La vertenza contro il tempo per salvare i posti di lavoro della Carrozzeria Barbi, storica azienda di Mirandola che produce autobus dal 1905, al momento non dà segnali di poter arrivare a soluzioni condivise.
Infatti anche dopo l’incontro di venerdì sera 20 luglio presso il comune di Mirandola alla presenza del sindaco Maino Benatti, non sono emersi elementi tali da far intravedere una soluzione condivisa da tutte le parti coinvolte nella vicenda.
la crisi della carrozzeria Barbi si protrae da diverso tempo, tra ritardi di pagamento degli stipendi e incertezze sul futuro produttivo dello storico stabilimento mirandolese.
Alcuni mesi fa si era affacciata una newco creata dalla figlia di Carlo Barbi, la Barbi & Coach, che aveva palesato la volontà di dare continuità produttiva alla carrozzeria Barbi ed assumendo anche tutti i lavoratori ancora in forza, chiaramente, essendo l’unica proposta in campo che potesse dare delle risposte alle aspettative dei lavoratori, la soluzione era stata salutata positivamente dalla Fiom/Cgil.
Purtroppo nell’incontro di venerdì, sia la Fiom che il sindaco, hanno dovuto riscontrare la non volontà da parte del padre di vendere, e le difficoltà della figlia di comprare.
Questa posizione della famiglia Barbi è irresponsabile in quanto, in assenza di un’alternativa, mette in mezzo alla strada 14 lavoratori con le relative famiglie che da anni hanno contribuito con il proprio impegno al buon andamento dell’azienda e adesso gli viene dato il benservito.
Oltre alla imminente perdita del lavoro i lavoratori devono subire da più di un anno il non puntuale pagamento dello stipendio e sono sottoposti al ricatto di essere pagati solo se non scioperano e se concludono le ultime commesse. Questo atteggiamento è inaccettabile, in spregio a qualsiasi regola legale e di buon senso, che non andava bene nel 1905, quando è nata l’impresa, immaginiamo oggi nel 2018.
Difatti, nonostante la proprietà abbia fatto uscire un pulman a notte fonda tra giovedì e venerdì, quando il presidio dei lavoratori si è allentato, non avendo il coraggio neanche di farlo con la presenza dei lavoratori, e quindi ricevendo il compenso dalla vendita dell’automezzo, la risposta alla richiesta di pagamento dello stipendio di giugno è stato ”non ve lo diamo sino a quando non rientrate ed anche se rientrate vi diamo solo un piccolo acconto”. Posizione inaccettabile non degna degli imprenditori che lo hanno preceduto alla guida di questa azienda.
Quindi venerdì sera le parti si sono lasciate con un nulla di fatto, il sindaco si è impegnato a verificare la possibilità di continuare il confronto in sede di assessorato regionale e la Fiom ed i lavoratori, alla luce dell’ultimo atto spregevole dell’azienda (l’uscita dell’automezzo a notte fonda), hanno deciso di ampliare il presidio permanente anche durante le ore notturne, sino a quando non si riuscirà a trovare una soluzione condivisa ai bisogni dei lavoratori che sono gli unici che in questa vicenda non hanno responsabilità.
I lavoratori non possono pagare sulla loro pelle i problemi della Carrozzeria Barbi.