Nei giorni scorsi, oltre 200 finanzieri hanno dato esecuzione a 21 ordinanze di
custodia cautelare personale, eseguendo numerose perquisizioni nelle province di Bari,
Bergamo, Biella, Brescia, Caserta, Crotone, Fermo, Foggia, Forlì-Cesena, Lecce,
Macerata, Milano, Modena, Novara, Rimini, Roma, Savona, Taranto, Teramo, Torino,
Venezia e Vercelli. In carcere sono finite 5 persone (tra cui 2 commercialisti), 12 agli arresti domiciliari; 4 liberi professionisti sono stati colpiti dalla misura restrittiva dell’obbligo di firma, nonché dall’interdizione per un anno dall’esercizio dell’attività e dal divieto di assumere uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese; mentre sono oltre 50 gli indagati a piede libero.
Si tratta dell’esito di una attività d’indagine coordinata dai sostituti procuratori della Procura
della Repubblica presso il Tribunale di Milano, Dott. Gianfranco Gallo e Dott. Maurizio
Ascione e delegata al Gruppo della Guardia di Finanza di Rho.
L’operazione, eseguita con l’ausilio di indagini tecniche, ha permesso di smascherare
l’esistenza di un sistema associativo e di ricostruire una frode ai danni dell’Erario del
valore complessivo di quasi 300 milioni di euro, attuata mediante la costituzione di un
consorzio di società operanti nel settore della macellazione e della lavorazione delle carni.
In particolare, è stata eccepita l’inconsistenza dell’intera struttura consortile utilizzata dai
vertici del sodalizio come mezzo per la progressiva monopolizzazione del mercato
nazionale di riferimento e per la movimentazione di ingenti masse di capitali illeciti. Si
trattava in realtà di società (generalmente S.r.l o S.r.l.s) intestate a meri “prestanome”
nelle quali venivano sistematicamente creati rilevanti crediti IVA fittizi, attraverso la
presentazione di dichiarazioni annuali fraudolente (mediante utilizzo di fatture per
operazioni inesistenti) e/o infedeli.
In esecuzione della medesima ordinanza, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Milano
– Dott. Guido Salvini, è stato anche eseguito un provvedimento di sequestro finalizzato
alla confisca di oltre 90 immobili tra ville di lusso, appartamenti, ristoranti, locali notturni, 35 auto tra cui numerose auto di lusso, 2 yacht, più di 200 compendi societari, conti correnti, disponibilità liquide, gioielli e 7 cassette di sicurezza, per un valore complessivo di circa 60 milioni.
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“Ha toccato anche le provincie di Modena e di Cesena-Forlì l’operazione «The butcher» (in inglese “il macellaio”) della Guardia di Finanza di Rho (MI), che ha portato alla scoperta di una frode fiscale da quasi 300 milioni di euro messa in atto da una associazione per delinquere tramite un consorzio di società del settore della macellazione, con sede nel capoluogo lombardo.
In manette è finito A.B., tarantino di 69 anni residente a Riccione, già noto alle cronache fin dall’anno 2012, quando, sempre la GDF, ma questa volta di Rimini, scoprirono una frode fiscale di 50 milioni di euro” – afferma Umberto Franciosi, Segretario Generale Flai Cgil Emilia Romagna.
“La frode, da quanto si apprende dalle notizie di stampa, sarebbe stata attuata mediante la costituzione di un consorzio di società operanti nel settore della macellazione e della lavorazione delle carni con sede e uffici in provincia di Milano. Un consorzio che somministrava, tramite appalti e sub appalti, oltre 1400 lavoratori in varie aziende del settore della macellazione delle carni in tutta Italia.
Le società appartenenti al consorzio (generalmente S.r.l, S.r.l.s. o false cooperative) intestate a meri “prestanome”, servivano ad evadere le imposte, in particolare l’IVA. Il sistema permetteva al consorzio di offrire manodopera a prezzi stracciati ed estremamente concorrenziali alle imprese committenti”…
… “Come nel caso scoperto dalla GDF milanese, ma anche nel caso di Rimini scoperto nel 2012 che ha visto coinvolto lo stesso Basile, il sistema è sempre lo stesso: appalti, sub appalti, consorzi, pseudo imprese, prestanomi, evasioni fiscali e d’IVA, squadre di calcio per finte sponsorizzazioni ecc.
Un sistema che genera concorrenza sleale fra le imprese, sfruttamento dei lavoratori ed ingenti evasioni fiscali e d’IVA come dimostrato dalle operazioni della GDF, ma anche possibili infiltrazioni della criminalità organizzata”.
“Queste operazioni – prosegue il Segretario Generale Flai Cgil Emilia Romagna – confermano quanto stiamo sostenendo e denunciando da anni nel settore della macellazione. Confermano anche che bisogna intervenire immediatamente sul piano legislativo, ad esempio ripristinando il reato penale nella somministrazione di manodopera (depenalizzato nel 2016) e reintroducendo il reato della somministrazione fraudolenta di manodopera (abrogato con il Jobs Act).
Infine, oltre alle leggi ed alla repressione dei reati con le forze dell’ordine, sarebbe opportuno anche un po’ di responsabilità sociale da parte delle imprese committenti che non possono non accorgersi di quanto accade nei loro appalti. Se si continua a competere con questa organizzazione del lavoro non può esserci un futuro per nessuno” conclude Franciosi.