Un lungo dibattito, anche interrotto da una riunione dei capogruppo convocata dalla presidente Francesca Maletti, ha preceduto l’approvazione della delibera d’indirizzi sull’Urbanistica votata dal Consiglio il 17 dicembre (a favore Pd, Art.1–Mpd–Per me Modena e Cambiamodena; contrari M5s e Modena Bene Comune).
Per il M5s Marco Rabboni ha ribadito la richiesta, di uno degli emendamenti presentati da M5s e Modena Bene Comune “di stralciare le considerazioni generali inerenti la redazione del nuovo Pug che non c’entrano con le 41 aree candidate all’Avviso pubblico e che non è obbligatorio inserire, lasciando il voto separato sulle manifestazioni di interesse” tra le quali “le uniche sorprese sono via della Pietra, su cui l’amministrazione ha compiuto una scelta politica e Fratelli Rosselli che non poteva essere accolta dopo lo stralcio degli alloggi in convenzione”.
Anche per Marco Chincarini di Modena Bene Comune, pur essendo stato “importantissimo il lavoro fatto dagli uffici tecnici e ben ragionato il percorso attuato dal Comune, la parte che chiedevamo di stralciare non era stata chiesta e la riflessione inserita si poteva rimandare in altro momento”. Ha quindi sottolineato che il suo voto contrario è “perché quell’allegato non doveva esserci”. In fase di dichiarazione di voto si è detto “profondamente deluso per l’assenza della destra che forse non sa parlare dello sviluppo del territorio. Siamo qui – ha osservato – perché non siamo d’accordo su alcuni punti, ma non sulla prima parte della delibera” e annunciato l’impegno che metterà sul Pug.
Per il Pd Simona Arletti ha invece parlato di “delibera coraggiosa e coerente rispetto al programma del saldo zero, all’idea di città compatta e sostenibile. Recupero, rigenerazione, scelta di realizzare espansioni in grado di offrire lavoro o casa alle fasce più deboli sono i concetti chiave. Solo quattro i progetti di espansione e solo 21 su 40 le proposte accolte, saranno realizzati meno di un terzo degli alloggi richiesti. Il tutto conferma la scelta di privilegiare interventi di rigenerazione di comparti. Stiamo dando un indirizzo preciso di una città che lavora sulla generazione sapendo che tali interventi effettuati non su patrimonio pubblico sono di grande complessità, devono essere incentivati anche a livello nazionale e occorre che queste scelte diventino parte del dna anche degli altri comuni”. Carmelo De Lillo ha sottolineato il valore del documento di indirizzi perché “non ci sono possibilità che in futuro vengano approvati interventi in contrasto con gli indirizzi che ci siamo dati, mentre l’emendamento del M5s vorrebbe svuotare la delibera di contenuti per i quali abbiamo lavorato e che vogliamo portare fino in fondo”. Per Diego Lenzini si tratta “forse della delibera più importante della consiliatura, l’ultima di una serie che danno la cifra della visione della città della maggioranza. Davanti a una vecchia programmazione secondo cui non ci si poteva sottrarre a chi aveva diritti acquisiti, oggi tiriamo il freno; la maggior parte degli interventi approvati sono di rigenerazione”. E prima di sottolineare tre temi, “governo delle aree di confine, necessità di trovare un dialogo con i Comuni limitrofi e di smaltire un patrimonio residenziale obsoleto”, ha aggiunto: “Abbiamo messo la testa su un argomento complesso, mentre vedo vuoti i banchi di chi vorrebbe portare l’amministrazione al ballottaggio ma è disinteressato a questi temi”. Il capogruppo Fabio Poggi ha sottolineato aspetti riassumibili “nelle parole partecipazione e sistematicità: partecipato è stato tutto il percorso della delibera che intende programmare con sistematicità la fase transitoria, per questo abbiamo scelto di inserire tutti gli elementi che la interessano (interventi privati, pubblici, convenzionati, Ers…). Non ha senso parlare di obbligatorio o no – ha precisato – l’amministrazione ha fatto tutto il possibile per avere massima partecipazione, trasparenza, sistematicità e darsi un modello di sviluppo, affinché quello che dovrà essere nel Pug sia già adesso qui. Questo è infatti un punto di partenza. Molto lavoro ci aspetta”.
Anche Paolo Trande di Art. 1 Mdp Per me Modena ricordando che “i 178 potenziali interventi residuo della vecchia programmazione conclusa nel 2003, che prevedevano potenzialmente 170 ettari di espansione, sono invece diventati effettivamente 21 per 40 ettari”, ha sottolineato: “Il Consiglio sta dicendo che è arrivato il momento di superare la vecchia fase di programmazione in espansione e di invertire la tendenza. Stiamo anticipando quello che sarà il cuore del Pug che andremo a definire: cambia il modello di sviluppo. Andranno poi introdotti anche nuovi approcci alla mobilità e relativi a una nuova fase di gestione energetica. Continuo a pensare che la prospettiva giusta sia, non il consumo di suolo zero, ma il saldo zero, non una città imbalsamata. Mi spiace che dopo tutto il percorso fatto, qualcuno si tiri indietro per due interventi che riteniamo fondamentali”.
