“Continuano le interviste ai rappresentanti delle associazioni agricole, insieme alle quotidiane affermazioni del Ministro Centinaio, sostenuto dal Ministro dell’Interno Salvini e confermate dal Ministro Di Maio, sulla volontà di reintrodurre i voucher in agricoltura. Lo ripetiamo per l’ennesima volta: i voucher già ci sono e si possono usare per studenti, pensionati e disoccupati”, dichiara Umberto Franciosi, Segretario Generale Flai Cgil Emilia Romagna.
“L’insistenza dei Ministri e dei rappresentanti delle associazioni, che vorrebbero far intendere che in agricoltura i voucher sarebbero “miracolosi” e risolverebbero le sorti del settore, sembrano nascondere dell’altro: cioè si vuole destrutturare e deregolamentare il lavoro agricolo.
E’ chiaro che l’obiettivo è quello di voler pagare tutto il lavoro stagionale con i voucher, una cosa assurda e vergognosa per un settore, come quello agricolo, in cui la stagionalità è strutturale e insita nel lavoro stesso delle campagne. In Italia su oltre un milione di occupati gli stagionali sono al 95% mentre, in Emilia Romagna su 80.000 occupati, quasi il 90% sono stagionali.
Vorremmo far notare che il lavoro “stagionale”, in agricoltura, prevede la chiamata giornaliera dell’operaio a tempo determinato anche per un solo giorno all’anno, anche per le sole ore necessarie a svolgere l’attività richiesta. Si tratta di un vero e proprio lavoro a chiamata previsto dalle normative di legge e dai contratti che regolano il mercato del lavoro in agricoltura, che non ha nemmeno bisogno della comunicazione giornaliera di inizio e fine lavoro, com’era previsto per i voucher”, afferma Franciosi.
“Il lavoro “stagionale” in agricoltura nella nostra Regione ha un costo del lavoro orario che è comparabile a quello dei voucher e, in alcuni casi come nelle zone agricole svantaggiate, addirittura inferiore. Per i lavoratori, invece, la differenza è enorme: con i voucher nessun diritto contrattuale, oltre a nessun diritto su: malattia, disoccupazione, assegni familiari e copertura previdenziale. Non c’è bisogno di inventarsi altri strumenti, per la raccolta di frutta esistono già gli strumenti contrattuali, basta applicarli. Se si vogliono trovare altri strumenti basta leggere la “Carta dei diritti universali del lavoro”, la proposta di Legge della Cgil, sostenuta da oltre un milione di firme.
Chi tenta di rimettere in discussione i diritti di lavoratori agricoli si troverà di fronte una determinata reazione delle organizzazioni sindacali, come già abbiamo fatto con il governo Monti e Renzi”, conclude il Segretario Generale Flai Cgil Emilia Romagna.