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Il garage Ferrari di Modena passa gratuitamente al Comune

Il Garage Ferrari di viale Trento Trieste a Modena potrà non essere demolito. Anzi, il Consiglio comunale avrà la facoltà di farlo diventare un garage pubblico a servizio del centro storico grazie alla decisione dell’ingegner Piero Ferrari di favorire fattivamente l’acquisizione gratuita dell’intero immobile al patrimonio del Comune, confermando così il desiderio di Enzo Ferrari che aveva risposto alla sollecitazione dell’allora amministrazione comunale per realizzare un’opera al servizio della città.

L’accordo è stato formalizzato con un protocollo d’intesa approvato mercoledì 1 agosto dalla giunta e sottoscritto dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli che ha ringraziato il figlio del Drake e la famiglia Ferrari. Il sindaco, inoltre, si è impegnato a portare nei prossimi mesi in Consiglio comunale la proposta di destinare l’edificio a garage pubblico nell’ambito delle iniziative previste con il Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums) in corso di definizione.

“La realizzazione di un parcheggio multipiano a servizio del centro storico e delle sue adiacenze era l’intenzione originale di mio padre – ricorda Piero Ferrari – al quale venne chiesto nel 1986, dall’allora assessore all’Urbanistica Pier Camillo Beccaria e dal sindaco Mario Del Monte, di riconvertire a parcheggio la sede delle ex Officine Ferrari. Poi lui non vide il completamento dell’opera, che inaugurammo il 7 giugno del 1989, ma sulla scorta di quello spirito originario già nel dicembre del 2015 manifestai al sindaco con una lettera la volontà di donare l’intero immobile alla città”.

Ora quelle intenzioni, al termine di un complesso iter giudiziario durato una trentina d’anni, sono state formalizzate nei fatti, convergendo sull’acquisizione dell’immobile da parte del Comune sulla base di ciò che prevedono le norme, e il sindaco Muzzarelli nel protocollo dà atto “dell’attenzione per la Città di Modena che sempre ha animato la famiglia Ferrari”.

Accogliendo i ricorsi di alcuni confinanti, il Tribunale amministrativo regionale ha annullato per due volte nel corso degli anni la concessione edilizia rilasciata per l’infrastruttura. La prima volta è successo nel 1990, mentre l’ultima sentenza è passata in giudicato nel 2013. Nel gennaio del 2016 il Tar nomina un commissario ad acta per la demolizione del fabbricato, ma il Consiglio di Stato accoglie il ricorso di Comune e proprietari (la società B. A. service) e nel gennaio di quest’anno, pur confermando l’annullamento del titolo edilizio, esclude che l’opera debba essere obbligatoriamente demolita e assegna al Comune un anno di tempo per valutare, nell’ambito della sua autonomia amministrativa, la possibilità di iniziative alternative.

La proprietà, a questo punto, avrebbe potuto presentare un progetto edilizio in sanatoria. Prescindendo da tale facoltà, però, l’ingegner Ferrari, con l’obiettivo di riconfermare la disponibilità iniziale ad assecondare la richiesta di munire la città di un ampio parcheggio a servizio del centro storico, ha ritenuto di non presentare alcun progetto favorendo in questo modo l’acquisizione dell’immobile al patrimonio comunale. Il protocollo sottoscritto esplicita questa intenzione e precisa, inoltre, l’impegno a rinunciare al ricorso a suo tempo presentato al Tar di Bologna, con l’obiettivo di eliminare così ogni eventuale ulteriore ostacolo alla conclusione della vicenda.

















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