In sede di dichiarazione di voto, Antonio Montanini di Cambiamodena ha annunciato il voto a favore “anche se con alcuni se e nonostante la mia vicinanza al mondo delle imprese, perché pur non condividendo alcuni elementi, occorre vedere nel cose nell’insieme”. Si è detto inoltre “stupito dell’assenza in aula di tanta parte dell’opposizione, forse frutto del clima elettorale, mentre io al contrario sono qui ad assumermi le mie responsabilità”, ha sottolineato.
Il capogruppo di Art. 1 Mdp Per me Modena Walter Vincenzo Stella si è “associato all’indignazione per le assenze e ha annunciato voto favorevole all’emendamento di M5s e Modena Bene Comune relativi alle operazioni su Fratelli Rosselli e su via Aristotele.
L’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli ha invece definito l’emendamento “funzionale a contrastare gli interventi in zona sud”. E per quanto riguarda il secondo emendamento presentato dai due gruppi, ha chiarito che: “l’intenzione dell’amministrazione è la massima chiarezza, perché ci sono situazioni, dall’ex Mercato bestiame a Porta nord, che richiedono interventi immediati e non si può aspettare il Pug. Abbiamo fatto l’impensabile, perché questa delibera è unica in Regione e c’è voluto coraggio – ha aggiunto – la fase era complicata e l’abbiamo affrontata con mano ferma. Qualcuno non si è ancora centrato sulle nuove sfide e quindi occorre un cambiamento culturale profondo a cui noi compete l’avvio: lo abbiamo fatto con questi atti. Abbiamo sempre detto che volevamo fare un documento della transizione trasparente e chiaro che racconta la città, dove e in che modo stiamo lavorando e con quali obiettivi. Ancora non è completo, soprattutto sulla parte est, perché occorrono nuove risorse e andremo in questa direzione. Sul tema della rigenerazione gli strumenti vanno affinati, ma la rigenerazione del patrimonio edilizio parte anche dall’assunzione di responsabilità, la stessa che poi dobbiamo chiedere ai privati. Le città capoluogo hanno un ruolo straordinario in questo e Modena ha raccolto la sfida, ma non rinunciamo alle infrastrutture indispensabili per la competitività del nostro settore manifatturiero e il documento non rinuncia a dare indicazioni concrete per lo sviluppo”.
Sindaco: “Cambia l’idea di crescita della città”
“Il Consiglio comunale del 17 dicembre, interamente dedicato all’urbanistica, è stato un passaggio tra i più importanti e significativi del mandato, per le ricadute sulla città e per la comprensione delle prospettive politiche”, afferma il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli dopo l’approvazione da parte del Consiglio della delibera di indirizzi, oltre che di altre importanti provvedimenti, di urbanistica.
“La città è in movimento. Proseguono le misure per sbloccare e spingere gli investimenti e creare nuove opportunità di lavoro, impresa e sviluppo. Il Consiglio – continua Muzzarelli – ha chiarito la direzione di marcia: cambia la politica urbanistica, cambia l’idea di crescita della città. Dall’espansione si passa alla ricucitura, alla rigenerazione, a un nuovo e più avanzato equilibrio con l’ambiente, nel segno della sostenibilità, senza rinunciare agli insediamenti produttivi e alla realizzazione e al recupero degli alloggi che sono indispensabili per le nuove famiglie, la città universitaria, il turismo e l’attrattività di Modena.
È una svolta vera – sottolinea il sindaco – che come tutti i cambiamenti apre nuove contraddizioni e incontra anche interlocutori che debbono ancora assumere, come noi e con noi, la sfida del cambiamento e superare prospettive che dobbiamo lasciare alle spalle.
Nell’atto di indirizzo abbiamo cercato di tenerne conto e con il PUG avremo modo di discutere ancora di come favorire la riconversione del sistema delle imprese verso i nuovi scenari, nell’ottica del patto per la crescita intelligente sostenibile e inclusiva di Modena e il suo territorio.
Il centrodestra modenese ha di fatto abbandonato il campo, confermando di non avere idee sul futuro della città e delle sue trasformazioni.
Il Movimento Cinque Stelle ha perso l’occasione per misurarsi fino in fondo con una vera cultura di governo e di cambiamento. È arrivato a un passo dall’intesa, poi le logiche di schieramento hanno avuto il sopravvento. Al contrario, CambiaMo ha dato prova di apertura e di consapevolezza degli interessi generali di Modena, e di questo li ringrazio.
Ancora una volta – conclude il sindaco Muzzarelli – la maggioranza PD e Articolo Uno-MDP è stata unita e lungimirante. Non è stata una semplice adesione alle proposte della Giunta. I consiglieri di maggioranza hanno presentato stimoli e idee, frutto di un legame profondo con la città e di una innovativa e coraggiosa visione del futuro, che ci hanno consentito di approvare atti fondamentali per una Modena più dinamica, più forte, più verde, più bella e più giusta”.