Se il cibo è cultura e strumento essenziale di relazione con gli altri, può diventare una chiave per la riqualificazione urbana e sociale di un quartiere? È questa la scommessa dell’associazione “La porta di Reggio” e del Comitato di viale IV novembre che, in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia, organizzano in zona stazione un ciclo di incontri dedicati ai temi del cibo quale “collante” sociale.
Reggio Emilia ha infatti tra le sue caratteristiche distintive quella di essere un luogo del gusto e dell’enogastronomia che punta da sempre a favorire la coesione sociale, l’inclusione e la partecipazione di tutta la cittadinanza. E quindi ha tutte le carte in regola per fare del cibo un elemento di unione.
Per questo dal 22 febbraio al 15 marzo Fuori Binario, cartellone di eventi volti ad animare e valorizzare il quartiere della stazione centrale, si arricchisce di quattro importanti appuntamenti legati alla tematica del cibo, curati daMassimo Montanari, uno dei maggiori specialisti di storia dell’alimentazione a livello internazionale.
Gli eventi in programma ripropongono la sinergia tra istituzioni cittadine e residenti e commercianti dell’area.”Politiche di sicurezza urbana, opportunità culturali, attrattività dei luoghi – sono queste le linee di indirizzo che ci hanno portato a identificare la zona stazione come un luogo in cui accogliere iniziative come questa serie di conferenze dedicate al cibo e alla cucina – dice l’assessore alla sicurezza Natalia Maramotti – L’autorevolezza di relatori e relatrici, la curatela di Massimo Montanari, il tema del cibo che oggi suscita grande interesse, la straordinaria accoglienza che da sempre riserva ai frequentatori la direzione dell’Hotel San Marco, sono un mix per ipotizzare un buon successo dell’iniziativa. Come in via Turri, anche in piazzale Marconi, siamo convinti di concorrere anche in questo modo ad abbattere i pregiudizi rispetto alla frequentazione di questi luoghi”.
“Il cibo – afferma Massimo Montanari – è cultura in tutte le fasi del percorso che lo conduce dalla terra alla tavola. È cultura quando si produce, quando si trasforma, si conserva, si cucina; è cultura quando si condivide con i propri simili. Attraverso questi passaggi, il cibo finisce per superare la sua dimensione strettamente nutrizionale per assumere valori simbolici e rituali, di fortissimo impatto sociale, in un incrocio continuo fra materiale e immaginario, che conferisce al gesto alimentare uno straordinario valore identitario e ne fa uno strumento essenziale di relazione con gli altri. Ciò è vero oggi e così è sempre stato”.
GLI INCONTRI
Le quattro conferenze (a ingresso libero) affronteranno in modo semplice e suggestivo alcuni temi e momenti essenziali della storia del cibo, proponendo assaggi a tema. Contadini e signori, monaci e artigiani, cuochi professionali e cuoche di famiglia, autori di ricettari saranno i protagonisti del racconto di uno straordinario patrimonio di cultura, di conoscenze e di lavoro che la ricerca del cibo ha consentito di accumulare nel corso del tempo.
Il ciclo partirà il 22 febbraio all’hotel San Marco di piazzale Marconi, alle ore 17.30, con l’incontro “La cucina è cultura e inventa il mondo”. Protagonista sarà lo stesso Massimo Montanari, docente ordinario di Storia medievale presso la Scuola di Lettere e beni culturali dell’Università di Bologna.
Si proseguirà il 1 marzo con “Cuochi e cucina dal Medioevo a Pellegrino Artusi”, excursus storico di Antonella Campanini, ricercatrice dell’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo. La professoressa Maria Giuseppina Muzzarelli dell’Università di Bologna intratterrà il pubblico della terza giornata (11 marzo) con un incontro dal titolo “Donne (molte) e uomini (pochi) in cucina”. A chiudere la serie, il 15 marzo, sarà ancora il professor Montanari, con lo stimolante appuntamento “La cucina degli altri: incontri, scontri, identità”.
I PROTAGONISTI
Massimo Montanari (1949) è professore di Storia medievale all’Università di Bologna, dove insegna anche Storia dell’alimentazione e dirige il master “Storia e cultura dell’alimentazione”. È stato pioniere in questo campo di studi. I suoi lavori (una ventina di volumi e numerosi saggi) hanno avuto risonanza internazionale e sono tradotti in molte lingue.
Ha tenuto seminari, conferenze e corsi in tutta Europa e inoltre in Giappone, negli Stati Uniti, in Canada, in America latina. Per la sua attività ha ricevuto numerosi premi in Italia e all’estero. Nel 2002 è stato insignito dal presidente Azeglio Ciampi del titolo di Ufficiale all’onore della Repubblica per meriti scientifici.
Antonella Campanini è ricercatrice in Storia medievale presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, dove insegna Storia dell’alimentazione. Membro del Conseil Scientifique dell’Institut Européen d’Histoire et des Cultures de l’Alimentation (IEHCA), dirige Tables des Hommes e L’Europe alimentaire, due collane internazionali di studi sulla cultura del cibo. La storia sociale dell’alimentazione tra Medioevo e prima età moderna attualmente costituisce il suo principale oggetto di studio. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni scientifiche, tra cui Il cibo e la storia: “il Medioevo europeo” (Carocci, 2016) e “Dalla tavola alla cucina. Scrittori e cibo nel Medioevo italiano” (Carocci, 2012).
Maria Giuseppina Muzzarelli insegna “Storia medievale”, “Storia delle città” e “Storia del costume e della moda” all’Università di Bologna (sedi di Bologna e di Rimini). Si occupa di storia della cultura, della mentalità e della società. Ha studiato in particolare la predicazione come sistema di comunicazione, il microcredito rappresentato dai Monti di Pietà, la relazione delle donne con il cibo e la storia della moda nel lungo periodo con particolare riguardo al disciplinamento suntuario. Fra le sue pubblicazioni: “Pescatori di uomini. Predicatori e piazze alla fine del medioevo”, Bologna 2005, “Un’italiana alla corte di Francia. Christine de Pizan intellettuale e donna”, Bologna 2007, “Breve storia della moda in Italia”, Bologna 2011, “Nelle mani delle donne. Nutrire, guarire, avvelenare dal medioevo a oggi”, Roma-Bari 2013, “A capo coperto. Storie di donne e di veli”, Bologna 2016.