Disagi per i cittadini e gli automobilisti, con auto in colonna, studenti e lavoratori bloccati, camion costretti a fermarsi. La chiusura del viadotto Puleto sulla E45 sta colpendo i territori romagnoli e non solo, causando pesanti ripercussioni sulle comunità locali, sul trasporto merci e l’attività delle aziende, con conseguenze per l’intero sistema economico regionale.
Dopo il sequestro preventivo dell’infrastruttura deciso dalla Procura di Arezzo per rischio di cedimenti, la circolazione in transito sul ponte, collegamento viario tra Emilia-Romagna e Toscana sulla E45, è bloccata.
Per fare il punto della situazione, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha incontrato oggi in Comune a Cesena, i sindaci e i rappresentanti delle province di Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna.Alla riunionehanno partecipato anche le associazioni d’impresa – industriali, artigiani, commercianti – e i sindacati.
“La sicurezza delle persone viene prima di tutto- ha detto il presidente Bonaccini-, così come rappresenta una priorità garantire condizioni di sicurezza sia per i cittadini e le famiglie sia quelle che permettano la piena operatività del sistema economico e produttivo, ripristinando una viabilità che eviti la paralisi dei territori. Vogliamo sapere il prima possibile se può essere riaperto un tratto di viabilità del ponte. Noi ce lo auguriamo e abbiamo già chiesto ad Anas in che tempi potranno iniziare i lavori. Soprattutto, insistiamo sul fatto che il cantiere possa operare con rapidità e in modalità straordinaria- ha sottolineato il presidente, che ha anche ricordato come, a tempo di record, 55 giorni, sia stato ripristinato il viadotto sulla A1 a Borgo Panigale dopo l’esplosione dell’agosto 2018-. Nel pieno rispetto del lavoro e delle decisioni prese dalla Magistratura, che peraltro si è mossa in via preventiva- ha proseguito-abbiamo offerto a istituzioni locali, mondo delle imprese e lavoratori, la disponibilità, se necessario, a rendere disponibili risorse aggiuntive per la viabilità alternativa”.
In particolare, questo tema riguarda la strada provinciale 137, che può appunto rappresentare un’alternativa, ma dove esistono problemi nel tratto toscano. A questo proposito, il presidente della Regione ha annunciato un confronto immediato con la Regione Toscana per fare il punto sugli interventi necessari.
“Garantire il ripristino della vita collettiva delle nostre comunità, dare garanzie per la vita quotidiana, non fermare imprese e turismo, sono- secondo Bonaccini- gli obiettivi principali ai quali occorre dare risposta. Mettiamo in fila le azioni che la Regione può mettere in campo, noi ci siamo”.
“La prossima settimana- ha proseguito- incontrerò, insieme ai sindaci del territorio, il Governo e il ministro per le Infrastrutture, Toninelli, per capire come procedere per il ripristino del ponte e della viabilità. Servono indubbiamente risorse adeguate, perché si faccia il meglio e il prima possibile”. “La Regione- ha concluso il presidente Bonaccini- è a disposizione, come sempre e come siamo abituati a fare, e intende dare al territorio ogni disponibilità per ritornare a una situazione di normalità”.
Da parte di Anas, presente con Mario Liberatore, è stato riferito che il ponte è sotto monitoraggio da tempo da parte dei propri tecnici, con indagini e ispezioni eseguite periodicamente. L’intervento di riqualificazione era già stato programmato e affidato a una impresa appaltatrice lo scorso dicembre. “A breve- ha spiegato Liberatore- verrà completato l’invio della documentazione tecnica alla Procura per approfondire gli aspetti legati alla sicurezza, al fine di valutare una possibile riapertura dell’opera, eventualmente con limitazioni al traffico. Nel frattempo, stiamo gestendo le problematiche della circolazione”.
All’incontro hanno partecipato i sindaci dei Comuni della Valle del Savio: Cesena, Bagno di Romagna, Mercato Saraceno, Montiano, Sarsina e Verghereto. E poi Cervia, Cesenatico e Ravenna.
I primi cittadini hanno chiarito come “nell’incontro con il Governo saranno affrontati non solo i temi della viabilità ma anche le richieste partite dall’intero tessuto economico: dagli sgravi fiscali agli storni per i maggiori costi che le aziende devono affrontare. Mentre se le criticità dovessero perdurare, si deve richiedere, come per il ponte Morandi di Genova, lo stato di emergenza nazionale”.