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Rubiera: “vampirizza” il serbatoio di un autotreno in sosta, denunciato dai carabinieri

Giunto dalla provincia di Torino ha “vampirizzato” il serbatoio di un autotreno in sosta nel parcheggio di un’azienda di Rubiera ‘succhiando’ 5 quintali di gasolio che ha riversato nel serbatoio dell’autoarticolato che conduceva. Si è quindi allontanato riprendendo la sua attività lavorativa di autotrasportatore, certo di averla fatta franca. Sul posto oltre al tappo del serbatoio forzato dell’autotreno, nessuna traccia che potesse ricondurre al ladro che tuttavia non è riuscito ad assicurarsi l’impunità.

Grazie infatti al sistema di videosorveglianza dell’azienda dove l’autotreno preso di mira era parcheggiato e grazie alle telecamere lettura targhe installate nel comune, i carabinieri della stazione di Rubiera sono risaliti al vampiro del greggio. Con l’accusa di furto aggravato i  militari hanno quindi denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia un cittadino rumeno 50enne residente a Pinerolo.

Ad accorgersi del furto la vittima, un 50enne piacentino che dopo aver parcheggiato l’autotreno nel piazzale di un’azienda di via Emilia Est a Rubiera nel riprendere il mezzo si accorgeva che ignoti previa forzatura del tappo (antifurto) del serbatoio “succhiavano” ben 5 quintali di gasolio dal serbatoio. Formalizzata la denuncia, i carabinieri di Rubiera acquisivano le immagini delle telecamere di sorveglianza installate nell’azienda oggetto dell’incursione furtiva, in particolare quelle che puntano sul parcheggio. Le immagini rivelavano l’arrivo di un autoarticolato che si posizionava accanto a quello oggetto del furto di gasolio consentendo di notare una persona scendere dal mezzo. Una sosta durata circa mezzora nel corso della quale veniva consumato il furto. In assenza della targa del mezzo, poi allontanatosi, i carabinieri di Rubiera acquisivano le immagini delle telecamere lettura targhe del comune risalendo al camion risultato di proprietà di una ditta piemontese. Gli ulteriori accertamenti consentivano di appurare che il mezzo era in disponibilità esclusiva dell’odierno indagato a carico del quale quindi i militari acquisivano incontrovertibili elementi di responsabilità culminati con la sua denuncia per furto.

 
















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