“Da sempre abbiamo dimostrato la massima apertura al confronto e all’analisi di proposte per risolvere l’annoso problema di Casa serena, e rispondere alla necessità di avere una nuova e moderna struttura. E continueremo a farlo, ma partendo da una chiarezza e da un rispetto istituzionale che apprendiamo oggi non c’è stato.
Il silenzio del sindaco rispetto alle nostre domande sullo stato del progetto e la recente e finalizzata esclusione di Casa Serena dall’elenco nel bilancio 2019 delle opere pubbliche, erano funzionali a spianare la strada ad una soluzione privata che pochi sapevano bollire in pentola. Noi siamo pronti a valutarla nel merito, ma è inaccettabile la tempistica elettorale ed il modo con cui l’amministrazione l’ha calendarizzata per utilizzarla nel limite dei 90 giorni che combaciano esattamente con quelli della campagna e la data delle elezioni.
Dopo 5 anni di stallo ci troviamo all’anno zero. Tutto il percorso che vedeva la nuova struttura accanto all’ospedale costruita ex novo con un vincolo di 15 anni e un costo di 300.000 euro annuo per il Comune è stato cassato. Nel frattempo, in questi 5 anni, il Comune ha comunque speso 300.000 euro all’anno per la manutenzione della vecchia sede. Cinque anni di attesa per aprire la porta a questa nuova proposta di intervento sulla vecchia e fatiscente Casa Serena del 1968, cosi carica di criticità, a partire dalla ‘sismica’, da far prevedere un intervento davvero molto faticoso e complicato.
Una nuova proposta che non ha avuto alcuna condivisione politica e di cui non si conoscono le condizioni, tempi, costi e dettagli, se non che il promotore è l’attuale gestore di Casa Serena, una cooperativa che, in cambio, chiede, tra l’altro, 60 anni di concessione. Il Sindaco parla di costo zero per il Comune , ma già il vincolo di 60 anni costituisce un considerevole costo sociale, e non si sa se ci siano altri costi per l’Ente. Inoltre non si conosce il vantaggio economico derivante da analisi costi e benefici. Molte sono le domande che vengono spontanee prima di avere esaminato il progetto, e altrettante sono le riflessioni: quali sono le condizioni in campo, se e come sarà compatibile con la permanenza degli anziani nella struttura, il disagio degli ospiti? Si tratterà di un abbattimento e ricostruzione parziale o di una ristrutturazione radicale? Quale l’impatto sul sul personale? La richiesta di concessione sessantennale ci pare comunque un obbligo temporale esorbitante, un’ipoteca sul problema sociale degli anziani che vincolerà i cittadini fino al 2079. Una scelta pesante che richiede particolare trasparenza.
Vogliamo valutare bene che l’impegno che i cittadini dovrebbero assumersi con questa opzione di percorso e per questo è politicamente e tecnicamente e socialmente inaccettabile che tale impegno venga preso da un’amministrazione uscente.
Temiamo, e ci sono elementi per pensarlo, che si tratti o dell’ennesimo coniglio che l’amministrazione si affanna ad estrarre dal cilindro proprio nell’imminenza della campagna elettorale, o di ben altro, e delle due non sappiamo cosa sia peggio”.