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“Doc in Tour”: torna il documentario d’autore prodotto in Emilia-Romagna

L’Emilia-Romagna raccontata attraverso lo sguardo di autori e produttori del territorio. Prende il via oggi la 13a edizione di Doc in Tour – Documentari in Emilia-Romagna che, fino al 30 maggio, porterà in 26 sale d’essai della regione, appartenenti al circuito Fice, 9 documentari con almeno 126 proiezioni in quasi due mesi di programmazione.

La rassegna Doc in Tour, che ha conquistato nel tempo autorevolezza per autori, esercenti e pubblico, è l’unica rassegna in Italia che ogni anno presenti il meglio della produzione documentaristica prodotta o diretta da imprese e autori di una regione.

“La grande forza del documentario sta nella capacità di guardare la realtà dall’alto- afferma l’assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti-. In Emilia-Romagna da sempre ci distinguiamo per la qualità delle produzioni realizzate e sostenute e, negli ultimi anni, anche per il crescente interesse degli spettatori. Stiamo investendo molto sia per quanto riguarda lo sviluppo e la realizzazione di progetti cinematografici e audiovisivi, che la formazione e l’educazione del pubblico, con eventi e attività che consentano nuove prospettive di visione e fruizione. Il documentario– conclude Mezzetti– è certamente fondamentale per raccontare l’evoluzione della nostra società e per creare occasioni di riflessione e di incontro”.

A inaugurare la rassegna saranno “Da Teletorre19 è tutto!” e “In questo mondo”, oggi dalle ore 18 al Cinema Lumiere di Bologna. Doc in Tour avrà inoltre una seconda fase in autunno, con gli stessi titoli che coinvolgeranno anche le sale cinematografiche comunali.

Doc in Tour è promosso e organizzato da Regione Emilia-Romagna, Fice Emilia-Romagna (Federazione italiana cinema d’essai), D.E-R, Associazione dei documentaristi emiliano-romagnoli e Progetto Fronte del Pubblico/Fondazione Cineteca di Bologna. Approfondimenti e programma completo su https://cinema.emiliaromagnacreativa.it.

I film in programma

I 9 documentari di questa edizione  riguardano molti temi: storie fortemente legate al territorio come “Archivi Mazzini. Il lato nascosto della moda” di Mauro Bartoli, con il racconto di un particolare atelier museo punto di riferimento per coloro che studiano la moda e “Da Teletorre19 è tutto!” di Vito Palmieri, che ci porta all’interno della prima e unica televisione condominiale d’Italia, un microcosmo di storie e speranze nella periferia di Bologna. “In questo mondo” di Anna Kauber, vincitore del premio Documentari italiani al Festival di Torino 2018, ci regala un intenso ritratto delle donne pastore in Italia con le loro fatiche e speranze. “La mia casa e i miei coinquilini (il lungo viaggio di Joyce Lussu)” di Marcella Piccinini, ci offre il ritratto personale e intimo della partigiana scrittrice moglie di Emilio Lussu. Non manca poi il consueto sguardo oltre i confini del nostro Paese come in “Nimble fingers” di Parsifal Reparato, dove si raccontano i sogni e le paure di Bay, giovane donna migrata negli altopiani del nord del Vietnam che vive e lavora a Hanoi in uno dei siti industriali tecnologici più grandi. “Strange Fish” di Giulia Bertoluzzi, menzione speciale della giuria al festival Visioni dal Mondo, racconta l’impegno continuo di pescatori di Zarzis, nel sud della Tunisia, che dagli inizi del 2000 hanno salvato migliaia di vite in mare. In “Pentcho” di Stefano Cattini, vincitore al Festival dei Popoli di Firenze 2018, si racconta la storia di 514 persone che nel 1940 hanno viaggiato stipate in un vecchio rimorchiatore, vagando per l’Europa prima di raggiungere la Palestina. “Scuola in mezzo al mare” di Gaia Russo Frattasi racconta di un’associazione che per fornire risposte ai problemi di discontinuità educativa sull’isola di Stromboli si auto-organizza con lezioni non convenzionali. Con “Le avventure del lupo. La storia quasi vera di Stefano Benni” di Enza Negroni veniamo catapultati in un inedito e intimo ritratto dello scrittore bolognese.

(Nell’immagine: “Archivi Mazzini. Il lato nascosto della moda”)

















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