Rete Imprese Italia del Frignano ha da sempre ritenuto la fusione tra i Comuni dell’Appennino un obiettivo strategico prioritario. Considerate infatti le difficoltà che quotidianamente le varie amministrazioni locali incontrano nel reperire le necessarie risorse economiche per mantenere un livello qualitativo adeguato dei servizi, avviare con convinzione processi di fusione tra i Comuni, significa non solo cogliere le opportunità e i vantaggi derivanti dalla legge regionale, ma anche e soprattutto, poter garantire ai cittadini servizi più efficaci e più efficienti, oltre ad avere un maggior peso “politico”.
Ecco perché Rete Imprese Italia, rappresentata dalle quattro associazioni imprenditoriali Confesercenti, Confcommercio, CNA e Lapam Federimpresa, ha accolto con favore l’invito di Leandro Bonucchi, Sindaco di Montecreto e Presidente dell’Unione, a partecipare all’incontro svoltosi mercoledì 18 aprile scorso, in cui è stato presentato lo studio di fattibilità sulla fusione dei comuni di Lama Mocogno e Montecreto e fatto il punto sull’iter legislativo conseguente.
Dallo studio sono emerse con chiarezza le omogeneità territoriali e geomorfologiche, quelle socio–demografiche, e soprattutto quelle economiche e del tessuto produttivo locale. I due Comuni interessati sono uniti anche una forte vocazione turistica testimoniata dagli ultimi dati relativi a presenze e pernottamenti nel confronto tra gli anni 2016 e 2017. Infatti sono stati caratterizzati da un aumento complessivo di presenze di 1.833 unità pari a un +34%, e da un aumento complessivo delle presenze di 4.929 pari a un +27%.
Nei due comuni interessati alla fusione vi è anche una significativa ed adeguata – dal punto di vista qualitativo – presenza di strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere.
Rete Imprese, in conclusione, auspica che il percorso avviato dai sindaci di Lama e Montecreto sia presto seguito da altri Sindaci del territorio del Frignano, in quanto tra gli imprenditori locali è diffusa la convinzione che si possa coniugare positivamente la difesa e la tutela della identità dei piccoli centri del nostro Appennino, con le opportunità economiche che si possono cogliere dalla fusione dei comuni del nostro territorio. Andando oltre, con coraggio, alla mera gestione associata di alcuni servizi.