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In Sala Tricolore sottoscrizione d’impegno al contrasto delle mutilazioni genitali femminili

In occasione della Giornata mondiale contro le Mutilazioni genitali femminili, è stato sottoscritto mercoledì 6 febbraio in Sala del Tricolore il Protocollo operativo per il contrasto alle mutilazioni genitali femminili.

Il documento sancisce l’impegno strutturato delle istituzioni e associazioni firmatarie al fine di contrastare le mutilazioni genitali femminili, un tema rispetto al quale il Comune di Reggio Emilia già dal 2013 ha promosso diverse iniziative di informazione, formazione e di sensibilizzazione per il contrasto di questa pratica, vietata in Italia dal 2006, ma che secondo le stime registra nel nostro paese il dato più alto in Europa con circa 61.000 – 80.000 donne e bambine mutilate (dati Action Aid/ Università Milano-Bicocca).

“La comunità reggiana ha una storia solida rispetto ai diritti civili; dunque adottare azioni di contrasto e prevenzione delle mutilazioni genitali femminili significa confermare il terreno valoriale nel quale si muove anche la nostra Amministrazione”, ha detto l’assessora alle Pari opportunità Natalia Maramotti alla sottoscrizione dell’atto.

“Questa città è sempre stata attenta al tema dei diritti umani e qui si violano i diritti delle donne e delle bambini – ha aggiunto l’assessora alla Città internazionale Serena Foracchia – Una parte della popolazione di origine straniera che vive a Reggio porta questi segni addosso e stiamo lavorando con loro in questo percorso di comprensione, perché si possano affrancare da queste pratiche. Stiamo lavorando anche con altri paesi e le loro rappresentanze dei paesi di origine per rafforzare i diritti delle donne non soltanto a Reggio Emilia”.

La sottoscrizione del Protocollo operativo si è svolta all’interno dell’evento  “Mutilazioni genitali femminili. Una sola parola: fine” a cui hanno partecipato le assessore comunali Natalia Maramotti (pari opportunità), Serena Foracchia (città internazionale), Roberta Mori, presidente della Commissione regionale per la parità e i diritti alle persone, Anna Maria Ferrari, presidente Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Reggio, Andrea Foracchia, ostetrico e ginecologo membro dell’Associazione medici con l’Africa MO-RE, Giovanna Fava, avvocata membro del Forum donne giuriste, Maria Stella D’Andrea, medico legale dell’Ausl- Irccs di Reggio, Chiara Casotti, coordinamento nazionale di Amnesty International, Layla Yusuf, presidente dell’associazione Donne migranti in Emilia Romagna, Silvia Mariani Cerati dell’associazione “La nostra Africa onlus. Racconti dal Kenya, donne Maasai e le mutilazioni genitali femminili”.

I soggetti che hanno aderito al Protocollo sono Comune di Reggio Emilia, Istituzione scuole e nidi d’infanzia di Reggio Emilia, Ausl di Reggio Emilia-Irccs, Ordine dei Medici chirurghi e degli odontoiatri di Reggio Emilia, Fondazione Mondinsieme, associazione NondaSola di Reggio Emilia, Associazione italiana donne medico di Reggio Emilia, associazione Medici con l’Africa MO-RE, Forum donne giuriste di Reggio Emilia, Unicef Reggio Emilia, Associazione donne immigrate dell’Emilia Romagna Admiser, Comunità egiziana di Montecchio e di Reggio Emilia,  Organizzazione italo marocchina di amicizia e cooperazione di Reggio Emilia e Provincia Oimac, Comunità nigeriana di Reggio Emilia, The Redeemed Christian Church of God, associazione Comunità islamica reggiana (Acir). Resterà comunque aperto alla firma di altri soggetti interessati.

Il Protocollo consolida il lavoro di rete attraverso la condivisione di azioni specifiche per il contrasto delle MGF, favorisce azioni integrate di scambio di esperienze e di informazioni tra i differenti soggetti, promuovere azioni e iniziative di sensibilizzazione per la prevenzione e il contrasto delle MGF, così come iniziative di formazione e di sensibilizzazione a favore delle comunità dei paesi a rischio MGF, coinvolgendo associazioni, rappresentanti di comunità e comunità di origine e mediatori/educatori interculturali. I firmatari si impegnano inoltre a definire strategie per accogliere, ascoltare, informare e prendere in carico le donne vittime o probabili vittime delle MGF.

 

















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