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Musei civici di Modena, dagli anni ’60 all’Egitto: il programma del 2019

Nuove mostre, la prima già a dicembre sulle arti negli anni Sessanta a Modena e Reggio Emilia, studi, ricerche e operazioni culturali, iniziative, eventi, rassegne. Il programma delle attività dei Musei civici di Modena per il 2019 conferma il loro ruolo consolidato di mediazione tra ricerca e divulgazione, che interpretano proponendo alla città e ai visitatori linguaggi accessibili e contemporanei a pubblici diversi, dagli appassionati ai bambini, per coinvolgere e incuriosire.

Le principali mostre e iniziative che si svolgeranno sono state presentate giovedì 22 novembre a Palazzo dei Musei da Gianpietro Cavazza, vicesindaco di Modena e assessore alla Cultura, e da Francesca Piccinini, direttrice dei Musei civici, con Cristiana Zanasi, curatrice del Museo Archeologico Etnologico e Cristina Stefani, curatrice del Museo d’Arte.

Per le mostre, si parte il 16 dicembre con “Io sono una poesia. Parole sui muri e le arti tra Modena e Reggio Emilia negli anni Sessanta”: un’ampia selezione di opere, anche in collaborazione con Fondazione Modena Arti Visive e Musei Civici di Reggio Emilia, che offrono uno spaccato del vivace clima artistico e culturale di quegli anni con uno sguardo interdisciplinare che prosegue la precedente esperienza espositiva “Incubi e sogni di provincia”, dedicata agli Anni Cinquanta.

Il 16 febbraio inaugura “Storie d’Egitto. La riscoperta della raccolta egizia del Museo”, che valorizza con un progetto che coniuga discipline scientifiche e umanistiche, una raccolta formatasi a fine 800. Protagonista è una mummia di bambino che sarà svelata in collaborazione con UniMoRe attraverso un restauro al Teatro Anatomico. Per festivalfilosofia si restituirà un’identità alla mummia con tecnologie digitali, presentando la ricostruzione del volto eseguita grazie alla collaborazione fra l’antropologo Francesco Galassi e il designer 3D Cicero Moraes.

Per la Notte Europea dei Musei si presenta per la prima volta, con una esperienza immersiva fra atmosfere e suoni della foresta amazzonica, una raccolta etnologica che riunisce armi, ornamenti, utensili, abbigliamento degli Yanomami, popolo misterioso, rivelato al mondo occidentale all’inizio degli anni ’60

In occasione del festivalfilosofia dedicato al tema “persona”, i Musei ospitano una mostra dedicata al pittore di origini modenesi Oscar Sorgato, che operò nel clima artistico della Milano anni ’30. L’ interesse per il ritratto restituisce uno spaccato della piccola borghesia milanese che favorisce il collegamento col tema del festival.

In autunno si potranno incontrare ai Musei l’Omino coi baffi Bialetti, Toto e Tata, Nick Carter e altri, grazie ad accordi in via di definizione con eredi di disegnatori modenesi. È frutto di un accordo col collezionista modenese di arte contemporanea Giorgio Giusti, la mostra che ne valorizzerà le opere restituendo uno sguardo sul secondo ‘900 attraverso lavori di artisti come Chia, Man Ray, Rotella, Nanni Balestrini.

Un’ulteriore proposta espositiva vedrà collaborare in autunno i Musei, la Galleria Estense e Assicoop Modena&Ferrara sulla mostra “Anima e corpo. Condizioni sociali e culturali tra Ottocento e Novecento” che presenterà una selezione di opere dalle collezioni dei due istituti e dalla raccolta privata di Assicoop Modena, con attenzione ai modelli di rappresentazione del corpo e degli affetti nella società italiana dell’epoca.

Ritorneranno anche nel 2019 le rassegne Primavera e Autunno ai Musei, con approfondimenti sulle mostre in corso, aggiornamenti sulle ricerche, inediti abbinamenti fra arte, archeologia e teatro e musica, laboratori e animazioni per bimbi e famiglie, itinerari dentro e fuori Palazzo dei Musei, coerentemente con la vocazione di Musei della città e del territorio.

In primavera sono in programma visite ai tesori della Chiesa di Sant’Agostino, al Cimitero monumentale di San Cataldo e quello di Aldo Rossi, ricchi di interesse dal punto di vista della scultura tra 800 e 900 e dell’architettura degli anni ’60.

Le trasformazioni urbanistiche della città nel medioevo si presentano coniugando fonti archeologiche e informazioni sulla vita quotidiana nel libro di Cecilia Moine “La città invisibile”, mentre le acque di Mutina e Modena sono le protagoniste di un itinerario fra passato e presente realizzato in collaborazione con il gruppo Hera.

In calendario anche incontri sulle abilità degli artigiani etruschi e sull’opera grafica di Giuseppe Graziosi. Lo stretto rapporto fra i Musei, la città e il territorio è testimoniato anche dal costante impegno per la valorizzazione del Sito Unesco, (a ottobre torna Modena Patrimonio Mondiale Fest, del Parco archeologico NoviArk e del Parco della Terramara di Montale, con attività primaverili e autunnali e per la conservazione e tutela del patrimonio archeologico, con la redazione del quadro conoscitivo del nuovo Piano Urbanistico Generale della città di Modena.

