Secondo Flai/Cgil Modena “è stata inopportuna la manifestazione di protesta, con tanto di sciopero presso la Rossi Carni di Vignola, organizzata dal sindacato Si-Cobas davanti alla sede dell’Agenzia delle Entrate di Modena lo scorso 20 luglio 2018. La manifestazione è stata di fatto un segnale all’Agenzia delle Entrate per permettere alla Rossi Carni Srl di influenzare il proprio contenzioso con l’Agenzia stessa, contenzioso innescato da una visita ispettiva della Guardia di Finanza. Si rischia infatti di additare l’Agenzia delle Entrate come nemico dei lavoratori, quando il vero nemico è l’illegalità diffusa nel distretto delle carni”.
“Secondo la direzione aziendale di Rossi Carni – aggiunge la Flai – la Guardia di Finanza avrebbe individuato in azienda due lavoratori “cottimisti”, con partita Iva, ma che in realtà avrebbero svolto a tutti gli effetti prestazioni da “lavoratori dipendenti”. In seguito all’accertamento, esteso su tre anni (2015-2016-2017), la Guardia di Finanza avrebbe poi trasmesso il recupero delle sanzioni all’Agenzia dell’Entrate per un importo complessivo di 600.000 euro, cifra che metterebbe in forte difficoltà l’azienda. Una cifra che appare tuttavia incongruente rispetto a due sole posizioni lavorative e sulla quale non è stato possibile avere dall’azienda ulteriori dettagli”.
“Quando datore di lavoro e lavoratori si uniscono per difendere azienda e posti di lavoro da cosiddetti “attacchi esterni” provenienti da una visita ispettiva, noi non abbiamo dubbi: stiamo dalla parte della legalità, perché quella è l’unica parte che può davvero difendere i lavoratori – dichiara Marco Bottura della Flai/Cgil di Modena – Se nel distretto delle carni modenese si è arrivati al degrado del lavoro è proprio perché molti hanno trovato un vantaggio a tollerare l’illegalità: le aziende per il basso costo del lavoro, i lavoratori per i vantaggi di avere parti di stipendio esenti da tassazione”.
“Indicare lo Stato come nemico comune, dal momento in cui interviene con l’Ispettorato del Lavoro o con la Guardia di Finanza o con l’Agenzia delle Entrate, è un modo di pensare che non ci appartiene, anche se sempre più diffuso – continua il sindacalista. – Si tratta di un’ulteriore deriva del distretto delle carni, che la Flai/Cgil ha ampiamente preannunciato: rischiamo di avere i lavoratori schierati a difendere l’illegalità, come in altre parti d’Italia, perché solo l’illegalità garantisce i posti di lavoro. Se sono a rischio i posti di lavoro di una realtà così importante è necessario un intervento istituzionale che cerchi di mediare sulle soluzioni possibili avendo come obiettivo la salvaguardia dei posti di lavoro”.
La Flai-Cgil di Modena ha manifestato insieme ai lavoratori davanti a varie sedi istituzionali nel corso degli ultimi anni: davanti alla Prefettura il 29 novembre 2016 per sollecitare il coordinamento di una vasta attività ispettiva sul distretto delle carni, e per tutto il 2017 davanti al Comune di Castelnuovo Rangone, alla Regione Emilia-Romagna e al Parlamento per sollecitare una soluzione sul caso Castelfrigo, emblematico del sistema appalti nelle industrie delle carni. Tuttavia sempre con l’obiettivo di sollecitare l’applicazione della legge, mai di rallentarla o ostacolarla.