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In Emilia-Romagna nascono altre 248 nuove imprese guidate da giovani, quasi 100 nelle aree montane e collinari

La Regione Emilia-Romagna scommette sui giovani in agricoltura per un risultato che è già nei numeri: quasi mille nuove imprese guidate da under 40enni nate negli ultimi tre anni.

Infatti, dopo aver stanziato nel biennio 2015-2016 quasi 60 milioni di euro di incentivi attraverso due bandi del Programma regionale di sviluppo rurale (Psr) che hanno consentito l’avvio di 745 aziende condotte da neoimprenditori di età non superiore a 40 anni,  la Giunta regionale rilancia la sfida e mette sul piatto un ulteriore pacchetto di aiuti pari ad oltre 20 milioni di euro per accelerare il ricambio generazionale in campagna, favorendo così il decollo di altre 248 aziende che vedano ragazze e ragazzi titolari: di queste, 98 si insedieranno in aree montane e collinari.  È l’esito del bando 2017, il terzo della serie, dell’attuale Psr 2014-2020, chiuso con l’approvazione nei giorni scorsi della graduatoria finale delle domande presentate (determina numero 10243/2108).

Salgono così in totale a 993 le imprese guidate da giovani nate nel triennio 2015-2017 grazie alle risorse rese disponibili dalla Regione, per un ammontare complessivo di quasi 80 milioni di euro, di cui 37,3 erogati sotto forma di premio di primo insediamento e i restanti 41,8 come contributi sugli investimenti aziendali.

 

La ripartizione provinciale delle imprese finanziate

Nella ripartizione complessiva per provincia del numero di imprese sostenute dalla Regione nell’arco del triennio, al primo posto c’è Piacenza con 158 nuove aziende, praticamente alla pari con Reggio Emilia (157), poi insieme Bologna e Ravenna (130), Forlì-Cesena (126), Parma (112), Modena (101), Ferrara (53) e Rimini (26).

Andamento analogo per la graduatoria dell’ultimo bando 2017, con Piacenza ancora davanti con 43 domande accolte, poi Reggio Emilia (37), Bologna e Ravenna (35), Forlì-Cesena (34), Parma (24), Modena (22), Ferrara (15), Rimini (3).

“Il ricambio generazionale- sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli– è un nodo cruciale da affrontare se vogliamo garantire un futuro alla nostra agricoltura, facendo largo a nuove idee, energie e per dare un’ulteriore spinta all’innovazione. La risposta che è stata data anche a quest’ultimo bando conferma che l’agricoltura sta tornando ad interessare le giovani generazioni come opportunità di lavoro e di reddito, ma anche come scelta di vita”.

“Di quest’ultimo bando- prosegue Caselli– voglio in particolare segnalare il dato molto positivo delle 98 nuove imprese che si insedieranno nelle aree svantaggiate, cioè essenzialmente quelle di montagna e collinari, dove fare agricoltura è più difficile. Proprio per questo con l’attuale Psr abbiamo scelto di sostenere l’agricoltura di queste zone, investendo il 40% dell’intero budget disponibile. L’insediamento dei giovani con le loro famiglie è l’unica strada per mantenere un tessuto sociale vitale in queste aree a rischio di abbandono, un potente fattore di contrasto allo spopolamento e di presidio del territorio”.

 

Due tipologie di aiuto

Tornando all’esito dell’ultimo bando (2017), delle 248 nuove imprese giovani finanziate, 120 hanno richiesto solo il premio di primo insediamento, che vale 30mila euro in via ordinaria e sale a 50mila euro per le imprese nelle aree svantaggiate, per un ammontare complessivo di circa 9,4 milioni di euro di aiuti; le restanti 128 neo imprese hanno presentato anche un piano di sviluppo aziendale collegato, per un volume complessivo di investimenti di 34,4 milioni di euro, di cui circa 10,8 coperti da finanziamenti erogati dalla Regione.

I fondi del Psr a sostegno dei piani di investimento presentati delle neonate imprese giovanili coprono con contributi a fondo perduto che oscillano dal 40 al 50% le spese sostenute ad esempio per la costruzione e ristrutturazione di immobili ad uso produttivo, l’acquisto di macchinari, attrezzature, impianti di lavorazione e trasformazione, gli interventi di miglioramento fondiario, l’allestimento di locali per la vendita diretta, l’acquisizione di programmi informatici, brevetti e licenze e altre poste minori.

Sulla base dei dati dell’ultimo Rapporto sul sistema agroalimentare dell’Emilia-Romagna, presentato nelle scorse settimane, grazie anche al sostegno offerto dal Psr le imprese agricole guidate da giovani sono crescite del 2,8% nel 2017, in controtendenza con il resto degli altri comparti economici.

















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