NON SOLO MOSTRE: RICERCA E ATTIVAZIONE DI RETI

L’impegno dei Musei civici di Modena per il 2019 si concentra come sempre, oltre che sull’organizzazione di mostre, sulla ricerca, l’incremento dell’offerta per le scuole e l’estensione della rete di collaborazioni con istituzioni pubbliche e private.

Prima e dopo le mostre si svolge attività di studio, anche in collaborazione con Università italiane ed estere, rafforzando i rapporti e la dialettica tra discipline umanistiche e scientifiche che è parte del Dna dei Musei. In città l’attenzione è ai rapporti con istituti culturali e tante associazioni, culturali e non, con accordi di collaborazione e al fine di attivare e allargare il dialogo con pubblici diversi.

Proseguono le ricerche sulle Terramare modenesi in collaborazione con Sapienza – Università di Roma, con la quale è stata rinnovata la convenzione, con la prospettiva di prossime pubblicazioni ed esposizioni.  Nel 2019 si completeranno tre progetti di ricerca multidisciplinari sulle necropoli romane di Mutina in collaborazione col Dipartimento Storia Culture e civiltà dell’Università di Bologna.

È in corso il progetto “Da San Geminiano alla Cattedrale romanica” con l’obiettivo di definire le fasi costruttive della cattedrale tra tardoantico e alto medioevo, in rapporto all’evoluzione ambientale, demografica e urbanistica della città, che coinvolgerà le Università di Bologna e di Modena e Reggio Emilia.

Dopo le ricerche avviate per la mostra “L’idea di un principe. Il funeral teatro di Francesco I d’este”, con un accordo di programma con le Università di Bologna e di Modena e Reggio si approfondirà lo studio della genesi e delle dinamiche che portarono alla trasformazione barocca della chiesa, oggi comunale, di S. Agostino.

Grazie a una convenzione quinquennale, siglata nel novembre 2018, i Musei civici hanno avviato una collaborazione con il prestigioso Centro di conservazione e restauro della Venaria Reale di Torino che consentirà di sviluppare un programma di studio e restauro, comprensivo delle indagini e delle analisi ritenute necessarie, riguardante una selezione di opere appartenenti al patrimonio museale. Le opere selezionate costituiranno “casi di studio” per il corso di laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali gestito dal Centro in collaborazione con l’Università di Torino.

Vista l’esperienza museografica dei Musei Civici, proprietari della raccolta della civiltà contadina di Villa Sorra, il Comune di Bastiglia ha affidato loro  la progettazione e la cura del riallestimento del Museo della civiltà contadina. La fase progettuale è avviata, così come il recupero dei materiali danneggiati dall’alluvione del 2014, che avverrà con il contributo degli Amici del Corni.

Prosegue anche l’attività di schedatura digitalizzata del patrimonio dei Musei. Sono già state schedate e risultano consultabili sia dal sito internet dei Musei che dal portale dell’Istituto beni culturali della Regione numerose raccolte; attualmente l’intervento catalografico riguarda il monetiere storico e la raccolta di antichi strumenti scientifici. Si continuerà ad implementare l’archivio gestionale relativo al patrimonio del Museo civico d’Arte (fotografie e grafica).

Il Museo Archeologico in collaborazione col Ced (Centro elaborazione dati del Comune) ha creato un software per la gestione dei reperti conservati nelle sale espositive e nei depositi. Il sistema permette di inserire tutti i dati relativi a un singolo reperto o a un gruppo in associazione a immagini digitali. Il software è collegato alla carta archeologica ed è predisposto per la consultazione on line. Continua, infatti, l’attività dell’Ufficio carta archeologica che collabora attivamente con il Settore Pianificazione urbanistica comunale alla realizzazione del Pug (Piano Urbanistico Generale) attraverso la redazione del quadro conoscitivo dell’intero territorio comunale e dell’area urbana e alla revisione delle carte dei vincoli.

Il Museo civico d’Arte ha avviato studi e ricerche intorno alle opere acquisite nel 2018 grazie ad accordi stipulati anche con privati cittadini: dai burattini del fondo Maletti ai materiali relativi all’intensa attività del caricaturista Umberto Tirelli.

I Musei partecipano abitualmente a convegni su temi legati al patrimonio culturale, ai beni riconosciuti dall’Unesco, alla museografia, all’archeologia e alla storia dell’arte. Per il 2019 è già in programma la partecipazione al convegno internazionale “Vivere la preistoria negli Archaeological Open Air Museums”, promosso da Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria in collaborazione col Museo archeologico e la rete europea Exarc (Experimental archaeology), in occasione di TourismA, Salone dell’Archeologia e turismo culturale (Firenze, 23 febbraio 2019).

Informazioni on line (www.museicivici.modena.it).

I Musei civici di Modena hanno sede al terzo piano di Palazzo dei Musei in largo Sant’Agostino. Informazioni on line (www.museicivici.modena.it).

 

















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