contributi attraverso il bando del prossimo anno.
Il contributo è concesso fino ad esaurimento delle risorse disponibili, in base alla graduatoria stilata in ordine crescente rispetto al volume d’affari complessivo ai fini dell’Iva: quindi dalla farmacia che fattura di meno, e che pertanto ha diritto a un contributo più alto, a quella che fattura di più (a parità di volumi d’affari identico ha la precedenza in graduatoria la farmacia che si trova nel comune con la popolazione meno numerosa).  In caso di risorse residue, dopo aver soddisfatto tutte le domande presentate dagli aventi diritto, la cifra rimanente sarà ridistribuita tra le farmacie più bisognose di sostegno, perché più a rischio di cessazione di servizio, cioè quelle con fatturato fino a 250mila euro.

I titolari delle farmacie rurali, con sede in Emilia-Romagna e in possesso dei requisiti previsti per l’accesso al contributo, entro il 30 giugno 2019 dovranno presentare la domanda all’Azienda Usl di riferimento, presso il cui servizio Farmaceutico è possibile richiedere ulteriori informazioni.

Cosa sono le farmacie rurali
Le farmacie rurali si trovano in comuni, frazioni o centri abitati “con popolazione non superiore a 5.000 abitanti”, ad eccezione di quelle situate “nei quartieri periferici delle città, congiunti a queste senza discontinuità di abitati” (questa la definizione della legge 221/1968). Svolgono, quindi, un’importante funzione sanitaria, e rappresentano un presidio fondamentale per le piccole comunità; ma, proprio per la collocazione e il bacino di utenza ridotto, possono avere problemi di sostenibilità economica.

Le farmacie rurali in Emilia-Romagna
Le farmacie aperte in Emilia-Romagna sono 1.334, di cui 520 rurali (39% delle farmacie totali). Nel 2018 le farmacie rurali con fatturato inferiore a 250.000 euro erano 20 (4% delle farmacie rurali, 1,5% delle farmacie totali).

















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