Non poteva certo immaginare che a circa tre mesi dal furto i carabinieri di Albinea avrebbero bussato alla porta di casa per chiedergli contezza sull’utilizzo di uno smartphone rubato lo scorso mese di settembre ad un operaio in un locale di Albinea durante una festa di fine estate dove i ladri, approfittando della ressa venutasi a creare sono riusciti a sfilargli il cellulare dalla tasca dei pantaloni. Attraverso il tracciamento del codice IMEI, ovvero la carta d’identità dei cellulari, i carabinieri della stazione di Albinea sono risaliti al primo utilizzatore dopo il furto.
Con l’accusa di ricettazione i carabinieri della Stazione di Albinea hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia un 50enne abitante a Bomporto. Il derubato non aveva configurato l’App che gli consentisse di tracciare e quindi ritrovare il suo cellulare ma colui che ne è entrato in possesso è stato comunque assicurato alla giustizia grazie alle indagini tecniche condotte dai carabinieri della stazione di Albinea.
A seguito della denuncia del furto dello smartphone, un P 20 lite sottratto a un20enne albinetano, i carabinieri richiedevano ed ottenevano dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale reggiano l’acquisizione dei tabulati del traffico telefonico successivamente al furto che risultava essere stato associato alla scheda telefonica intestata all’odierno indagato.
L’uomo, risultato essere un 50enne di Bomporto, rintracciato dai carabinieri, ha ammesso l’effettivo utilizzo del cellulare non più in sua disponibilità. L’esito degli ulteriori indagini sui tabulati non portava ad altre persone per cui i carabinieri di Albinea hanno modo di ritenere che l’utilizzatore se ne sia successivamente disfatto. L’uomo veniva quindi denunciato alla Procura reggiana con l’accusa di ricettazione.