Disponibilità da parte dell’amministrazione ad aprire un percorso di stabilizzazione dei tempi determinati che non rientrano nella stabilizzazione Madia, un centinaio circa, avvio di un tavolo tecnico che studi le strade percorribili all’interno delle norme vigenti, conferma della volontà di concludere entro la fine del 2018 il piano che porti a stabilizzare complessivamente circa 150 persone, anche con scorrimento di alcune graduatorie ancora valide.
Il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessora al Bilancio e Risorse umane, Emma Petitti, il direttore generale centrale Francesco Raphael Frieri, hanno incontrato questa mattina nella sede di viale Aldo Moro a Bologna i rappresentanti dei lavoratori precari regionali insieme a Cgil, Cisl e Uil.
“Trattiamo di giuste esigenze e c’è da parte nostra la volontà politica di individuare strade risolutive all’interno delle regole vigenti: diamo tutta la nostra disponibilità a studiare un percorso per questa importante operazione di stabilizzazione”. Una posizione che è stata giudicata positivamente dai rappresentanti dei precari e dal sindacato, che si sono detti “soddisfatti per l’esito dell’incontro e per l’avvio di un percorso concreto teso alla risoluzione del precariato storico dell’ente”. I precari e il sindacato hanno anche chiesto che “per i tempi determinati, in attesa di soluzioni stabili, si vada verso una proroga urgente dei contratti in scadenza, anche utilizzando il presupposto per persone che lavorano con i fondi europei e comunque di attivare prove concorsuali che superino definitivamente il precariato per funzioni continuative”.
“Ribadiamo l’impegno di questi anni nei confronti del precariato e confermiamo la stabilizzazione, entro il 2018, di circa 150 persone con anche lo scorrimento delle graduatorie ancora valide, inoltre ci impegneremo anche in questo ulteriore sforzo nei confronti dei precari non ricompresi nei criteri dettati dal Decreto Madia”, ha affermato l’assessora Petitti.
Il direttore generale centrale della Regione, Frieri, ha dal canto proprio aperto il percorso tecnico per esplorare insieme ad Aran, e comunque di concerto con i tecnici di Regioni e Comuni, le interpretazioni del nuovo contratto nazionale del Pubblico Impiego più utili ai fini declinati dalla politica. Contratto non ancora efficace e di imminente applicazione.